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Music News di Augusto Sciarra

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28-03-2017 03:43

Music News di Augusto Sciarra

(emmausonline.it)
Sisma e solidarietà in musica con le note di Gualazzi, Cafiso e la P-Funking Band. Mercoledì 29, all’Auditorium Benedetto XIII di Camerino, per "guardare" insieme alla ricostruzione.
Mercoledì 29 marzo, presso l’Auditorium Benedetto XIII di Camerin: Raphael Gualazzi e Francesco Cafiso con il suo special Quartet. Il primo set sarà quello che vedrà sul palco il sassofonista siciliano Francesco Cafiso con il trio marchigiano composto da Alberto Napolioni al piano, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria. Il secondo tempo della serata è affidato a Gualazzi. A chiudere la serata, la P-Funking Band. Una miscela esplosiva di funk, discomusic, hiphop, soul, rhythm’n’blues, jazz che si affianca alle coreografie di quindici scatenati musicisti funkers.

Parole & Musica: Raphael Gualazzi
“A 14 anni mi sono iscritto al Conservatorio, dove ho seguito degli studi classici. Dopo le lezioni mi incontravo con amici studenti per ascoltare dischi di bebop, hardbop, jazz modale”.

“Ho iniziato a comporre, fondendo ciò che avevo appreso al Conservatorio con il blues e il jazz. Mi sono occupato dello stride piano, in particolare di: Art Tatum, Fats Waller, James P.Johnson”.

“Nel mondo della musica stiamo attraversando un periodo molto simile a quello che era il manierismo in arte. Si prendere ispirazione dai grandi maestri. Non ho conosciuto Fellini, ma i suoi film sono immortali. Cito sempre “Amarcord” di cui ho rivisitato la colonna sonora. Personaggi come lui riportano in vita immagini della nostra cultura, così unica, così speciale”.

“Django Reinhardt diceva: “ogni popolo ha il suo jazz”. Non è un sound esclusivamente americano. Una delle prime registrazioni jazz del Novecento a New Orleans è “Tiger Rag” di Nick La Rocca. Non dobbiamo dimenticare  Dean Martin il cui vero nome è Dino Crocetti, e Louis Prima”.

“Nelle mie canzoni non mi sono mai occupato di politica. Posso lanciare un messaggio positivo e costruttivo. Bisogna avere il coraggio di portare avanti i propri ideali senza farsi stritolare da meccanismi di pura natura commerciale”.

“Questo è il momento per ripartire, come all’indomani della grande crisi del 1929 o nel dopo guerra. All’epoca le persone si sono unite per rimettere in piedi un paese. Gli ideali possono cambiare le cose. Ci sono momenti buoni e momenti brutti, pieni e vuoti, spazi bianchi e neri, come i tasti di un pianoforte. L’importante è non mollare mai”.

(ilrestodelcarlino.it)
Cesare Cremonini, 37 anni: "Amo la musica". Il cantautore: "La mia ispirazione? Suonare per ore".
“La mia è una famiglia medio borghese, babbo medico e mamma insegnante di Lettere. Sono stato il primo a importare la musica in casa. Suonando da bambino Beethoven e Bach al piano, poi seguendo le lezioni di suor Ignazia dalle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. Una volta, da piccolo, in vacanza al Sud, vidi un pianoforte in una casa, mi infilai dentro sfuggendo alla mamma e cominciai a suonare, e lei non mi trovava. La musica mi aveva rapito”.

“Non ho il talento di Chopin. Il mio metodo è essere sempre concentrato, stare al piano per ore così da cogliere il momento dell’ispirazione. Oggi sono una popstar nazionale, è quello che volevo”. Qual è il suo rapporto con Bologna? “E’ la mia insostituibile rete di protezione. Ma l’atmosfera ipersentimentale di cui l’avvolgono i bolognesi è un pregio e un limite insieme. Non sfidarsi è male. Niente è più utile che mettersi in discussione”.

(piacenza24.eu)
Il mito Benny Golson tra le stelle del Piacenza Jazz Fest 2017 – venerdì 31 marzo al Teatro President
Benny Golson che si esibirà accompagnato da un pianista di prima classe, Antonio Faraò, da Gilles Naturel al contrabbasso e Doug Sides alla batteria. Classe 1929, Benny Golson è una vera e propria leggenda del Jazz. Sasofonista dal suono caldo e avvolgente, continua a entusiasmare il pubblico e i critici con instancabili tournée in tutto il mondo. La sua carriera è iniziata nelle band di artisti quali Benny Goodman, Dizzy Gillespie, Lionel Hampton e Art Blakey. Insieme al trombettista Art Farmer ha formato il Jazztet. In oltre 60 anni ha suonato, composto e arrangiato per grandi star come Count Basie, John Coltrane, Miles Davis, Sammy Davis Jr, Ella Fitzgerald, Quincy Jones. Ha tenuto lezioni al Lincoln Center collaborando con Wynton Marsalis, alla New York University e alla National University di San Diego.

Parole & Musica: Benny Golson (Filadelfia, 25 gennaio 1929;  sax tenore)
Ho iniziato a suonare a nove anni con un piano verticale che avevamo in casa. Sognavo di poter diventare un grande interprete di Chopin o Rachmaninov. Nel mio quartiere si sentiva solo blues. E così a 14 anni ho cambiato idea, sono passato al sassofono, e mi sono avvicinato al jazz. John Coltrane ed io abbiamo cominciato a frequentarci e a studiare insieme, assorbendo gli stili di Lester Young, Don Byas e degli altri grandi musicisti. Nel 1945, Charlie Parker è arrivato a Filadelfia per un concerto. Il pioniere del be bop ha cambiato le nostre vite per sempre".

“Ho suonato con Dizzy Gillespie, Miles Davis, John Coltrane. Art Blakey è stato uno dei miei idoli. Era il più grande batterista con cui ho suonato, una persona fantastica”.

“John Coltrane ed io eravamo come fratelli. A Filadelfia ci vedevamo ogni giorno. Anche quando ci siamo trasferiti a New York non ci siamo persi di vista. Ricordo un suo concerto al Newport Festival, quando ha sbalordito tutti col suo sax soprano e un’ ipnotica versione di “My favorite things”. Quella stessa sera mi sono esibito con Art Farmer e il Jazztet. E’ stata una notte magica".

augusto.sciarra@rai.it

 

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