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Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

28-01-2017 21:21

Music News di Augusto Sciarra

(gazzettadiparma.it)
A Parma le 100 facce della musica italiana foto-ritratte da Gastel
Dalla “A” di Alessandra Amoroso alla “Z” di Zucchero, passando per Vasco e Paolo Conte, Ligabue e Francesco De Gregori, Mario Biondi e i Negramaro, Elisa e Giorgia, arrivando alle star dell’hip hop e del rap Emis Killa, Club Dogo, Fedez, J- Ax e Fabri Fibra. Decine gli artisti, i cantautori, i musicisti, i cantanti, ma tra loro anche gli autori, come Mogol e i dj, su tutti Claudio Cecchetto. Da sabato 4 febbraio la musica italiana si racconta a Parma in 100 ritratti d’autore firmati Giovanni Gastel, uno dei più celebri fotografi italiani al mondo, con la mostra “Le 100 facce della musica italiana”. La mostra sarà visibile nelle sale del Palazzo del Governatore fino al 19 marzo prossimo.

Giovanni Gastel ha raccontato: “Dicono che Dioniso girasse per il mondo con un festante carriaggio di musici e cantori in una gioiosa e un po’ ebbra pantomima di invasione del mondo. Ecco, quando la musica italiana è entrata nel mio studio e io ho aperto la porta a quella sorridente brigata di artisti e personaggi, ho subito pensato che Dioniso fosse infine arrivato a invadere anche me. E forse così è stato! La musica è entrata sorridendo e con una quantità di personalità forti e diverse tra loro”.

Le cento facce della musica italiana ritratte da Giovanni Gastel sono: Marco Alboni, Giovanni Allevi, Alessandra Amoroso, Biagio Antonacci, Renzo Arbore, Arisa, Malika Ayane, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Samuele Bersani, Mario Biondi, Brunori Sas, Bugo, Caparezza, Vinicio Capossela, Pierpaolo Capovilla, Luca Carboni, Caterina Caselli, Andrea Castellari, Francesco Cattini, Claudio Cecchetto, Clementino, Club Dogo, Paolo Conte, Cesare Cremonini, Simone Cristicchi, Mimmo D’Alessandro & Adolfo Galli, Cristiano De André, Francesco De Gregori, Roberto De Luca, Dente, Adele Di Palma, Veronica Di Quattro, Cristina Donà, Ludovico Einaudi, Elisa, Emis Killa, Ensi, Fabri Fibra, Fedez, Tiziano Ferro, Eugenio Finardi, Ivano Fossati, Frankie hi-nrg, Max Gazzé, Giorgia, Dario Giovannini, Francesco Guccini, J-Ax, Jovanotti, Ligabue, Linus, Litfiba, Luci della Centrale Elettrica, Mannarino, Fiorella Mannoia, Marlene Kuntz, Marracash, Emma Marrone, Alessandro Massara, Marco Mengoni, Lorenzo Mieli, Mina, Ministri, Mogol, Gianni Morandi, Morgan, Gianna Nannini, Negramaro, Negrita, Mauro Pagani, Giuliano Palma, Massimiliano Pani, Omar Pedrini, Pierpaolo Peroni, Max Pezzali, Eros Ramazzotti, Enrico Rava, Francesco Renga, Andrea Rosi, Enrico Ruggeri, Salmo, Maurizio Salvadori, Ferdinando Salzano, Andrea Scrosati, Stefano Senardi, Daniele Silvestri, Sir Bob Cornelius Rifo, Subsonica, Fabio Treves, Claudio Trotta, Davide Van De Sfroos, Ornella Vanoni, Vasco, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Verdena, Nina Zilli, Zucchero, Paola Zukar.

(corrieredelmezzogiorno.corriere.it)
Licola, Mogol direttore del Palazzetto della Musica
“Sorgerà una grande struttura per la musica – conferma Mogol - e questo è un progetto molto importante. In Italia non ci sono più aree per ospitare musica di un certo livello, il mio compito sarà innanzitutto quello di portare i grandi artisti nazionali e internazionali in un palazzetto all’altezza”.

(ilfattoquotidiano.it)
Julie’s Haircut, il nuovo disco tra dark rock e suoni psichedelici
L’ultimo album, in uscita il 17 febbraio, intitolato “Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin”. “Il disco – racconta Nicola Caleffi, membro fondatore e chitarrista del gruppo – nasce da una serie di registrazioni effettuate negli ultimi due anni sulle quali siamo tornati successivamente, selezionando i momenti più interessanti da sviluppare”.

“Il titolo contiene due riferimenti ad artisti, uno musicale e l’altro cinematografico: Frank Zappa, che scrisse un pezzo intitolato Invocation & Ritual Dance of the Young Pumpkin  e poi il regista Kenneth Anger autore del film Invocation of My Demon Brother. Insieme compongono un mix di richiami che sono per noi più dei giochi che non delle vere e proprie influenze. Sulla copertina ci sono due gemelle attrici americane di origini ungheresi che hanno lavorato negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. L’idea era quella di richiamare il legame che c’è non solo nei gemelli ma in ogni essere umano con la propria ombra, una sorta di gemello interiore che ognuno di noi ha, che è il nostro sé, concetto elaborato dal grande psicanalista Carl Gustav Jung”.

“È vero che la nostra musica si rifà alla psichedelia, ma all’interno della nostra proposta ci sono tante cose diverse, che non sono riconducibili unicamente a quel mondo lì. Però nello specifico, la psichedelia è una forma musicale che è vero nasce negli anni ’60 con le droghe e l’espansione della coscienza e il movimento giovanile e quant’altro, ma è una forma musicale senza tempo che può anche essere avvicinata a certe forme d’avanguardia, come il minimalismo o il free jazz. L’approcciarsi a questa musica oggi c’è nella misura in cui gli riconosciamo una sorta di universalità, che non è legata né a un genere musicale né a un periodo storico, ma che li trascende tutti”.

Parole & Musica: Julie’s Haircut
“Gli artisti che ci hanno maggiormente influenzati sono: Velvet Underground, Pavement, Flaming Lips. Apprezziamo molto anche i grandi musicisti, come: Neil Young, Bob Dylan. I nostri album preferiti: “The Velvet Underground and Nico”, “Exile on Main Street” dei Rolling Stones, “Tommy” degli Who, “Dirty” dei Sonic Youth e “Lightnin’ and the Blues” di Lightnin’ Hopkins”.“Funhouse” degli Stooges, “What’s Goin On” di Marvin Gaye”.

“In Italia è sempre stato difficile pubblicare un disco in età giovanile. Il nostro primo disco è uscito nel 1999. Avevamo tra i 24 e i30 anni. A quell’età in Inghilterra o in America le carriere di molti gruppi sono già finite”.

“Per noi un concerto deve essere un’occasione di festa. La gente che viene ai nostri spettacoli lo fa per sentire le canzoni ma anche per divertirsi. Per questo ci piace circondarci di oggettistica e luci che creino un “ambiente” alla musica che facciamo. Questo aiuta anche noi a ricreare sul palco un ambiente familiare, domestico, che ci mette a nostro agio”.

(umbria24.it)
Le Orme, la storia del rock progressivo italiano sul palco dell’Afterlife Live Club di Perugia. Domenica 29 gennaio uno dei gruppi progressive più importanti della scena musicale mondiale sarà protagonista a Perugia di un atteso concerto. Le Orme: “Ai nostri fan è dedicata la nostra musica”.
“Le grandi emozioni dei nostri concerti sono ispirate dall’energia dei nostri straordinari fan in tutto il mondo. A loro è dedicata la nostra musica”. Ad affermarlo sono Michi Dei Rossi (batteria e percussioni), Michele Bon (tastiere, organo, piano, synth e cori) e Fabio Trentini (voce, basso, chitarra 12 corde, chitarra acustica 12 corde), Le Orme che, domenica 29 gennaio, si esibiranno sul palco dell’Afterlife Live Club di Balanzano. Le Orme hanno iniziato ad eseguire dal vivo (in versione completa) i loro più importanti album: “Collage”, “Uomo di pezza” e “Felona e Sorona”. Questo in attesa di pubblicare il nuovo album “ClassicOrme”. “Si tratta di un album sicuramente diverso, con una qualità che a nostro parere supera molti degli altri, frutto di un lavoro ventennale”.

(ilgiornale.it)
Nella notte romana, il miglior jazz. Artisti italiani e star internazionali al festival “Round Midnight”.
Lunedì 30 gennaio Letizia Felluga si esibirà in concerto alle 21.45 con Giovanni Ceccarelli al piano e Alessandro Marzi alla batteria. L'artista si racconterà a Max De Tomassi, critico musicale. Tra le altre date spiccano quella del chitarrista napoletano Aldo Farias e quella di Alteria, in concerto rispettivamente il 13 e il 27 marzo.

Time – Note dal Passato: Jackson Browne
Clyde Jackson Browne (cantante, autore, attivista politico) ha scritto alcune delle pagine più significative della storia del rock. Diversi e importanti gli artisti con cui ha collaborato: Eagles, Bonnie Raitt, Tom Rush, Warren Zevon, Byrds, Tim Buckley, Nitty Gritty Dirt Band, David Crosby, Bruce Springsteen.

"Lives in the bilance", uscito nell'86, era una critica all'imperialismo americano. Il mio punto di vista da allora non è cambiato molto. Mi illudevo che con le mie canzoni avrei potuto aprire gli occhi alla gente, cambiando qualcosa. Questo non era possibile. Gli americani non si svegliano. Forse aprirebbero gli occhi solo davanti a una crisi economica disastrosa o forse neanche in questo modo. Il fatto è che non hanno mai messo in collegamento il loro stile di vita con i fatti esterni, che avvengono fuori dai loro confini, né hanno mai pensato che quello che accade oggi è diretta conseguenza di quello che è stato preparato e posto nelle premesse diversi anni fa”.

“Il rap è la moderna forma di ribellione, di evoluzione politica, sociale e culturale. Le case discografiche cercano solo prodotti da vendere e tralasciano questi aspetti, questi messaggi. La musica può parlare, ma forse dobbiamo chiedere al Wall Street Journal come dobbiamo protestare”.

“Il mio modo di fare musica non è cambiato. Cerco sempre un incontro tra antico e moderno. Utilizzo ancora il suono analogico pur accostandolo al digitale. Oggi è tutto più facile, la musica si realizza in modo rapido”.

“Non scrivo molte canzoni. Desidero comporre musica interessante, profonda, che dica cose vere, nuove”.

“Oggi è più facile che le persone trovino delle connessioni tra la politica e propri bisogni individuali e quindi hanno più cose da dire. Per molto tempo nella mia generazione la politica è stata deludente e distante, pochi se ne interessavano davvero. Non si poteva parlare di politica nelle canzoni. Quando ho cominciato a scrivere canzoni politiche c’era già chi lo faceva, come Country Joe McDonald. La canzone americana è da sempre canzone politica. Un esempio: il blues, che racchiude tutto il linguaggio della protesta politica. Non era una semplice forma di intrattenimento per i neri americani, era un modo per dire la verità”.

“Ci sono ottime band che hanno uno spessore politico, come ad esempio i Pearl Jam, Bruce Springsteen e la E Street Band. Non si tratta solo di scrivere canzoni, ma anche di prendere iniziative, partecipare a eventi musicali benefici, tenere concerti in zone tormentate dai conflitti politici. Negli anni ’80 ci si è resi conto che ognuno poteva avere proprie questioni politiche da affrontare. Negli anni ’70, invece, la gente era disillusa dalla politica, confidava troppo negli anni ’60. Oggi, nel mondo della musica, c’è chi come Ani DiFranco si dà da fare. Artisti che riflettono un’energia simile alla mia, che vogliono far sentire la loro voce, divulgare le loro idee”.

“David Lindley è stato uno dei miei maestri. Sa tutto sulla musica esoterica, su quella tradizionale. Combina le influenze più eclettiche, le sfrutta per suonare i più diversi strumenti a corda. Ha un interesse sconfinato per tutto ciò da cui è possibile trarre un suono”.

“Il mio sound è stato etichettato come “californiano”. A volte abbiamo bisogno di un’etichetta perché c’è talmente tanta musica al mondo che sembra non se ne possa fare a meno”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

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