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Music News di Augusto Sciarra

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20-02-2017 13:53

Music News di Augusto Sciarra

(ilgiorno.it)
Buon compleanno Johnny Dorelli: 80 anni fantastici tra tv, musica e cinema
Johnny Dorelli, Giorgio Domenico Guidi, compie oggi 80 anni. Nato a Meda (Monza e Brianza), ha debuttatto nel 1951 a soli 14 anni con il 78 giri “Arrotino/Famme durmi”. Rientrato in Italia nel 1955, viene messo sotto contratto dalla CGD di Teddy Reno, per la quale ha inciso cover di brani statunitensi. Il primo successo, del 1956, è stato Calypso melody, inserita anche nella colonna sonora del film Totò, Peppino e le fanatiche. Ha partecipato a nove edizioni del Festival di Sanremo (1958, 1959, 1960, 1962, 1963, 1967, 1968, 1969 e 2007) arrivando otto volte in finale.

Dal 1963 in poi ha condotto spettacoli televisivi (Johnny 7, Johnny Sera, Se te lo raccontassi), creando il personaggio di Dorellik. Il nome di Johnny  Dorelli è legato anche allo show radiofonico Gran varietà. Nel 1968 ha interpretato la parte del conte Danilo nell'adattamento televisivo dell'operetta La vedova allegra, curato da Giuseppe Patroni Griffi e diretto da Antonello Falqui. Nel 1969 Dorelli ha presentato, insieme a Raimondo Vianello e alle gemelle Kessler, Canzonissima. E' tornato alla ribalta grazie al successo dello spettacolo teatrale Aggiungi un posto a tavola del 1974. Tra il 1977 e il 1978 ha condotto con Mina la penultima edizione del programma radiofonico Gran varietà.

Numerose le pellicole cinematografiche che lo hanno visto  impegnato in diversi ruoli nel filone della commedia all'italiana (Una sera c'incontrammo, La presidentessa, Spogliamoci cosi' senza pudor, Mi faccio la barca, Sesso e volentieri, A tu per tu) o di attore drammatico (Pane e cioccolata, Agnese va a morire, Il mostro). E ancora: Il cappotto di Astrakan, del 1979, State buoni se potete, del 1983, nel quale interpreta, con la regia di Luigi Magni, il ruolo di San Filippo Neri, con le musiche di Angelo Branduardi. Nel 2005 ha recitato in "Ma quando arrivano le ragazze?".

La musica da leggere: Guida alla musica dei Balcani e del Caucaso (Gianluca Grassi)
La guida parte dall’Albania, dove troviamo Olen Cesari che ha collaborato con Lucio Dalla, Max Gazzè, Carmen Consoli, Neffa; l’ensemble Fanfara Tirana; la cantante lirica Inva Mula, che ha cantato nel film di Luc Besson “Il Quinto Elemento”. In Armenia si va dal folk pop delle sorelle Inga e Anush Arshakyans e di Sirusho, a Shavo Odadjian bassista della nu metal band System of a Down. L’Azerbaigian è la patria di Alim Qasimov, definito dal New York Times “uno dei più grandi cantanti viventi”. Tra le sue collaborazioni ricordiamo quelle con: Jeff Buckley  e il Kronos Quartet.

La Bosnia è la patria di Goran Bregović, di Emir Kusturica & The Smoking Orchestra, dei Dubioza Kolektiv che hanno collaborato con Manu Chao, di Amira Medunjanin, la Billie Holiday dei Balcani. In Bulgaria troviamo il coro femminile delle Voci Bulgare, che hanno collaborato con Kate Bush e Elio e Le Storie Tese ( “Pippero”). C’è il balkan psichedelico di Kottarashky. A Cipro c’è la musica tradizionale, e una fertile scena metal con Armageddon, Godblood.

La Croazia è presente nel libro con: Lidija Bajuk, Tomislav Ivčić, Lollobrigida Girls, le Žen, Sandy Marton (“People from Ibiza”), Darko Rundek nome di punta della new wave jugoslava, la popstar Severina. La Georgia è culla del canto polifonico, rappresentato dal Trio Mandili. Per quanto riguarda la Grecia, tanti i generi e gli artisti traattati: il rebetiko, l’etnopunk, Demis Roussos, e il re delle colonne sonore Vangelis. Il Kosovo spazia dall’indie di The Glasses al pop di Leonora Jakupi, dal folk tradizionale di Dervish Shaqa alla techno house di Vegim.

La Macedonia è la Patria dei Bernays Propaganda fra new wave, post punk e post hardcore, della Kočani Orkestar. Arkady Gendler, rockstar yiddish classe 1921, è la rappresentante della Moldavia. Nel Montenegro spicca il nome di Rambo Amadeus. Nell’Ossezia domina il folk. La Romania vanta nomi di prestigio come il Bălănescu Quartet, la Fanfare Ciocărlia, il “Paganini del cimbalon” Toni Iordache, Oana Cătălina, i Taraf de Haïdouks, il blues della Transilvania.

Serbia: Boban Marković con la sua Orchestra che con Kusturica per i film “Underground” e  Laibach“Arizona Dream”; i Repetitor; la pop star Svetlana Ražnatović, vedova del criminale di guerra Arkan. In Slovenia: Laibach e i Pankrti. In Turchia colpisce la favola musicale di Erkin Koray, il Jimi Hendrix turco.

(balcanicaucaso.org)
L'Europa dell'Est e le estreme regioni occidentali dell'Asia rappresentano una delle realtà musicali più affascinanti ed eterogenee del pianeta, dove convergono numerosi generi, figli di culture diversissime fra loro, influenzate da Occidente e Oriente. I paesi dei Balcani e del Caucaso hanno molto da dare e comunicare, avendo conferito i natali ad artisti talentuosi e innovativi in grado di realizzare capolavori che nulla hanno da invidiare ai titoli più blasonati della discografia mainstream. Ogni nazione ha il suo strumento etnico d'elezione: il bouzouki in Grecia, la çftelia in Albania, la tamburica in Croazia, la gusle in Bulgaria e Macedonia; il gardon in Romania. Di conseguenza si sono creati generi ibridi, perfettamente in equilibrio fra il desiderio di sperimentazione della musica moderna e la solidità culturale di quella autoctona. Dal duduk armeno alle sevdalinke bosniache, passando per il festival dei dervisci e le performance del Coro delle Voci Bulgare, fino alla contagiosa allegria della Fanfare Ciocàrlia e al virtuoso del cimbalon Toni Iordache. Un percorso impreziosito da interviste esclusive che si snoda di nazione in nazione.

Time – Note dal Passato: George Benson
“Nat King Cole era l’artista cui volevo assomigliare e che ho amato fin da ragazzino. Il suo stile pianistico era davvero unico. Per quanto mi riguarda, all’inizio la chitarra non mi interessava, amavo soprattutto cantare. E’ stato verso i diciassette che ho cominciato a suonare in diverse band. Poi ho scoperto Charlie Parker e ho cercato di trasferire le sue intuizioni e improvvisazioni nel mio stile chitarristico”.

“Dean Martin è uno dei miei cantanti preferiti. Ascoltando i suoi dischi ho conosciuto Napoli e alla canzone italiana. La canzone popolare italiana ha esercitato una forte influenza sulla storia e sull’evoluzione della musica americana, grazie anche a Frank Sinatra”.

“Durante la mia carriera ho collaborato con grandi musicisti, come: Herbie Hancock, Jimmy Smith, Chet Atkins, Miles Davis. Miles era una persona veramente speciale, un musicista impeccabile, imprevedibile. Era sempre alla ricerca di nuove sonorità. Quando suonavamo insieme, mi permetteva di esprimere tutto me stesso, mi dava grande libertà”.

“Joe Satriani, Steve Vai, Eddie Van Halen sono dei maestri indiscussi della chitarra rock. Hanno delle grandi idee musicali che plasmano attraverso i loro assoli”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

 

 

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