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Music News di Augusto Sciarra

Speciale Sanremo 2017

07-02-2017 04:03

Music News di Augusto Sciarra

Senremo: Parole & Musica
Alessio Bernabei
“Da quando ho intrapreso la carriera solista le  responsabilità sono aumentate. Quando stavo con i Dear Jack ci aiutavamo a vicenda. Ora sono l’artefice del mio successo o  delle mie disgrazie. Sono cresciuto”. “Non rinnego le mie origini. Il programma “Amici” e Maria de Filippi mi hanno dato la possibilità di realizzare il sogno di fare il cantante”.

“Adoro Vasco Rossi. Sogno di diventare una leggenda come lui”. “Mi sono reso conto che questa sarebbe stata la mia strada quando frequentavo le medie. Ho studiato clarinetto, musica classica, ho fatto parte della banda del paese. Poi ho formato un gruppo punk con i miei compagni di scuola”.

Clementino
“Cerco di portare la musica napoletana a un altro livello. Tra gli anni ’70 e ’80 c’è stato il napoletan power, poi è arrivata la musica neomelodica, e ora l’hip hop napoletano grazie a tantissimi rapper del Sud. E’ il new napoletan power, come lo ha definito Pino Daniele. Siamo riusciti a fondere la musica vecchia con quella nuova”.

“Mi sono formato ascoltando Lauryn Hill, Erykha Badu, i classici della musica napoletana, fino ai Nirvana”.

“Cerco di essere ironico anche quando parlo di politica. Il mio genere è il “black Pulcinella”. Mi piace scherzare sulla verità, come facevano Pulcinella, Totò, Edoardo, Troisi”.

“I fratelli Cannavaro, Ciro Ferrara ed io abbiamo costruito un campo di calcio a Scampia. Le istituzioni dovrebbero creare campi da gioco, teatri, organizzare concerti, prendere contatto con le squadre importanti e far sì che i bambini che giocano a calcio possano avere la speranza di entrare in un team di serie A. Così si sconfigge la noia”.

“Mamma era l’unica di sei fratelli, figlia di un camionista e una casalinga. Da sola si è comprata i libri per andare a scuola, ha fatto ripetizioni per pagarsi gli studi ed è diventata professoressa. Mio padre ha fatto l’impiegato, era figlio di un falegname e una casalinga. Io ho preso dai miei nonni che mi hanno insegnato a essere umile e guerriero nel viaggiare. Clementino viene da Clemente, vuol dire generoso”.

“Pino Daniele è stato generosissimo di consigli. Avevo con lui un rapporto speciale. Una volta entrai nel suo camerino e lo trovai a suonare, con la sua chitarra, la mia canzone O vient”.

“Sono napoletano a tutti gli effetti. Napoli è bellissima ma è anche “una carta sporca” come diceva Pino Daniele. Napoli ce l’ho nel sangue, nel dna. Sono fiero di essere uno dei rappresentanti della musica partenopea. E’ una città difficile, ma ci si abitua alle sue logiche imperfette”.

“Ho vissuto un periodo di profonda depressione. Sono caduto in un bruttissimo tunnel. Ne sono uscito grazie all’amore della mia famiglia, dei miei amici. Per rivedere la luce ho dovuto vedere prima il buio”.

Paola Turci
“Nella canzone “Fatti bella per te” affronto il tema dell’accettazione di sé. Ho confessato le mie paure anche nel libro “Mi amerò lo stesso”. Ho raccontato anche i miei limiti, gli sbagli, la mia vulnerabilità. La biografia è diventata un monologo teatrale che ha visto realizzare il mio sogno di fare l’attrice interrotto il giorno in cui mi sono spaccata la faccia, 24 anni fa. Il libro e il teatro sono state due esperienze curative. Dopo essermi raccontata nel libro mi sono liberata dai capelli che mi coprivano la faccia, dalla frangetta, dal mio nascondermi”.

“Il cattolicesimo è stato una scoperta confortante. Recitare il rosario mi faceva volare. Adesso sono tornata ad avere una visione laica della vita, ma non atea. Sono un’integralista. Seguire i dogmi non fa per me”.

“Sono stata fortunata ad aver vissuto un periodo più lento di questo. C’era un investimento sugli artisti. Per me cominciare oggi sarebbe impossibile. Se avessi di nuovo 20 anni un talent mi prenderebbe. Avevo una bella voce, ero carina. Mi definisco “cantante pop”. Ho fatto anche cose molto diverse, mi sento affine alla mentalità indie”.

“Sono molto attiva sui social. Sono stata tra le prime cantanti a utilizzare le chat in cui ero in contatto con centinaia di fan. E ancora, sono stata una delle prime a muovermi su Twitter. Mi piace la possibilità di comunicare, di dare i messaggi agli altri. Mi diverto molto con Facebook Mention, le dirette. Recentemente ho un po’ ho mollato”.

“Mina e Ornella Vanoni, le più grandi di tutte, con la loro vocalità spettacolare e il repertorio che le ha rese ineguagliabili. E poi Patty Pravo, quella che sento più vicina al mio mondo musicale e vocale, con la sua capacità di emozionare”.

“I miei maestri sono stati Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè e Domenico Modugno. Gaber mi ha trasmesso il suo sapere, insegnandomi come stare al mondo. Di De Andrè, ho ammirato la poetica, il dono della metafora, dell’assonanza, la capacità narrativa. Di Modugno ho amato le prove autorali: Dio come ti amo, Meraviglioso, Lu pisce spada e tante altre. Sono anche una cultrice del repertorio di Patti Smith, che ho ripreso in uno spettacolo a lei dedicato”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

 

 

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