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Music News di Augusto Sciarra

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27-12-2016 15:25

Music News di Augusto Sciarra

(ilgiornale.it)
2016, annus horribilis per la musica. Da David Bowie a Prince fino a George Micheal. Il 2016 ha visto il decesso di molte icone della musica pop.
La morte di George Michael è arrivata al termine di un 'anno horribilis' per la musica pop e non solo. Il 10 gennaio è deceduto David Bowie, colpito da un tumore a 69 anni. Glenn Frey, chitarrista e co-fondatore degli Eagles di "Hotel California" è morto il 18 gennaio all'età di 67 anni per le complicazioni di un'artrite reumatica. Dieci giorni dopo ci lascia Paul Kantner, all’età di 74 anni, co-fondatore dei Jefferson Airplane, band del rock psichedelico. Il 4 febbraio muore il fondatore degli Earth, Wind & Fire Maurice White, affetto dal morbo di Parkinson, anch’egli 74enne. Keith Emerson, tastierista e fondatore degli Emerson Lake & Palmer, si è suicidato nella sua casa di Los Angeles l'11 marzo, all'età di 71 anni.

All’età di 69 anni, si è spento, a causa di un tumore Greg Lake. Il 22 marzo Phife Dawag, rapper americano della band A Tribe Called Quest, muore a 45 anni per un diabete. Il leggendario cantante country Merle Haggard è morto il 16 aprile nel giorno del suo 79mo compleanno. Due giorni dopo è la volta di Prince, spentosi a 57 anni per un'overdose di farmaci. Lo scorso 7 novembre viene a mancare a 82 anni il cantante canadese Leonard Cohen. L'ambasciatrice del soul e funk, Sharon Jones, 60 anni, se ne è andata il 18 novembre scorso per un tumore, mentre il chitarrista degli Status Quo, Rick Parfitt è deceduto il 24 dicembre all'eta di 68 anni per una grave infezione.

(ladige.it)
I 70 anni di Patti Smith la rivoluzionaria rock
Patti Smith arriva ai 70 anni (li compirà il 30 dicembre). È un’esistenza straordinaria quella vissuta dalla sacerdotessa della New Wave, fatta di incontri e amicizie con molti dei protagonisti della vita culturale americana della seconda metà del 900, con trionfi, cadute, dolori, ritorni, il progressivo passaggio dalla vita nella musica a una vita da narratrice. La sua più recente performance ha fatto il giro del mondo: Patti Smith invitata dall’Accademia a esibirsi in occasione della consegna del Nobel per la letteratura ha deciso di cantare “A Hard Rain’s a Gonna Fall”.

Nel suo periodo d’oro nel rock, quelli tra il ‘77 e il ‘79, e di album come “Horses”, “Radio Ethiopia”, “Easter” e “Wave” si è sempre descritta come una poetessa prestata alla musica, un’ammiratrice devota di Rimbaud che ha sempre fatto della scrittura una pratica quotidiana. Ora in libreria c’è “M Train” (Mind’s Train; treno della mente), autobiografia tutt’altro che convenzionale (scritta nei caffè) di un’artista costantemente fuori dagli schemi.

Parole & Musica: Patti Smith
“La mia vita è cambiata quando ho sentito per la prima volta Little Richard cantare “Tutti Frutti”. Il rock & roll, da quel momento, mi ha letteralmente travolto. Dopo aver visto i Rolling Stones in tv, all’Ed Sullivan Show, ho deciso che anche io sarei diventata musicista. Adoravo Brian Jones. Lo ricordo durante un concerto degli Stones, nei primi anni 60, nella mia scuola a Woodbury, nel New Jersey”.

“Ho frequentato molto il Chelsea Hotel di New York, dove passavano quegli artisti che avrebbero segnato un’epoca: Janis Joplin, Andy Warhol, Nico, Robert Mapplethorpe, Jackson Browne, Lou Reed, Jim Morrison. Eravamo amici, ci scambiavamo idee, collaboravamo tra noi. In quel posto si respirava la stessa atmosfera dello storico club CBGB’s”.

“Bob Dylan lo ammiro tantissimo, e un po’ lo invidio. Nel 1975 ho dovuto, purtroppo,  rifiutare il suo invito ad unirmi al carrozzone itinerante Rolling Thunder Revue perché ero impegnata nelle registrazioni del mio primo album: Horses”.

“Quando non sono impegnata con la musica, amo dipingere e scattare fotografie. Sono modi diversi di esprimere le mie sensazioni, emozioni. Quando, negli anni 60,  ho iniziato a frequentare la scena artistica newyorkese non immaginavo che sarei diventata una cantante. Poesia e pittura erano le mie attività preferite”.

Time – Note dal Passato: Bjork
“Ho vissuto alcuni anni a Londra, con tutti i pregi e i difetti tipici di una grande metropoli. Ho vissuto la mia giovinezza in un mondo completamente diverso, a contatto con la natura. Mi sono resa conto che avevo nuovamente bisogno di sentire questo legame che si era spezzato. Andare in Islanda sarebbe stato forse un errore, perché mi sarei dovuta preoccupare di andare a trovare amici e parenti e tutte le persone che avevo lasciato laggiù. Per un verso sarebbe stato bello, ma dall’altro non mi avrebbe permesso di ritrovare quel qualcosa che sentivo di aver perduto”.

“Sono una musicista che fa musica pop dei giorni nostri. Utilizzo i rumori del quotidiano, della vita: macchine, vento, pioggia, cani, piccioni, voci umane, telefono, fax. Cerco di fare musica che sia la più reale e la più moderna possibile, ma che allo stesso tempo rimanga pop music. La mia meta è fare musica che tutti possano comprendere, ma che sia anche sperimentale”.

“Amo andare nei club, incontrare qualche musicista, bere e fare piani sulle nostre future collaborazioni”.

“Ho frequentato il conservatorio per dieci anni, ho partecipato a audizioni di musica classica, ho fatto parte di alcune punk band, ho prodotto un gruppo heavy metal, ho scritto arrangiamenti per archi, testi, canzoni. Tutte queste esperienze mi hanno permesso di conoscere a fondo i miei pregi e i miei difetti. Uno di questi è che mi annoio abbastanza facilmente”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

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