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Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

16-02-2017 18:44

Music News di Augusto Sciarra

(gazzettadireggio.gelocal.it)
Julie’s Haircut, il rock “del levare”. Il ritorno della band: “Non scriviamo più le canzoni, le troviamo nei suoni e le rifiniamo”.
I Julie’s Haircut, dopo quattro anni, presentano un disco di inediti, il settimo della loro carriera ventennale. Il titolo, “Invocation and ritual dance of my demon twin”, racconta molto delle suggestioni sonore e tematiche che hanno guidato il sestetto. Nelle otto tracce si alternano brani più rock, con parti acide legate alla tradizione psichedelica, e lunghe cavalcate ritmiche. “Non scriviamo più canzoni, nel senso abituale del termine. È un processo simile a quello che Teo Macero applicava alle registrazioni di Miles Davis: improvvisare liberamente in studio per poi scovare la canzone nelle registrazioni, rifinendola fino alla sua forma definitiva. Per la musica che facciamo, in Italia siamo sempre stati considerati un corpo estraneo”.

(linkiesta.it)
La musica classica apre le porte agli strumenti stampati in 3d. Si chiama 3Dvarius ed è il primo violino realizzato interamente da una stampante 3d. Il suo creatore è Laurent Bernadac e l'obiettivo è quello di aiutare i musicisti a creare nuovi suoni e nuove tecniche interpretative
Alcuni critici musicali ritengono che lo strumento non possa essere in grado di produrre un suono paragonabile a quello del classico violino in legno; per altri, invece, strumenti così "informatici" potrebbero dilatare le frontiere della creatività musicale. Al momento, sono circa un centinaio gli esemplari di questo strumento ad essere stati venduti, a circa 7000 euro al pezzo.

(cittadellaspezia.com)
La Spezia – I musei aprono le porte alla musica, sette appuntamenti con la classica
Museo Lia, sabato 18 febbraio: Concerti Brandeburghesi n. 2, 3, 6 di J.S.Bach, eseguiti da Alberto Bardelloni al trombino barocco, Ruggero Marchesi al violino, Michele Bertucci al flauto dolce, Marco Montanelli al cembalo, Iulia Muntean all’oboe e diversi altri strumentisti del conservatorio spezzino. 26 febbraio, Museo Diocesano: duo chitarristico Ferrari-Profita, musiche di F.Tarrèga M.Giuliani, M.D.Pujol. Domenica 12 marzo, Museo Diocesano: pianista Gualtiero Amadei,  musiche di L.v.Beethoven, F.Chopin, J.Brahms. Sabato 2 aprile 2017, Museo Diocesano: “L’Opera in Salotto” con il Trio Opera Viwa, arie e fantasie da opere di V.Bellini, G.Donizetti, G.Verdi, Verdi-Liszt, V.Bellini, C.Ciardi, G.Rossini, L.Hugues, Verdi-Krakamp, J.Benedict.

Domenica 9 aprile, Museo CAMeC: i pianisti Giuseppe Bruno e Vincenzo Maxia, Faust Symphonie e Faust Overture di F.Liszt e R.Wagner. Sabato 29 aprile, Museo Diocesano: Fabrizio Merlini alla viola, Luca Simoncini al violoncello, M° Federico Rovini al pianoforte, musiche di J.Brahms e R.Schumann. Sabato 6 maggio, Museo Diocesano: Quartetto di Sax Singelée e l’Ensemble di chitarre Cum Chordis, musiche di G.F.Haendel, K.Weill, J.B.Singelée, G.Bizet, S.Joplin, A.Vivaldi, L.Boccherini.

Time – Note dal Passato: Jimi Hendrix (Seattle, 27 novembre 1942 – Londra, 18 settembre 1970)
La stella di Jimi Hendrix ha brillato per circa tre anni: il 45 giri “Hey Joe” è del 1966, l’album “Are You Experienced” del 1967, la partecipazione trionfale al Monterey Pop Festival del 1968. La morte, avvenuta il 18 settembre 1970 in tragiche circostanze, lo ha sorpreso a 27 anni. Non era mai stato in grado di controllare la sua vita e la sua musica, non solo a causa della droga. Era una personalità fragile che aveva con la sua musica e la sua chitarra un rapporto quasi morboso. La sua vita, gli amori, la carriera, la sua arte sono sempre stati gestiti da altri.

Noel Redding (basso, chitarra; The Jimi Hendrix Experienxe; Folkestone, 25 dicembre 1945 – Clonakilty, 11 maggio 2003): “Ho capito che Jimi era un genio dopo averlo sentito suonare “Hey Joe”. Avevamo messo su un giro di milioni di dollari, ma abbiamo visto le briciole. Manager, impresari, discografici per tenerci buoni ci mettevano a disposizione tutto quello che desideravamo: i migliori alberghi, donne, droga. Eravamo troppo giovani e ingenui per capire che ci stavano fregando. Jimi, negli ultimi mesi di vita, aveva provato a ribellarsi all’ingranaggio che lo stava stritolando. Ma l’ansia e la frustrazione di non essere libero di proseguire il suo cammino verso la creatività gli avevano tolto la gioia  di vivere”.

Jimi ha cambiato il ruolo della chitarra, usando per primo i distorsori e creando un ponte ideale tra rock & roll, blues e fusion. Era una delle poche star nere del rock in un mondo dominato dai bianchi. E’ stato prima adottato dall’Inghilterra, e solo dopo accettato dall’America.  

Jimi Hendix nasce a Seattle, il 27 novembre 1942. A 5 anni comincia a suonare la chitarra. Crescendo sperimenta sempre nuovi suoni. Quando si arruola nei paracadutisti, la sua idea è riprodurre il rumore di un aereo in volo. Adora lanciarsi nel vuoto. Ma presto comincia a trascorrere le sue giornate parlando e dormendo con la chitarra, chiuso nei suoi sogni musicali. Durante il servizio militare forma il suo primo gruppo con il bassista Billy Cox. La base era nei dintorni di Nashville, dove sta nascendo il mitico sound dei Musche Shoals Studios.

Nel 1963, tornato a Vancouver, viene ingaggiato da Little Richard. Questa esperienza dura poco. Il “re del rock & roll” è in crisi, mostra segni di squilibrio mentale, e non tollera che un ragazzino gli rubi la scena. In seguito suona con: Solomon Burke, Ike and Tina Turner, Jackie Wilson, B.B. King, Isley Brothers, Curtis Knight, King Curtis. L’anfetamina, già allora, gli dà l’energia e la concentrazione per elaborare le formule magiche del blues. I suoi maestri sono i grandi del Delta: Muddy Waters, John Lee Hooker, Albert King, Freddie King, B.B. King, Elmore James.

1965: si trasferisce a New York, e con il nome di Jimmy James si mette in luce nel giro dei club di Manhattan. Al Cafe à Go Go conosce Chas Chandler, ex-bassista degli Animals, che gli propone di andare in Inghilterra.

Mike Bloomfield (chitarra; Chicago, 28 luglio 1943 – San Francisco, 15 febbraio 1981): “Avevo sentito parlare di Jimi quando suonava con Johnny Hammond Jr. Io facevo parte della band di Paul Butterfield, ed ero considerato il miglior chitarrista della scena. Ma lui, con la sua Fender Stratocaster, otteneva suoni incredibili”.

Ottobre 1966: nasce la Jimi Hendrix Experience (Noel Redding, basso; Mitch Mitchell, batteria). E’ l’anno di “Hey Joe”, dei primi concerti, del debutto su disco con “Are You Experienced”. L’apparizione al Festival di Monterey gli spalanca le porte dell’Olimpo del Rock. I Jefferson Airplane, che dovrebbero suonare dopo di lui, rinunciano. 1968: escono “Axis Bold As Love” e il doppio album “Electric Ladyland”, registrato con la collaborazione di Steve Winwood (organo Hammond, Traffic), Buddy Miles (batteria), Al Kooper (tastiere), Jack Casady (basso, Jefferson Airplane). I suoi interessi musicali si allargano. Sogna di poter dirigere una big band, e approfondisce i suoi legami con i musicisti jazz, alcuni dei quali aveva conosciuto a New York: Roland Kirk, Archie Shepp, Gil Evans, Miles Davis.

Nei tre anni trascorsi tra l’apparizione a Monterey e la sua prematura scomparsa sono accadute molte cose: l’arresto a Toronto (Canada) per possesso di eroina; il contratto capestro con il produttore Ed Chalpin, con cui si impegna a registrate gratuitamente dei dischi. Queste, ed altre vicissitudini, lo costringono a tornare in Europa dove morirà. In occasione del tour in Danimarca, durante un’intervista aveva dichiarato: “Sono morto da tempo”.

Londra, 18 settembre 1970, ospedale St. Mary’s Abbot’s, ore 11.25: Jimi Hendrix viene dichiarato morto. La causa (mai completamente accertata): overdose d’ eroina. I fatti: Jimi, quando si sente male, si trova nell’appartamento della sua amica Monika Dannemann. Vuole dormire, è stressato. Prende dei sonniferi, ma ha bevuto degli alcolici. Si sente male mentre la Dannemann è uscita per comprare delle sigarette. Lei, al sui rientro a casa, perde del tempo prezioso chiedendo aiuto per telefono a Eric Burdon, cantante degli Animals, loro amico. L’ambulanza arriva in ritardo. Hendrix arriva in ospedale esanime.

All’epoca qualche giornalista sostiene che la morte di Jimi Hendrix faceva parte del “Progetto Cointelpro” dell’FBI per eliminare alcuni leader neri vicini alle Black Panther. Altri hanno scritto che sarebbe morto per overdose di eroina a casa di amici, vicino Londra, e il suo corpo senza vita portato a casa di Monika Dannemann. Un’altra ipotesi fantasiosa: Jimi raggiunge in volo Hollywood. Lì viene assassinato e poi portato a Londra con un jet privato.

“Musica e vita, il loro fluire sono vicine. La musica significa tante cose. Ma non significa necessariamente le note fisiche che senti nelle orecchie. Possono essere note che ascolti con le sensazioni, con il pensiero, con l’immaginazione, le emozioni che provi”. (Jimi Hendrix)

augusto.sciarra@rai.it

 

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