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Frank Sinatra 100: (12 dicembre 1915 – 14 maggio 1998)

Frank Sinatra 100 (12 dicembre 1915 – 14 maggio 1998)

11-12-2015 21:00

Frank Sinatra 100    
(12 dicembre 1915 –  14 maggio 1998) 
di Fabrizio Stramacci 

 

A quindici anni, quel ragazzo mingherlino dagli occhi blu capace solo di fare a cazzotti con i suoi coetanei per le strade che conducono al porto di Hoboken, decide che presto quella stupida vita sarebbe cambiata. Dall’altra parte dell’Hudson l’immenso e luminoso skyline di Manhattan era ormai divenuta una sirena irresistibile. 

Frank ascolta alla radio Bing Crosby e vuole provarci a diventare un cantante. Dolly, la madre, una genovese furba come una volpe, sa che il suo ragazzo è un tipo sveglio e l’asseconda al contrario del padre Anthony, un siciliano generoso, ma un pò troppo all’antica. 

Nasce così la storia di Frank Sinatra, il più grande cantante di musica popolare del XX° secolo e Rai Radio 7 Live la celebra così:




Le prime festicciole, i piccoli fumosi locali del “Garden State”, il concorso per voci emergenti. Poi la prima grande occasione con l’orchestra di Harry James e l’incisione della prima canzone “All or Nothing at All” (ne inciderà più di 2000). Quindi nel 1942 l’incontro con Tommy Dorsey, il contratto con la Columbia, e il successo che arriva clamoroso tra i giovanissimi americani. Sono gli anni di guerra e i V disc delle truppe americane cominciano a circolare in Europa e il fenomeno Sinatra si 
allarga a dismisura. 

C’è anche il cinema per “Swoonatra” (da to swoon , svenire, per l’effetto che aveva sulle ammiratrici) . Accanto a Gene Kelly canta e balla in “Due marinai e una ragazza”. 

Tutto fila a meraviglia. Con la moglie Nancy Barbato festeggia l’arrivo della primogenita Nancy (arriveranno poi Frank Jr. e Tina). Ma le mode si sa hanno una suoneria a tempo e all’alba del nuovo decennio tutto pare finire. 

Problemi con la voce, qualche frequentazione chiacchierata, nuovi cantanti più giovani all’orizzonte. Matrimonio in frantumi e l’inizio del pazzo amore per Ava Gardner, la donna più amata (non quantificabile il numero delle conquiste femminili) che diviene la seconda consorte (seguiranno Mia Farrow e Barbara Marx). Il cinema soccorre Frankie nel 1953. 

Accetta una paga poco più che sindacale pur di avere la parte del soldato Maggio nel film “Da qui all’eternità”. La prova è maiuscola e gli vale un Oscar, premio che sfiora due anni dopo con il drammatico “L’uomo dal braccio d’oro” (una sessantina saranno le pellicole all’attivo).  “The Voice is back!” titolano i giornali quando la Capitol Records apre i suoi studi al cantante. Inizia una stagione meravigliosa anche grazie alle nuove tecnologie di registrazione e ai magnifici direttori e arrangiatori (Billy May, Nelson Riddle, Gordon Jenkins) che trova a Los Angeles. La melanconica “Here’s That Rainy Day” del fido Jimmy Van Heusen, la tagliente “I Get A Kick Out Of You” di Cole Porter, lo swing di “Come Fly With Me”, la delicatezza di “How About You”, le solitudini notturne di “Angel Eyes” e tante altre canzoni ci documentano l’artista dai molti aspetti e dalla classe pura come un diamante. È questo il Sinatra migliore, il baritono leggero dal crooning condizionato dal bel canto italiano, il senso melodico, il timbro di voce ineguagliabile, il timing genuino del jazz, la dizione elegante in cui la parola viene cesellata con abilità sopraffina. 

Negli Anni Sessanta con la sua Reprise, Frank continua a produrre dischi condizionato a volte dalle mode che arrivano come la Bossa Nova brasiliana e imbroccando anche qualche hit planetario come “Strangers in The Night” e “My Way” (oltre 2.000 le canzoni registrate in carriera per un’ottantina di album).  Nel decennio successivo complice le nuove mode che imperversano, inizia il declino dell’artista che si concede solo per avvenimenti straordinari. Vi è ancora tempo per qualche album dove sapienti produttori e tecnologia camuffano qualche affanno, le rimpatriate a Las Vegas con gli amici del “Rat Pack” (Sammy Davis jr., Dean Martin, Peter Lawford), qualche tour via via sempre più faticoso (e inutile), qualche biografia (più o meno autorizzata) . Il 14 maggio del 1998 gli occhi di “Blue Eyes” si chiudono per sempre. A New York, nella notte, l’Empire State Building s’illumina di blu per ricordare quel ragazzo fenomeno del New Jersey, lì di fronte, oltre il fiume Hudson.

 

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