(gds.it)
Negrita, dopo 20 anni esce nuova edizione di "XXX": siamo pronti a cambiare.
S'intitola “XXX 20th Anniversary Edition” il cofanetto che riporta in scena il lavoro da studio targato 1997 e che per la band aretina ha rappresentato un punto di svolta.

“Tre anni fa abbiamo festeggiato i vent'anni dal primo disco - ha raccontato Pau, voce della band - e anche per i vent'anni di 'XXX' ci siamo trovati a dover fare i conti con l'anagrafe. Dalla nostra parte abbiamo il fatto che il musicista in generale ha sempre un po’ di sindrome di Peter Pan, grazie alla quale ci sentiamo tutti più bambini di quello che siamo. Passano gli anni ma le nostre teste sono sempre accese, alla ricerca di novità e sempre con tanta voglia di scrivere cose nuove”.

Time – Note dal Passato: Eric Burdon (cantante; The Animals, WAR; Newcastle upon Tyne, 11 maggio 1941)
“Le generazioni sono invecchiate, certi valori sono andati perduti. Le nuove non hanno tenuto conto degli errori di un tempo, che inevitabilmente si sono ripresentati. I media si sono sostituiti ai nostri pensieri e alle nostre idee. Adesso, qualunque cosa viene in mente deve essere confrontata con ciò che dicono televisione, radio e giornali. I movimenti di pensiero, le ideologie degli anni ’60 e ’70 hanno enorme difficoltà a svilupparsi. Il “sogno americano” è finito in frantumi. Le spiagge californiane sono solo un bel ricordo. Dobbiamo confrontarci con i problemi di una civiltà multietnica”.

“Sonny Boy Williamson, Chuck Berry, Muddy Waters, Eddie Cochran, Buddy Holly, John Lee Hooker sono la musica”.

“Quando ero giovane c’era un marinaio che viveva nel mio caseggiato, che si recava spesso a New Orleans e nei porti della East Coast degli Stati Uniti. Al ritorno a Newcastle mi portava dei dischi introvabili in Inghilterra, di artisti di blues e rhythm & blues come: Gatemouth Brown, Big Bill Broonzy, Muddy Waters, Fats Domino, Little Richard, Bobby Bland, Joe Turner, Pete Johnson, Ray Charles. Ascoltando brani come “Honky Tonk” di Bill Doggett e “Fever” di Little Willie John ho scoperto un nuovo mondo”.

“The House Of The Rising Sun la suonavano molti artisti folk nei club di Newcastle. Con gli Animals ho deciso di proporla in chiave rock-blues, dopo averla sentita cantare da Bob Dylan”.

“Quando abitavo a Laurel Canyon, vicino Los Angeles, in California incontravo spesso Jim Morrison dei Doors e Frank Zappa. Tra i miei vicini di casa c’erano John Mayall e Chaka Khan”.

“Nel corso della mia carriera ho conosciuto artisti leggendari, come Elvis Presley, John Lee Hooker, Muddy Waters, Jimi Hendri

“A 17 anni ero a Parigi. Era una città colorata, romantica, violenta. Ricordo gli incontri con i musicisti blues e jazz che ci vivevano: Chet Baker, Bud Powell”.

“Andare a New York con gli Animals, avere successo, sentire la stampa americana che ci sosteneva e i ragazzi che urlavano ai concerti era eccitante. Mi piaceva andare ad Harlem, al Santa Teresa Hotel dove erano passati Malcolm X, Muhammad Ali, Marvin Gaye, Che Guevara, Fidel Castro. Ogni piano di quell'albergo era un pezzo di storia”.

“Quando gli Animals si sono sciolti mi sono trasferito a San Francisco. E’ stato fantastico vivere l’esperienza del “flower power”. Ha contribuito alla mia crescita artistica e personale, ha segnato il mio passaggio dai venti ai trent’anni”.

“Ricordo le serate con Jimi Hendrix e John Steel degli Animals. Eravamo certi che non avremmo superato i trent’anni. Questa convinzione ci spingeva a vivere al massimo, consumando alcol e droghe. Fortunatamente ne sono venuto fuori. Purtroppo alcuni amici non ce l’hanno fatta”.

“Janis Joplin era una furia autodistruttrice. Jim Morrison era fuori controllo. Erano artisti pieni di talento, ma incapaci di porsi delle regole”.

“Il blues negli anni della mia giovinezza è stato il mio mondo, la mia via di fuga. Poi è diventato la mia ragione di vita. Ascoltavo John Lee Hooker e Muddy Waters. Erano le prime volte che sentivo il suono di una chitarra elettrica. Quelle note possedevano qualcosa di magico”.

“Quando frequentavo il liceo avevo molto tempo libero. Durante le vacanze cercavo di guadagnare qualche soldo per andare a Londra a comprare dei dischi, o per fare qualche viaggio a Parigi. Ho cominciato ad esibirmi con Alexis Korner. Mi vedevo con Mick Jagger, Keith Richards e Brian Jones dei Rolling Stones. Era un periodo fantastico. Poi sono arrivati gli Animals e con loro anche il successo. Ma quella che sembrava una vita meravigliosa si è trasformata in un incubo: ore nei camerini dei club prima dei concerti, servizi fotografici, interviste. Mi sono sentito prigioniero della band”.

“Ho scelto di dedicare il mio talento alla musica nera perché durante i primi anni 60 mi identificavo nella lotta per i diritti civili negli Stati Uniti ed in Sud Africa. I dischi degli Animals includevano parecchie canzoni composte dai maestri del blues e del rock & roll”.

“Gli anni ’60 e ’70 sono stati una polveriera di attivismo politico. Non erano come avevo immaginato nella mia canzone "San Franciscan Nights". Per molti quello è stato un periodo turbolento e l'unica via di fuga sono state le droghe”.

“Ci sono molte cose che apprezzo in questo mondo. Ma mi sembra di cogliere uno spirito che non riesco a condividere. Forse è tipico di noi settantenni che ci ricordiamo gli anni della nostra gioventù e facciamo fatica a comprendere le ultime decadi. Quando mi sono trasferito da Newcastle negli Stati Uniti, il mondo mi sembrava diverso e anche le aspettative erano altre. Adesso mi sembra che si voglia solo cambiare il computer o avere un cellulare con molte applicazioni. Ecco perché sono critico. Mi dispiace per i ragazzi che a vent’anni sembrano già vecchi, impegnati solo a comprare e consumare. C’è poca attenzione per gli altri, per i diversi, per i poveri e gli sfortunati”.

“Il blues riesce a darmi ancora forti emozioni per la forma classica dei brani, per l’energia che mi trasmettono i grandi personaggi come Elmore James o Bo Diddley. E’ un genere che non è stato dimenticato”.

augusto.sciarra@rai.it