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Music News di Augusto Sciarra

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12-02-2017 22:19

Music News di Augusto Sciarra

(corriere.it)
È morto Al Jarreau, leggenda della black music e del jazz. Ricoverato da qualche giorno per un esaurimento è morto a Los Angeles: le cause non sono ancora note. Aveva vinto 7 Grammy Awards.
Se ne andato ieri a 76 anni, dopo che da alcuni giorni era stato ricoverato a Los Angeles per un esaurimento nervoso. I medici l’avevano costretto a stracciare l’agenda degli appuntamenti del 2017: non ce la faceva più a salire sul palco.

Al Jarreau era nato nell’aprile del 1940 a Milwaukee, nel Wisconsin, figlio di un pastore evangelico. Aveva iniziato a cantare da piccolo nel coro gospel della chiesa locale. A metà degli anni Sessanta, mette la firma sul suo primo album: “1965”. Gli anni d’oro arrivano a cavallo dei Settanta e Ottanta. Brani cult diventano la sua cover di “Your Song” di Elton John e “Rainbow in Your Eyes” di Leon Russell. È ospite nei dischi di Quincy Jones, di santoni come Chick Corea e Joe Sample.

Nell’85 aggiunge la sua voce al coro di star, tra Springsteen e Michael Jackson, che cantano “We Are the World” per sostenere la popolazione etiope distrutta dalla carestia. Jarreau non aveva smesso di studiare ed era arrivato fino alla laurea in psicologia. Il suo ultimo disco è stato “My Old Friend» dedicato al suo maestro George Duke, pubblicato tre anni fa. Se ne è andato portandosi dietro anche un grande record: è stato l’unico artista ad aver vinto i Grammy Award in tre diverse categorie.

(lastampa.it)
E’ morto Al Jarreau, leggenda del jazz
È morto a Los Angeles Al Jarreau. L’artista, pluripremiato per il suo jazz e per le sue canzoni R&B come `Breakin ´Away’, aveva 76 anni. Sette volte vincitore del Grammy, ha conquistato il primo Oscar della canzone nel 1978 e l’ultimo nel 2007. 

(quotidiano.net)
E' morto Al Jarreau, indimenticabile interprete della black music. Il cantante si è spento a Los Angeles all'età di 76 anni. Aveva da poco annunciato il ritiro.
Al Jarreau aveva costruito la propria carriera ispirandosi alla classe di Nat King Cole.

(corriere.it)
Musica, è morto Al Jarreau: aveva 76 anni

(gazzettadiparma.it)
Addio al cantante jazz Al Jarreau

(ilcentro.gelocal.it)
Addio ad Al Jarreau, anche Pescara piange l'artista jazz. Morta all'età di 76 anni la voce simbolo della musica black statunitense: nel 2014, la grande esibizione al Festival Jazz.
Durante la sua carriera, aveva suonato anche a Pescara. Nel 2014, in occasione del Pescara Jazz, aveva duettato con la cantante aquilana Simona Molinari. Una grande esibizione quella al Teatro d'Annunzio. Tra i grandi concerti anche quello per Umbria Jazz risalente sempre al 2014.

(panorama.it)
Addio ad Al Jarreau, gigante del jazz e dell’r&b. Il cantante è morto oggi a 76 anni a Los Angeles, dopo alcuni giorni di ricovero.

(repubblica.it)
È morto Al Jarreau, gigante del jazz e del rhythm and blues. Il cantante è morto a 76 anni a Los Angeles, dopo alcuni giorni di ricovero. Da poco aveva annunciato il suo ritiro dalle scene. È considerato uno dei più grandi degli ultimi decenni, resta il solo ad aver vinto tre Grammy Award in tre categorie diverse: jazz, pop e R&B.

(ilgiornale.it)
Addio ad Al Jarreau, gigante del jazz e dell'r&b. È stato l'unico artista ad aver vinto sette Grammy Awards in tre differenti generi musicali: jazz, pop, r&b.

(infooggi.it)
Lutto nel jazz: morto Al Jarreau
Nella serata dei Grammy Awards, dalla California arriva una triste notizia per il mondo della musica: si è spento Al Jarreau.

(ilmattino.it)
Addio Al Jarreau: da assistente sociale, a voce della black music
La sua storia musicale ha seguito un percorso particolare, nel senso che l'avvicinamento è avvenuto quasi da amatore, mentre a San Francisco faceva l'assistente sociale. Di notte andava a cantare nei club. Venne presto notato e la sua vita cambiò trasformandolo in un vero funambolo dell'arte di cantare imitando i suoni degli strumenti, sfruttando tutta la gamma della vocalità, compreso il respiro. Legato alla grande tradizione del canto jazzistico Jarreau era capace di aggiungere, con gusto da istrione, al jazz riferimenti alla black music, al soul e anche al pop.

(ladige.it)
Il jazz perde una voce leggendaria. Addio ad Al Jarreau.
Al Jarreau era esploso sulla scena internazionale verso la fine degli anni 70: era il 1977 e il doppio live “Look To The Raimbow” fece gridare al miracolo, aggiudicandosi il Grammy per il miglior album di jazz vocale. Jarreau aveva trovato un modo di nuovo di utilizzare il canto jazz, di sfruttare, in modo diverso e più aperto a sofisticate contaminazioni, tecniche come lo scat, uso di sillabe e suoni senza significato per eseguire assoli al pari degli strumenti, il vocalese, che invece riproduce assoli strumentali utilizzando le liriche di una canzone. In più metteva in mostra un’incredibile abilità nel trasformare la voce in uno strumento a percussione. In particolare la strepitosa versione di “Take Five”, il più celebre 5/4 della storia del jazz, diventò un vero e proprio “cult”.

I primi passi verso la celebrità li ha compiuti proprio apparendo al “Saturday Night Live”. Negli anni 90 ha diradato la sua produzione discografica per dedicarsi a un’intensissima attività live che lo ha visto collaborare Miles Davis, George Benson, Chick Corea, prodursi anche in concerti con l’orchestra sinfonica. Nel 2012 era stato al festival di Sanremo dove, ospite dei Matia Bazar, aveva cantato la versione internazionale di “Parla più piano”, il tema de Il Padrino.

(secoloditalia.it)
Si è spento a Los Angeles Al Jarreau, maestro del pop-jazz americano

(ilsole24ore.com)
Scomparso il grande jazzista Al Jarreau

Time – Note dal Passato: Al Jarreau
“Ho iniziato a cantare a otto anni, durante le funzioni della Chiesa avventista del Settimo Giorno. Mio padre era un predicatore, mia madre la pianista della congregazione. Io sedevo accanto a lei mentre suonava. Essere lì è stato come studiare la parte spirituale dell’uomo. La chiesa, il luogo di preghiera, è un laboratorio in cui si cerca ciò che siamo davvero. Ho trascorso molti anni con queste persone impegnate in questa ricerca. E così ora è parte di me, ed è presente in ciò che dico e scrivo”.

“Adoro lavorare con i grandi talenti e quando si presenta l’occasione non mi tiro indietro. Tra le tante collaborazioni, ricordo quelle con: Eumir Deodato, Bobby Mc Ferrin, Stanley Clarke, George Duke, Herbie Hancock e Larissa Dolina, una cantante jazz russa con una classe eccezionale”.

“Non ho mai badato al successo. Io nasco come cantante jazz, ma il pop e il rock sono un meraviglioso linguaggio universale dei tempi moderni”.

“Le radio americane trasmettono soprattutto rap. Tutto quel rap impedisce di crescere al jazz, al blues e al al country. Non parliamo poi della musica classica. Oggi la musica va dove va il denaro. La stessa situazione si è verificata tra gli anni 60 e 70 con il rock. Non ce l'ho con il rap, che è espressione della musica urbana nera moderna. Dico solo che non va bene il monopolio. Bisogna diversificare e io cerco di fare la mia parte”.

“I miei maestri sono stati: Jon Hendricks del trio Lambert Hendricks & Ross, Johnny Mathis, Ella Fitzgerald, Miles Davis, Bob Dylan con i suoi testi che arrivano diritti all'anima, Joni Mitchell, Laura Nyro, le atmosfere vocali dei Beatles, Elton John”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

 

 

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