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Premio Tenco 2015 (Sanremo, 22-24 ottobre 2015)

Premio Tenco 2015 (Sanremo, 22-24 ottobre 2015)

07-11-2015 21:00

Premio Tenco 2015
di Elisabetta Malntrucco 

 

Si è svolta a Sanremo, dal 22 al 24 ottobre, la 39a edizione della Rassegna della canzone d’autore - dal titolo Fra la via Aurelia e il West - dedicata a Francesco Guccini, che vi ha partecipato con

sguardi tra l’imbarazzato e il divertito, un po’ come quando si organizza una festa a sorpresa per un amico.  
Perché quella del Premio Tenco non è stata una celebrazione ma la festa ad un amico che mancava da un po’. Un amico che dalla prima edizione non solo vi ha partecipato, ma ha contribuito a crearne lo spirito, quell’arte dell’incontro che è la cifra della Rassegna. 

Questa grande festa è stata un tripudio di suoni. Di musica ce n’era per tutti i gusti, i palati e le età. Tutti gli artisti  hanno fatto il loro omaggio a Guccini, innanzitutto, e alcuni in questo si sono davvero impegnati. Pensiamo per esempio – durante la prima serata – a Il pensionato interpretato da John De Leo, protagonista di uno dei set più potenti: impressionanti le sue doti vocali e la maestrìa dei suoi musicisti. Pensiamo anche all’esecuzione felice di Stelle da parte di Cristina Donà. La Donà era presente come vincitrice della Targa Tenco alla migliore canzone: Il senso delle cose, ex aequo con Pacifico e Samuele Bersani per Le storie che non conosci. Bersani, senza voce, ha affidato il set al solo Pacifico che si è ben difeso interpretando Gli artisti nell’ultima serata. 

Ma andiamo con ordine e torniamo alla prima sera che ha visto anche la consegna della targa all’opera prima a La Scapigliatura: due fratelli che hanno scelto una veste pop per il loro set. Alla serata era presente anche Appino e a chiudere è arrivato Roberto Vecchioni, con la solita classe. Il suo omaggio a Guccini è stata una declamazione di Bisanzio

E passiamo alla seconda serata. Davvero emozionante la rilettura gucciniana da parte dell’ Orchestra sinfonica di Sanremo, diretta da Vince Tempera, con tre pezzi: RadiciCanzone quasi d’amore e Cirano . Una vera rivelazione è stata la cantante Vanessa Tagliabue Yorke: una voce perfetta e potente. 
Bobo Rondelli subito dopo ha regalato una Avvelenata impeccabile e una meravigliosa canzone dedicata a sua madre. A deliziare i presenti con la sua chitarra è poi stato il Premio Tenco per i suoni della canzone Armando Corsi. (Premio Tenco per il miglior artista è andato a Jacqui McShee; Premio Tenco all’operatore culturale al grande disegnatore Guido De Maria; il riconoscimento è stato consegnato dall’amico di una vita Francesco Guccini). 
Subito dopo Corsi è salito sul palco Mauro Ermanno Giovanardi, vincitore della Targa Tenco per il miglior album dell’anno; è stato molto bravo in particolare a convincere la platea con la sua bella voce che Dio è morto… Carmen Consoli ha invece riletto Il vecchio e il bambino e si è impegnata poi in un set di grande impegno autorale. 

Straordinari i Têtes de bois, che hanno aperto la serata del sabato ricevendo la Targa come migliori interpreti, grazie all’album Extra, omaggio a Léo Ferré; ai Têtes e ad Andrea Satta, in particolare, la Canzone delle domande consuete è calzata a pennello. 
Bellissima la rilettura de La ballata degli annegati da parte di Cesare Basile, vincitore della Targa come miglior disco in dialetto e coinvolgente il suo sound; straordinari i suoi musicisti. 
La più originale rilettura gucciniana appartiene però all’Autogrill del cantautore canadese Bocephus King; il suo set è stata adrenalina pura per tutta la platea: una vera forza della natura. 
E poi è stata la volta di Giovanni Truppi, vincitore del Premio Imaie; è salito sul palco immenso dell’Ariston, solo, con la sua chitarra elettrica e la sua figura esile e stralunata. E da quella chitarra, dalla sua voce potente e dalla sua scrittura geniale è riuscito a tirare fuori l’incredibile. 


  Si ringrazia Roberto Molteni per le foto (per gentile concessione)
 



A chiudere la rassegna i musicisti di Guccini riuniti in gruppo: un finale tutto dedicato al Guccio che, alla fine, è salito sul palco a salutare: ha raccontato di come aprì la prima rassegna cantando
La Locomotiva e gli sembrava giusto che si chiudesse proprio con la locomotiva… la stessa che campeggiava nella deliziosa scenografia del palco. 
La locomotiva che è stata presente ogni momento durante tutta la Rassegna: la locomotiva della musica d’autore come una cosa viva.

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