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Music News di Augusto Sciarra

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31-12-2016 19:50

Music News di Augusto Sciarra

(classicrockitalia.it)
La nostra chiaccherata con Iggy Pop. “Per il mio prossimo disco avrò 75 anni. E forse per allora non ci saranno più dischi”.
Avevi previsto che il 2016 sarebbe stato un anno così denso per te? “Ci si deve essere messo in mezzo il karma, o un qualche allineamento di pianeti. Molte cose sono arrivate al dunque tutte assieme, e questo ha influito su cose che ho fatto tutta la mia vita, persone che conosco da un sacco di tempo”. “Se non stavo attento, diventavo superfluo. Per cui, ho cercato di capirlo subito e fare tutto meglio, cantare un po’ meglio, scrivere i testi in fretta così le cose non andavano avanti senza di me. E alla fine, credo abbia funzionato”.

Parole & Musica: Iggy Pop
“Sul palco sembro sicuro. Ma prima di un concerto ho sempre il terrore che non tutto vada per il verso giusto. Fortunatamente ci sono i ragazzi della band a darmi coraggio”.

“Il pubblico è imprevedibile. È come il motore di una moto. Finché non dai gas, non capisci quanto è potente. Ma se alla prima accelerata s'impenna, è fatta”.

“La società occidentale poggia su quattro pilastri: chiesa, stampa, mercato, politica. E’ sempre più il mercato a dettar legge. Ormai è tutto business. Ma non ci sono solo i soldi nella vita”.

“Per ottenere successo bisogna essere disciplinati, sinceri e soprattutto fortunati. Per anni sono stato molto indisciplinato. Ora so gestire meglio la mia vita. Ma non ho più l’energia creativa di comporre le canzoni di una volta”.

“Berlino è una città meravigliosa. Quando ci vivevo, l’atmosfera ricordava quella di un romanzo di spionaggio. Tra il 1976 ed il 1978 abitavo con David Bowie. Ricordo una sala da ballo sulla Kurfürstendamm, i piccoli cinema nascosti dietro ogni angolo. La gente a Berlino sapeva come affrontare le cose.  C’erano degli ottimi studi di registrazione”.

“Quando ho ascoltato per la prima volta l’album “Nevermind” dei Nirvana, ho capito che Kurt Cobain aveva un’energia particolare. Una sera sono andato a un loro concerto. Dopo lo show l’ho incontrato in un bar. Indossava una maglietta degli Stooges. Sono stato felice di questo suo omaggio”.

DJ Generation: Sven Vath
“Quando non sono impegnato a suonare, passo gran parte delle giornate con la mia fidanzata italiana e con mio figlio Tiga. Faccio ginnastica, ascolto nuova musica, incontro i miei amici. Amo molto viaggiare. Londra è la città che preferisco”.

“Dopo ogni tournée mi prendo delle lunghe pause per dedicarmi all’Ayurveda per riequilibrare l’organismo, evito carne e alcolici, e mi alleno per circa tre mesi”.

“I fan mi hanno soprannominato Godfather. Lo prendo come un complimento. Ma in mi considero ancora un pioniere. Mi piace sperimentare, creare eventi, scovare giovani talenti. La musica elettronica è importante perché riflette la nostra società. Ha tante forme: house, ambient, wild dance, progressive, drum & bass”.

“Ricevo ogni settimana tantissimi dischi. Mi piacciono molto i Kraftwerk. Per me sono tuttora  un’importante fonte di ispirazione”.

“Ibiza è ancora il tempio estivo della dance.  C’è il mare, un’atmosfera magica, un mix di etnie: europei, americani, australiani. Vengono tutti per divertirsi”.

Time – Note dal Passato: Tori Amos
“Le mie foto sensuali e le provocazioni sul palco sono per quei bacchettoni della stampa americana. Si scandalizzano per niente. Gli europei sono più aperti”.

“Mi sono avvicinata alla musica andando in chiesa con la mia famiglia. A tre anni cantavo nel coro della parrocchia. Crescendo mi sono innamorata della musica dei Beatles, Nat King Cole, Fats Waller, del jazz e del blues”.

“Quando studiavo pianoforte ero appassionata di Bartòk, Debussy, Satie. Ma apprezzavo anche Joni Mitchell e Jim Morrison. Ma sono stati i Led Zeppelin a cambiare la mia vita. Robert Plant era incredibile. A casa mia i sentimenti e l’amore fisico erano tabù. Poi, all’improvviso, la sua voce sensuale e penetrante è entrata prepotentemente nella mia vita”.

“A casa c’erano dei libri che non si potevano leggere e dei film che mi era impossibile vedere. Ricordo solo Il pianeta delle scimmie e Love Story”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

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