NOTIZIE

Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

15-04-2017 19:25

Music News di Augusto Sciarra

(ilgiornale.it)
"Cosa penso della musica d'oggi? Niente". Branduardi in concerto con il suo folk. L'artista in giro per l'Italia con lo spettacolo "Camminando camminando".
“Vengo dalla musica classica e sono passato alla musica popolare quando mi sono trasferito da Genova a Milano con i miei genitori. Da allora ho cominciato i miei esperimenti sonori che sono passati soprattutto attraverso il folk”. “A volte mi esibisco in duo chitarra e voce con Maurizio Fabrizio che è mio fratello in musica in un'atmosfera molto intimista; altre volte suono con l'orchestra in modo più ridondante; a fine aprile ripartirò col mio quartetto”.

Parole & Musica: Angelo Branduardi
"A 17 anni ho realizzato la mia prima composizione. Ho sempre cercato suoni naturali, poi l'unplugged è diventato una moda”.

"Vengo dai vicoli di Genova, i caruggi. Abitavo a via della Maddalena. C’erano prostitute, contrabbandieri, gente che entrava e usciva di galera, ma mia madre non ha mai chiuso la porta di casa. Mangiavamo quello che usciva dal porto con il contrabbando: banane, carne congelata dall'Argentina. Mio padre era un melomane. Un giorno gli ho detto che volevo studiare musica. Mi ha portato dal maestro Augusto Silvestri, che mi ha fatto vedere un violino tirolese del '700. Sono stato colpito dal colore e dall'odore della cera”.

"Ho avuto la fortuna di vivere l'epoca d'oro della musica, dagli anni '70 agli anni '90. Il ventennio più proficuo della musica nel mondo. Quando il Disco D'oro arrivava per 500mila copie vendute. Adesso lo danno a 12.500”.

“Penso che la musica abbia dimenticato le proprie tradizioni. Il nostro mondo ha sostituito la musica come fatto storico, che accompagnava ogni momento della vita dell’uomo, con l’arte per l’arte, che è fine a sé stessa. La tradizione e la cognizione del proprio passato sono necessarie alla cognizione e del futuro. Questo vale per la musica e per qualsiasi altra forma della cultura umana”.

“A differenza del mio amico Ennio Morricone, che ogni giorno si applica alla scrittura per tre o quattro ore, io mi lascio trovare. Non sono io tu che suono il violino ma è il violino che suona me. Morricone dice che il 10 per cento è ispirazione e il 90 è traspirazione. Ma quel 10 per cento è indispensabile per creare l’altro 90”.

“Ritengo la musica uno sguardo gettato al di là della porta chiusa. La musica è l’oltre, il trascendente. Per me non corrisponde alla descrizione pratica di una realtà sociale, politica, economica”.

“Ricordo con piacere i grandi eventi ai quali ho partecipato, i 120.000 paganti di Parigi, i momenti da rockstar. Quando ho cominciato si tendeva a dare all'artista 5 anni di tempo e 3 dischi  per potersi affermare. Oggi ai giovani non vengono date molte chance”.

“Sono diversi gli artisti con i quali ho collaborato e che apprezzo. Qualche nome: Maurizio Fabrizio, Paul Buckmaster, Stephen Stills, Ellade Bandini, Roberto Vecchioni, Ennio Morricone, Zachary Richard, Jorma Kaukonen. Ho un ottimo rapporto di amicizia con Franco Battiato, e lo avevo con Fabrizio De André”.

“Ci sono  mie canzoni che sono diventate patrimonio popolare. Ci sono canzoni come la Fiera dell’Est, la Pulce d’acqua, Cogli la prima mela che hanno unito intere generazioni. I fruitori della mia musica erano e sono diversi da quelli che pensavo”.

“Quando ho fatto “Alla fiera dell’est”, era il 1976. Ho fatto a mio modo qualcosa di rivoluzionario per il clima dell’epoca. Nessuno voleva pubblicare “Alla fiera dell’est”, sono stato due anni in attesa perché era un pugno nello stomaco. Una filastrocca che parlava dell’angelo della morte e del Signore, nel tempo in cui uccidevano Moro. Ero distante dalla realtà, ma non così tanto”.

“Francesco d’Assisi diceva: la natura  è un canto incrociato fra creatore e creature, può essere distrutto e rovinato da un elemento negativo. Nelle mie canzoni io parlo pochissimo di natura pochissimo. Alla mia età faccio tante altre cose”.

“Il vecchio sogno che la musica cambi il mondo lo lasciamo ai tempi lontani dei figli dei fiori. La musica non è la bomba, ma può essere la miccia che va alla bomba”.”

“Rivendico un’origine sacrale e spirituale della musica. Lo sciamano imitava la voce del suono originario cercando di mettersi in contatto con esso. La musica nasce ancora così”.

“Non ho la minima idea di cosa sia internet, non so nemmeno accenderlo il computer. Non capisco perché si debba scrivere una mail piuttosto che parlarsi di persona”.

“Negli anni ’70 ho preso ispirazione dalla musica antica prima che diventasse di moda. Sono stato un antesignano della musica etnica. Poi sono andato avanti con fonti di ispirazione diverse. Mi metto sempre in discussione”.

“Oltre che in Italia, mi trovo bene in Germania. A parte la parentesi totalitaria, che non era esclusivamente colpa dei tedeschi, è un paese colto, serio, che sa entusiasmarsi, non freddo come la gente crede. Al secondo posto c’è l’Inghilterra, paese  democratico e liberale per eccellenza”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

Seguici su FacebookTwitter

Guida programmi