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Music News di Augusto Sciarra

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21-04-2017 02:44

Music News di Augusto Sciarra

(avvenire.it)
Maldestro, come un Troisi della canzone. Parla la rivelazione di Sanremo 2017: “Fossati mi ha indicato la strada, la meta futura è il teatro canzone. Nella mia Scampia, il 90% è gente per bene”.
“Un napoletano anomalo” si definisce il 32enne cantautore nato a Scampia. Nel suo secondo album “I muri di Berlino” ha inserito “Io non ne posso più”. Brano che rimanda al “Nuntereggae più” di Rino Gaetano. “E’ la versione 2.0 della canzone di uno dei grandi che seguo da sempre. La passione per la musica me l’ha trasmessa mia madre Michela. E sempre per dna deriva anche da mio nonno Antonio Prestieri. È stato il primo produttore di quello splendido artista ed esempio di umanità che è Nino D’Angelo”.

La folgorazione per il cantautorato quando è avvenuta? “A 12 anni con Lindbergh di Ivano Fossati. È una canzone che ancora oggi quando l’ascolto mi fa tremare. Fossati e Giorgio Gaber “mi hanno rovinato”, in senso buono si intende. Il cantautorato è l’inizio, il “teatro canzone” vorrei fosse il mio approdo futuro. Recito da sempre e tra i tanti spettacoli fatti ho alle spalle anche ventuno repliche di Novecento di Alessandro Baricco, di cui ho letto tutto”.

“Le mie radici musicali affondano nelle cantine. Quando sono arrivato a Sanremo ho conosciuto ragazzi che provenivano dai talent che non avevano alle spalle neppure un live. E rimanevano a bocca aperta quando gli raccontavo che avevo fatto anche 150 concerti in un anno, in giro per l’Italia”.

“Troisi per me viene prima dei pur straordinari Eduardo De Filippo e Totò. Io cerco di portare nella canzone lo spirito filosofico di Troisi: con la sua ironia e quella profonda leggerezza era riuscito ad abbattere i muri alzati dai luoghi comuni sulla cultura napoletana”.

La musica da leggere: RockHistory – Suona la storia (Gabriele Medeot)
“Se siete degli appassionati di musica, ragionevolmente esperti e ferrati sui fatti che hanno determinato la nascita delle canzoni più celebri o delle band più note, se siete dei cultori di stili e conoscitori delle principali circostanze culturali della Storia, esperti di crossover e intenditori musicali, allora questo libro sicuramente non fa per voi”. Gabriele Medeot apre con queste parole il suo “RockHistory”. L’autore parla di punk, di Live Aid, dell’estate del 1975 (in cui uscirono “Born To Run” di Bruce Springsteen, “Alive” dei Kiss, “Wish You Were Here” dei Pink Floyd, “A Night At The Opera” dei Queen), del rap dei Public Enemy e N.W.A., del grunge, Beatles, la Summer of Love, l’edonismo reaganiano, il rap degli anni ’90.  Il volume è arricchito da diversi contenuti video.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

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