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Music News di Augusto Sciarra

Speciale Sanremo 2017

08-02-2017 02:57

Music News di Augusto Sciarra

Sanremo: Parole & Musica

Fiorella Mannoia
“Prima che cantante sono una cittadina sensibile a ciò che succede nel mio paese. Le mie parole sono ascoltate da molte persone, per questo devo essere attenta a ciò che dico e a come lo dico. Politica e arte sono sempre andate a braccetto. Negli USA la gente di spettacolo appoggia candidati democratici o repubblicani senza alcun  pregiudizio. In Italia al contrario, ogni volta che esprimi un giudizio c’è qualcuno che ti dice: devi fare la cantante, non devi occuparti di politica”. “Oggi ci vuole più attenzione per le fasce deboli della popolazione. Lo dico da donna privilegiata che sente il dovere di guardare a chi questi privilegi non li ha. Più possiedi, più hai il dovere di farlo”. Ho una visione romantica della politica: è una missione, non un lavoro. È una responsabilità che dovrebbe far tremare le vene dei polsi, perché significa essere responsabili della vita e della morte delle persone”.

“Il Brasile è stata una scoperta umana, oltre che musicale. La prima volta che ci sono andata ho sentito un’attrazione mai provata prima. Oggi parlo bene il portoghese e ho imparato a sambare”.

“Quello che le donne non dicono mi è rimasta appiccicata addosso. Ogni volta che faccio un concerto, prometto a me stessa di non cantarla più. Ma poi il pubblico la chiede e non sono capace di tirarmi indietro”.

“La penso come Marianne Faithfull che sostiene che le canzoni sono come un testo teatrale: per interpretarle bisogna entrare nel personaggio. Non mi distraggo mai da quello che sto cantando. Quello che dico lo vedo davanti a me, come un film”.

“Artisticamente ho avuto soprattutto modelli maschili. Ho seguito più Lucio Battisti che Mina. E ho cantato soprattutto canzoni di uomini. Punto al testo, all’emozione. Quella è la mia forza come interprete e come attrice”.

“Le tournée sono un viaggio perenne. Quando si parte si sta in strada per mesi. Le uniche cose che si vedono prima e dopo un concerto sono le strade e gli autogrill. E’ il modo peggiore per visitare i luoghi, ma il migliore per conoscere la gente. Ogni città ha il suo pubblico e reagisce in modo diverso allo spettacolo. Amo Parigi, la Normandia, la Provenza, la Bretagna, l’Irlanda. In Europa viaggio sempre volentieri”. 

“Amo Bahia. Mi sono innamorata di questa pazza città la prima volta che l'ho vista. E’ un amore profondo che non si può spiegare. Però, quando vedo quartieri meravigliosi che potrebbero essere recuperati, come il Pelourinho, la Cidade Baixa, la Ribeira con quei bellissimi palazzi antichi che sono la memoria storica della città cadere a pezzi, mi sanguina il cuore e mi chiedo come sia possibile che nessuno pensi di ristrutturarli. Inoltre c’è un eccesso di cementificazione selvaggia, che lascia pochi spazi verdi. E’ un peccato perché con questa natura rigogliosa si potrebbero creare giardini da fare invidia a Versailles”.

“L’interprete è a metà tra cantante e attore. Le canzoni sono delle piccole sceneggiature. Il loro miracolo è intrappolare in soli tre minuti una storia. Dentro ci sono le nostre vite. Ci accompagnano, scandiscono il tempo, ci ricordano un momento preciso, una fase della nostra esistenza, dove stavamo e con chi: i nostri incontri, i luoghi che abbiamo visitato, amori nati, amori finiti, persone che abbiamo conosciuto o che abbiamo perso. Pasolini diceva che le canzoni hanno il potere magico e abiettamente poetico di rievocare il passato.  Nessuna altra forma d’arte ha questa capacità immediata”

“La mia carriera artistica è partita come controfigura nel cinema, con una piccola parti in un film western. Mio padre era istruttore di cavalli, la nostra famiglia non era ricca ma ci piaceva andare a cavalli. Mi sono ritrovata a fare dei ruoli strani, spesso pericolosi. Ho fatto la controfigura di Lucia Mannucci e Monica Vitti per molti anni.  Ho schivato le finte botte di Alberto Sordi in “Amore mio aiutami”. Quella che prendeva gli schiaffoni ero io e avevo solo 16 anni. Sono stata sul set con Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Gene Hackman, Oliver Reed. E’ stata un’esperienza unica, anche se allora non mi rendevo conto di che cosa stessi vivendo”.

“Quello con Fabrizio De Andrè è stato uno dei momenti più importanti della mia vita. A 16 anni ho sentito “Tutti morimmo a stento” e sono rimasta  folgorata, mi ha fatto entrare nell’età adulta. Fabrizio mi ha cambiato la vita, mi ha mostrato l’altra faccia della medaglia, facendomi scoprire: i diseredati, gli esclusi, la droga, le prostitute, tutto quello che c’è dall’altra parte della luna. Mi ha insegnato che tutti possiamo sbagliare nella vita, possiamo essere Bocca di rosa e Marinella. Non dobbiamo metterci sul pulpito e giudicare nessuno. È stato un maestro”.

“Enrico Ruggeri mi ha aperto la porta della canzone d’autore. Lui ha vissuto con tante donne, le ha osservate, le conosce e dimostra che la sensibilità non ha sesso. “Quello che le donne non dicono” è una canzone che ci descrive bene. Ivano Fossati ha smesso di suonare, ma non di fare musica. Ha voluto uscire dalla discografia, dalla macchina dei concerti e della promozione. E’ un amico fraterno. Francesco De Gregori è un altro grandissimo. Adoro Tiziano Ferro. Mi piace molto anche Jovanotti”.

“Combatto contro le ingiustizie. Siamo in un momento di crisi globale, economica, culturale, etica e morale. Ci sono focolai di guerra ovunque. E’ un momento complicato della nostra storia. Dobbiamo tenere gli occhi aperti, cercando di far sentire le persone meno sole. Non dobbiamo smettere di sperare. Dobbiamo pretendere legalità e onestà. Si sta perdendo il significato di queste parole e noi dobbiamo avere il coraggio di rivendicarne il senso”.

“Ho tante pagine Facebook che seguo personalmente. Mi portano via del tempo, ma permetterei a nessuno di seguirle per me.  Non mi sembrerebbe nè etico, nè corretto. Con i social network ho un rapporto di odio-amore. Oggi è il modo di comunicare. Tanti fan aspettano di sapere quello che penso”.

“Io faccio una vita normale. Se la gente mi incontra per strada e mi ferma per fare una foto, non mi tiro indietro. Il successo e’ un privilegio, ci sono persone che credono in te, che ti stimano, ed è bello. Ci sono artisti che per il successo si isolano, ma è sbagliato”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

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