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Music News di Augusto Sciarra

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09-04-2017 20:20

Music News di Augusto Sciarra

(repubblica.it)
Da Beethoven all'eternità. Alex Ross: "I grandi maestri sempre con noi ma basta enfasi sul passato". E' critico musicale per il New Yorker dal 1996, dal 1992, ha scritto di musica classica per il New York Times. A Harvard ha studiato letteratura e storia della musica, anche insieme al compositore Peter Lieberson, ed è stato deejay di classica e underground per WHRB 93.5, la radio del college.
Oggi chi va ai concerti di classica? "In America persone dalla mezz'età in su.  Quando vengo in Europa, ai concerti vedo un'età media ancora inferiore. Penso che dipenda anche dal prezzo dei biglietti, più alto negli Usa perché non ci sono sussidi pubblici".

“Il mio primo amore è stato l'Eroica di Beethoven. Avevo un'esecuzione di Leonard Bernstein. L'album conteneva un secondo disco, con inciso un commento dello stesso Bernstein. È stata la prima volta in cui ho sentito analizzare un'opera musicale. La sua scelta di vocaboli, evocativi e coinvolgenti, mi conquistò".

"Sono cresciuto a Washington D. C., e i miei genitori mi portavano spesso a sentire la National Symphony Orchestra. Poi, nel 1984, la folgorazione: Bernstein venne a dirigere alla National Cathedral. Riuscii a incontrarlo brevemente e lo osservai durante le prove. Per me è stata un'emozione fortissima. È allora che la mia vita ha preso questa direzione".

"A Harvard avevo amici che ignoravano la classica e la contemporanea. Iniziavo a esplorare la loro musica: rock sperimentale come Sonic Youth, Pere Ubu, jazzisti come Ornette Coleman. Sentivo dissonanze che mi ricordavano Stockhausen e Ligeti. Anche oggi, da critico, evidenzio connessioni tra classica e pop per dare più riferimenti ai lettori".

(spettakolo.it)
I Pearl Jam (oggi) entrano nella storia
Hanno scritto la storia del grunge insieme a Nirvana, Alice in Chains e Soundgarden. Con il loro “Seattle sound” hanno abbracciato oltre due decenni di musica, sperimentando e cercando sempre nuovi suoni. Stiamo parlando dei Pearl Jam entrati nella Rock and Roll Hall of Fame e nella storia. Cos’hanno dato i Pearl Jam alla musica? 10 album in studio. Dagli esordi esplosivi di Ten e VS, passando per Vitalogy. Ma ci sono anche No code e Yield. Poi abbiamo Binaural e Riot act. Pearl Jam e Backspacer sono lavori più freschi. L’ultimo album, Lightning bolt, ha  diviso i fan. Eddie Vedder ha un legame speciale col pubblico: è un frontman di primo livello che riesce a entrare nel cuore dei fan.

Parole & Musica: Pearl Jam
"Il luogo comune vuole che noi artisti facciamo parte di una sorta di élite hollywoodiana che dovrebbe tenersi lontana dalle beghe politiche, evitare di esprimere il proprio punto di vista, ignorare la propria educazione umanistica e fregarsene dei problemi del mondo. Noi però non viviamo a Hollywood ma a Seattle, paghiamo le tasse e abbiamo il diritto di esprimere un'opinione. Questo ci hanno insegnato la musica con cui siamo cresciuti e i romanzi che abbiamo letto. Lo abbiamo appreso da Woody Guthrie, Pete Seeger, Bruce Springsteen, Pete Townshend, Neil Young”.

“Seattle, tra gli anni 70 e 80, era isolata. I grandi del rock non venivano in città. Questo costringeva la scena musicale del Nord Est a guardare al proprio interno, a creare cose in proprio. Band come Black Flag, Husker Du, Minor Threat, Butthole Surfers sono riusciti a creare un circuito che non aveva niente a che fare con l'industria della musica che esisteva in quel momento”.

“Il nostro momento migliore è stato quando il primo disco ha venduto un milione di copie . Il più duro: il 30 giugno 2000, in Danimarca, al Roskilde Festival, quando nove persone sono rimaste schiacciate dalla folla che si avvicinava al palco”.

“La musica dà la possibilità di rimanere aggrappati ad una parte di gioventù. E’ la più grande forma di arte che esista. Le persone ascoltano musica per diverse ragioni, e con diversi scopi. In alcuni casi fa da sottofondo a delle attività, in altri è qualcosa che può influenzare la giornata o persino la loro vita. Le canzoni migliori sono quelle che ti fanno provare qualcosa”.

“Non ci sono abbastanza persone che difendono la natura. Le risorse del pianeta sono limitate. La gente sfrutta e spreca le risorse del pianeta senza alcun controllo e tra le multinazionali e la natura la battaglia è impari. Tutto il potere è dalla parte delle multinazionali. Possono fare quello che vogliono. Non le ferma nessuno. Dobbiamo cercare di rallentare la discesa verso il baratro. La scienza ci dice che entro i prossimi 50 anni, se non staremo attenti, finiremo per perdere molte cose”

"Il mondo del rock è assai meno romantico di un tempo. Abbiamo perso il disco e fra un po' perderemo anche il piacere di sfogliare un libro, di lasciarlo a metà e di riprenderlo dopo un anno, di riporlo sullo scaffale"

"In questi anni abbiamo capito che la vita è preziosa. Non vogliamo perdere d'occhio la magnificenza di quel che ci circonda, la bellezza di una conchiglia che trovi nella sabbia, di una nuvola che si forma nel cielo, delle gocce di pioggia che si rincorrono in una pozzanghera. Siamo così tormentati dalle cattive notizie, strangolati da mille paure che non riusciamo più a vedere le meraviglie che il pianeta ci regala"

augusto.sciarra@rai.it

 

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