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Music News di Augusto Sciarra

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22-01-2017 18:57

Music News di Augusto Sciarra

(lastampa.it)
De Scalzi: 50 anni di musica tra note, amicizie e successi. Da Genova alle stelle passando per i New Trolls: l’artista ricorda la sua lunga carriera.
Vittorio De Scalzi: “E’ vero, festeggiare il compleanno della mia carriera è difficile, ma diciamo che quest’anno è ufficialmente il mezzo secolo di professionismo”. A febbraio, in concomitanza con il Festival di Sanremo, la Regione Liguria gli consegnerà un riconoscimento. “In effetti è difficile classificare il mio lavoro. Con i New Trolls abbiamo contribuito a far conoscere il prog in Italia ma ho anche aperto i concerti dei Rolling Stones in Italia. Con “Senza orario, senza bandiera” ci siamo inseriti nella canzone d’autore, ma ho anche inciso Mandilli in dialetto genovese e Quando sei bella Zena, entrata nella tradizione dialettale”.

Importante per Vittorio l’incontro con De Andrè: “Avevo 16 anni, gli davo la caccia ai bagni Lido per fargli ascoltare le mie primissime cose, con una chitarra di plastica, un suono orribile. Era il ’64 e Fabrizio era già Fabrizio De Andrè. Qualche anno dopo si occupò di “Senza Orario Senza Bandiera”, il primo album dei New Trolls, adattando le poesie del poeta genovese Riccardo Mannerini. Fu l’inizio di una bellissima amicizia”.

Era una Genova musicalmente e culturalmente in grande fermento. “Alla Foce, in fondo a via Cecchi, c’era un bar frequentato da tutti gli artisti della città. C’era il poeta Riccardo Mannerini, lo stesso Fabrizio, poi Tenco, Lauzi, i fratelli Reverberi. Io ero ancora un ragazzino. Poi mio padre aprì un ristorante a Sturla, da “Gianni” si chiamava. Lì iniziarono a venire tutti loro. Avevo allestito nel retro una sala con gli strumenti e lì rimanevamo la notte ore e ore a suonare, provare, parlare”. Poi il successo, in Italia, in Giappone, Concerto grosso, Quella carezza della sera, le canzoni per Anna Oxa, le collaborazioni. Le liti e le divisioni con gli altri membri dei New Trolls al punto che oggi nessuno può utilizzare il nome del gruppo.

Parole & Musica: Vittorio De Scalzi (voce, chitarra, tastiere, flauto; New Trolls)
“Quando ero bambino sognavo di entrare a far parte di un complesso. Beatles e Rolling Stones erano i miei miti. L’idea di formare i  New Trolls è venuta a me e a Nico Di Palo. Abbiamo aperto i concerti dei Rolling Stones,  suonato progressive-rock, poi siamo passati al pop”.

“Eravamo quattro ragazzi molto diversi per estrazione sociale, studi e preparazione musicale. Crescendo sono emerse purtroppo delle incompatibilità caratteriali. A vent’anni avevamo successo e soldi. Ne abbiamo sperperati tanti, e ci siamo creati anche qualche problema. Ma suonavamo bene, eravamo apprezzati per la nostra musica che veniva prima di ogni altra cosa. All’inizio ci ispiravamo ai nostri idoli: Jimi Hendrix, Beatles. Poi abbiamo creato un nostro stile. L’incontro con De Andrè è stato importate per dare un impulso culturale ai nostri pezzi”.

“Oggi il grande porto è internet.  Non bisogna aspettare che arrivino le novità dall’America, come accadeva negli anni ’60. In quel periodo ci portavano i dischi in anteprima, prima che arrivassero sul mercato italiano. Il porto ha creato molta vivacità musicale”.

“Andavo al mare nello stesso stabilimento di Fabrizio de André. Aveva 10 anni più di me. Gli suonavo le mie canzoni con una chitarra a batterie. Mai avrei immaginato che qualche anno più tardi avrebbe scritto i testi del primo album dei New Trolls. Fabrizio era un genio, un poeta. Era bravissimo a mettere insieme le parole, ed aveva anche una voce bellissima. Non lasciava niente al caso. Era meticolosissimo. Approfondiva sempre le sue ricerche per scrivere un pezzo”.

“Sergio Bardotti è stato il motore trainante del progetto “Concerto Grosso”. Luis Enriquez Bacalov era un apprezzato autore di colonne sonore. Il Concerto è nato come commento musicale del film “La vittima designata”. Sul retro abbiamo inserito “Nella sala vuota”: suite che proponevamo dal vivo. L’abbiamo registrata come se fossimo a un concerto”.

“Ricordo quando Pippo Baudo ci ha invitato a un suo programma, chiedendoci di reinterpretare il brano di un altro autore. Eravamo amici di Claudio Baglioni, e così abbiamo arrangiato “Poster”. Il risultato è stato molto buono”.

Time – Note dal Passato: Eric Clapton
“I miei primi eroi sono stati i musicisti neri che ascoltavo alla radio, i grandi del jazz, del rhythm & blues, Chuck Berry, Bo Diddley, Big Bill Broonzy. Quando ho scoperto che provenivano dal Sud degli Stati Uniti, ho cominciato a studiare seriamente il blues”.

“Mi sono innamorato del suono della chitarra elettrica dopo aver sentito le canzoni di Elvis Presley e Buddy Holly. Ma la mia vita è cambiata quando ho ascoltato Freddie King”.

“Il sound dei Cream è nato per caso, mentre provavamo in un casale vicino a Londra. Quando suonavamo all’aperto, un centinaio di ragazzi veniva per vederci e ballare. Jack Bruce e Ginger Baker erano il motore della band. Io mi occupavo di dare colore al suono”.

“Il rock & roll ha una particolare energia, può in qualche modo aiutare a migliorare l’esistenza di chi è costretto a fare una vita che non gli piace. In alcuni momenti vivere profondamente la vita da rocker mi ha portato vicino alla morte. Mi ritengo un sopravvissuto”.

“I chitarristi della nuova generazione che apprezzo di più sono Robert Cray e Jimmy Vaughan.  Quelli che mi emozionano veramente sono: Buddy Guy, B.B.King, quelli degli anni ’20 e ‘30”.

“Mi piace suonare in America perché è lì che la musica africana ed europea si sono incontrate dando vita al blues. A New Orleans, per esempio, ho trovato un pubblico che mi capiva e che parlava il mio stesso linguaggio musicale. Negli Stati Uniti ho sempre riscosso un grande successo”.

“L’hip hop è l’ultima grande novità del mondo musicale. Ma non potrà avere un futuro se i musicisti non lavoreranno sulla melodia”.

“Tornare al blues è stato per me come una terapia. Ho scoperto che comporre dei blues è molto difficile. Non mi sarei mai aspettato che il mio album “Unplugged” riscuotesse tanti consensi, sia dalla stampa che dal pubblico. E’ stato uno dei maggiori successi della mia carriera”.

augusto.sciarra@rai.it

  

 

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