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Music News di Augusto Sciarra

Speciale Sanremo 2017

05-02-2017 16:05

Music News di Augusto Sciarra

(gossipblog.it)
Al Bano: "Sanremo? Facciamo fare questo bagno d'adrenalina al mio povero cuore..."
“Ho perso quasi sei chili. Ho cambiato la modalità di alimentazione, seguo alla lettera i diktat del medico. Via salumi e i dolci, ma resisto. Se posso bere vino? Ovvio. Un bicchiere di vino al giorno, con un panino, lo devo bere”. “Facciamo fare questo bagno d'adrenalina al mio povero cuore. Ora sta bene, è abituato alle emozioni forti. Con lo spirito di sempre. Sanremo mi piace come manifestazione, per me è sempre stata un faro. Da ragazzino guardavo in tv i grandi exploit di Domenico Modugno. Anche io, pensai un giorno sarò là. Amo la gara e i brividi. A chi dedicherei la vittoria? A tutti coloro che mi hanno seguito, nonostante la critica avversa”.

“Putin lo trovo un leader interessante, capace di tenere a bada un popolo come i russi. Se i russi se lo sono tenuti significa che si fidano. Per quanto riguarda Trump se mi invitasse a cantare alla Casa Bianca e fossi libero ci andrei, è pur sempre un capo dello Stato, con una platea importante. Gli canterei O sole mio” “Io e Romina oggi abbiamo un rapporto molto civile grazie a Dio, una cosa che fa bene al pubblico e fa bene a noi. La nostra è stata una grande storia, abbiamo avuto quattro figli, abbiamo fatto una bella carriera insieme. Anche Loredana sta bene e i figli crescono”.

 (lagazzettadelmezzogiorno.it)
Albano illumina Sanremo, Loredana sbarca in radio
Albano è in gara da martedì 7 con la sua canzone “Di rose e di spine”. È a dieta, il Leone di Cellino San Marco, dopo l'infarto i medici sono stati tassativi: niente dolci, pochissimi grassi, solo pesce lesso o carne alla brace e verdure. Con lui ci sarà anche la compagna Loredana Lecciso: “Sto vicina ad Albano ma con discrezione. Io gli sarò vicino ma il protagonista è solo Albano e mai come questa volta porta al Festival una canzone meravigliosa”.

Parole & Musica; Al Bano
“Io e Romina non abbiamo mai fatto niente di falso. Sono stati veri l’amore, i figli, l’abbandono. La gente ama la verità”.

“Sanremo per me è stata la fabbrica di tutti i miei sogni. Ricordo Domenico Modugno, la lotta con Claudio Villa”. Le canzoni che rappresentano meglio il Festival sono: “Volare” di Modugno, “L’Italiano” di Toto Cutugno e “Io che non vivo” di Pino Donaggio. “Felicità” è il mio brano che lì ha riscosso più consensi. Era la canzone giusta al momento giusto. Arrivavamo da dieci anni orribili, gli anni Settanta. C’erano in giro solo canzoni da funerale. Non sopportavo più quell’Italia in ginocchio. Mi ribellai e me ne andai in Spagna. Ma appena ho sentito “Felicità”, che non avevo scritto io,  ho capito che era il brano perfetto”.

“Ricordo con amarezza il Sanremo del 1968. Il mio pezzo ha vinto il Premio Luigi Tenco, che aveva deciso di lasciarci l’anno precedente. Cantavo “La Siepe”. Arrivavo da “Nel Sole”, 19 settimane consecutive al primo posto. Tutti dicevano che avrei vinto io. Invece sono arrivati primi Sergio Endrigo e Roberto Carlos con “Canzone per te”. Prima erano tutti con me, poi il vuoto. Ho sentito un senso di abbandono, ero solo”.

“Il pubblico non mi ha mai lasciato. Per un periodo mi sono “ritirato” all’estero: Spagna, Australia. E ho riscoperto il piacere per il mio mestiere. In Russia mi considerano un idolo. La reunion con Romina è stata un evento. Se i russi potessero, farebbero a Celentano una statua sulla Piazza Rossa. Anche Riccardo Fogli va alla grande”.

“Questo è il mio diciottesimo Sanremo: 15 in concorso, due da ospite, uno nel 1965 tra i giovani. Quel palco scatena un carico di adrenalina unico al mondo, mi emoziona ogni volta come se fosse la prima. Per me la vittoria è essere qui e fare un pieno di emozioni. Perché se da 50 anni torni in un posto significa che qualcosa di profondo c’è”.

“Sono soddisfatto del mio presente, di quello che ho costruito. Sono un uomo fortunato, la vita mi ha dato moltissimo, ma mi ha anche tolto tanto, mi ha presentato conti amarissimi. All’inizio il dolore per Ylenia era talmente incomprensibile e lancinante che avevo litigato con il mio amico lassù. Solo dopo sette, otto mesi di distacco ho capito l’essenza della fede cristiana, il senso della frase: sia fatta la Tua volontà”.

“In tutti questi anni, ho dato parecchio filo da torcere al mio cuore che si è logorato. Fortunatamente me ne sono accorto a pochi passi dall’ospedale Santo Spirito di Roma, poco lontano all’Auditorium dove avrei dovuto cominciare le prove del concerto di Natale. È stata la mia salvezza. Era un infarto e il medico ha ritenuto di operarmi subito. Ora mi sento ringiovanito non solo nel cuore, ma anche nella testa. Otto giorni dopo l’intervento ero già in sala di incisione per finire il mio album”.

(lastampa.it)
Mannoia: “La vita è così perfetta che posso anche tornare a Sanremo”. Sorprende la sua presenza in gara: “Canto un inno ottimista, merita una platea vasta”.
Fiorella Mannoia sbarca sul suolo sanremese nel non comodo ruolo di vincitrice annunciata: “È la prima volta che mi capita. Finché lo dicevano prima degli ascolti mi spiaceva. Ma ora “Che sia benedetta” è piaciuta ai giornalisti, se è fra le favorite mi fa piacere”. La sua volta più memorabile in gara fu trent’anni fa con un gioiellino eterno di Enrico Ruggeri, Quello che le donne non dicono, ottava in classifica. A quei tempi Fiorella non amava per niente Sanremo: “Mettevi in gioco la carriera. Rimane invariato lo stress di esibirsi davanti a milioni di persone, ma non debbo più dimostrare niente a nessuno. Mi sto anche divertendo, faccio cose che non facevo da anni”.

“Che sia benedetta/Per quanto assurda e complessa ci sembri la vita è perfetta”, un ragionamento realistico? “La vita è perfetta. Siamo noi che la sporchiamo. L’unica cosa con la quale non possiamo combattere è la salute, poi la vita sarebbe perfetta se non ci fossero le nostre invidie, i rancori, la sete di potere, il denaro. È una riflessione che male non ci fa, sembra una canzone laicamente spirituale. Succede che ti interroghi sull’esistenza, sul perché siamo qui e dove andremo. Laico o religioso, diventa un discorso spirituale. Ho il dovere come artista di infondere la speranza. Sono tempi globalmente brutti”.

“Sono una dei pochi che raccolgono intorno alla propria musica tre generazioni. Il rischio è che tra pochi anni nessuno conoscerà più Lucio Dalla o Pino Daniele. Quando vado da Maria De Filippi o a X-Factor porto le canzoni di De Gregori o Fossati. Credo di dare il mio contributo alla diffusione della canzone italiana”.

“Io non ho studiato, ma quando incontravo Fossati o De Gregori prendevo appunti, mi parlavano di Fenoglio o di Kafka e andavo a comprarli. Invece i ragazzi, per l’orgoglio di non essere da meno, pensano che sia sufficiente apparire in tv per avere successo. Ma se non lavori con orgoglio su te stesso, se non ti arricchisci dentro, non vai da nessuna parte. Gli artisti che restano nel tempo sono tutte persone colte, con una qualità di linguaggio e letture alle spalle. Bisogna seguirli, fare come loro”.

(lastampa.it)
Festival di Sanremo, “Un amore così grande” domenica 12 al Teatro dell’Opera del Casinò
“La Stampa per Il Festival-Un amore così grande” avrà luogo domenica 12, al Teatro dell’Opera del casinò. In una prima parte Vittorio De Scalzi, uno dei fondatori dei New Trolls ripercorrerà dal vivo i cinquant’anni della sua carriera. Altro momento importante sarà il ricordo di Claudio Villa a trent’anni dalla scomparsa.

(siciliainformazioni.com)
Sanremo, al via il “Conti ter”
Sanremo 2017 si è già guadagnato un posto nella storia per il modo con cui Carlo Conti ha costruito la scaletta e il cast del festival non solo rimanendo fedele all’impostazione ‘per tutti i pubblici’ che già aveva impresso alle due passate edizioni ma anzi ampliando ancora il concetto, tanto da coinvolgere nel festival personaggi che provengono praticamente da tutti i gruppi televisivi italiani. Per il cast musicale in gara, Conti sembra non voler scontentare nessuno, almeno dal punto di vista anagrafico e geografico. Da Al Bano ad Elodie, da Fiorella Mannoia a Fabrizio Moro, da Gigi D’Alessio a Samuel dei Subsonica al suo esordio solista, dal rapper napoletano Clementino al ritorno di Paola Turci, ce n’è più o meno per tutti i gusti pop, con la soddisfazione di promuovere a Big due giovani ‘scoperti’ lo scorso anno tra la Nuove Proposte di Sanremo, come Giovanni Gabbani ed Ermal Meta.

Anche sul fronte comico, Conti non si è accontentato della copertina di Crozza, che sarà presente per tutte e cinque le serate, ed ha coinvolto Virginia Raffaele, Geppi Cucciari, Luca e Paolo, Paola Cortellesi e Antonio Albanese e l’inedito trio composto da Flavio Insinna, Gabriele Cirilli ed Enrico Brignano. 

Non poteva mancare una star hollywoodiana e dunque ci sarà anche Keanu Reeves. Superospiti musicali: Tiziano Ferro con Carmen Consoli, Ricky Martin, Giorgia, Mika, Rag’N’Bone Man, Robbie Williams, Biffy Clyro, Zucchero e Alvaro Soler. Non mancheranno presenze fuori dal coro come il capitano della Roma Francesco Totti o l’ostetrica dei record Maria Pollacci, oggi 92enne, che ha fatto nascere nella sua carriera oltre 7.600 bambini.

(televisionando.it)
Lodovica Comello al Festival di Sanremo 2017 con la cover “Le mille bolle blu”. Nella serata di giovedì 9 febbraio, l'ex star di Violetta si esibirà nel famoso brano di Mina del 1961.
Lodovica Comello, alla sua prima esperienza sul palco del Teatro Ariston, è uno dei Big in Gara a Sanremo 2017, in cui parteciperà con “Il cielo non mi basta”. Per giovedì 9 febbraio, in cui i Big si esibiranno con le loro versioni di celebri pezzi della musica italiana, Lodovica Comello ha deciso di interpretare la cover della canzone “Le mille bolle blu”.  Presentato da Mina in doppia esecuzione con Jenny Luna, si classificò al quinto posto. Lodovica Comello, ex star di Violetta e conduttrice tv, ha confessato: “Punterò sull’interpretazione. Ho molta paura del palco, sono emozionata”.

Parole & Musica: Lodovica Comello
“Un giorno mi piacerebbe essere madre. Vengo da una famiglia molto unita: i miei genitori, i miei nonni. Un altro obiettivo è migliorare dal punto di vista del carattere. Vivo un po’ sulle nuvole. Faccio questo lavoro perché mi piace, tutto il resto è secondario”. “Il successo non mi ha cambiato. Sono la Lodovica di sempre. I miei genitori mi hanno insegnato l’etica del lavoro e la gentilezza verso gli altri”. “I miei idoli sono: Bruce Springsteen e Elisa”.

(borderline24.com)
Da Modugno a Sylvestre: 67 anni di Puglia a Sanremo. Sono ben sei i pugliesi, d'origine o d'adozione, in gara quest'anno. Ma chi sono gli altri pugliesi entrati nella storia del Festival?
Nella storia del Festival la Puglia si è sempre distinta per meriti. Il primo trionfo pugliese a Sanremo risale al 1958, Domenico Modugno vince il Festival con “Nel blu dipinto di blu”. Modugno sbaraglia la concorrenza anche l’anno successivo con “Piove (Ciao Ciao bambina)”. In tutta la storia del Festival, Modugno è stato, al pari di Claudio Villa, l’artista più premiato, con ben quattro ori. Oltre a quelli già ricordati: 1962 con “Addio…Addio”, 1966 con “Dio, come ti amo”.

Nicola di Bari vince con “Il cuore è uno zingaro” nel 1971 e “I giorni dell’arcobaleno” nel 1972. Nel 1984 vince Al Bano, con il brano cantato con Romina Power: “Ci sarà”. Nel 1989 trionfa Anna Oxa, che canta con Fausto Leali “Ti lascerò”. Sarà premiata nuovamente nel 1999, dopo la famosa performance di “Senza Pietà”. Ron, originario di Trani, gareggia quest’anno con l'”Ottava meraviglia”, dopo la vittoria del 1996 assegnatagli grazie a “Vorrei incontrarti fra cent’anni”. Ricordiamo la vittoria della salentina Emma nel 2012 con “Non è l’inferno”. Sono sei i pugliesi in gara quest’anno: Al Bano, Ron, Ermal Meta, Elodie, Sergio Sylvestre, Leonardo Lamacchia.

(ansa.it)
L'ABC del festival di Sanremo, da amore a Zanicchi le parole chiave
Dalla prima edizione nel 1951 sono 1.954 le canzoni che sono state in gara nelle diverse categorie.

Molte canzoni hanno raccontato l'Amore. 101 volte in 66 edizioni questa parola è inclusa nei titoli, mentre sono 6 le canzoni che la includono e che hanno vinto il Festival.

Il duetto è protagonista di Sanremo. Dal 1953 al 1971 il Festival aveva una doppia esibizione delle canzoni, che venivano presentate da due artisti diversi. Si contano invece, tra i vincitori della categoria big, 20 uomini solisti, 14 donne soliste e 10 gruppi.

Nilla Pizzi è la Regina del Festival che, nel 1952, sale su tutti i gradini del podio. In quelle edizioni era possibile presentare più di una canzone.

Un grande assente di quest'anno, in qualità di direttore di orchestra, il Maestro Beppe Vessicchio. Dal 1990 ha saltato solo sei edizioni e ne ha vinte da direttore d'orchestra 4.

Il più giovane vincitore del Festival: Gigliola Cinquetti, che aveva 16 anni nel 1964. Dobbiamo aspettare fino al 1972 per avere il primo vincitore solista uomo: Nicola di Bari con la sua "I giorni dell'Arcobaleno".

Al Bano partecipa quest'anno per la quindicesima volta

Dal 1980 al 1989 al Festival non era presente l'orchestra, vennero usate basi musicali preregistrate.

augusto.sciarra@rai.it

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