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Music News di Augusto Sciarra

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23-04-2017 19:09

Music News di Augusto Sciarra

Parole & Musica – Le star della settimana
Amanda Palmer
“Agli inizi, per guadagnare qualche soldo, facevo l’artista di strada: la statua umana, vestita da sposa, con il viso dipinto di bianco. Stare ferma per ore davanti a uomini, donne, ragazzi, bambini e anziani mi ha insegnato molto sugli esseri umani”.

“Sono cresciuta cantando in un coro di chiesa. Poi ho scoperto la musica dei Fleetwod Mac e degli ABBA. The Cure sono stati il mio gruppo preferito. In seguito mi sono letteralmente innamorata di Nick Cave”.

“Musicalmente mi sono formata ascoltando i dischi dei  Beatles, dei Doors, Prince, Madonna, George Michael, Cyndi Lauper, Thompson Twins, The Cure, Depeche Mode, Swans, Joy Division e Current 93. Le canzoni di Billy Bragg hanno cambiato il mio modo di pensare e di agire. La stessa cosa è successa con i Legendary Pink Dots, Nick Cave, Bjork, Robyn Hitchcock”.

Mattia Briga (Novocaina, RAI ERI)
“Ho la capacità di descrivere qualcosa che spesso non è facile a spiegarsi. Parlo dell’aspetto più profondo delle cose in qualsiasi sfaccettatura. Scrivo canzoni d’amore, ognuna in chiave diversa dalle altre. Sono molto chiaro nel raccontare immagini astratte”.

“Artisticamente ho sempre scelto di misurarmi su varie sfumature musicali. L’ho dimostrato in televisione, cerco di dimostrarlo con i dischi”.

Antonio Albanese (attore)
“Anni fa sono stato dj in una radio di Lecco. Trasmettevo new wave, Echo and The Bunnymen, Wall of Woodoo, Church, U2, Chet Baker, Joe Jackson, Pino Daniele. E’ importante non fossilizzare il proprio interesse su un unico genere musicale”.

“La musica per un attore è molto importante. Ti dà il senso del ritmo, che nel teatro è fondamentale. Salire su un palco comporta una buona dose di coraggio e un notevole senso del ritmo, particolarmente sviluppato in chi suona dal vivo e in chi recita”.

“I miei artisti preferiti sono: David Sylvian, Rolling Stones, Chet Baker, Pino Daniele”.

Daniel Lanois (cantautore, chitarrista, produttore)
“Quando produco dischi per altri artisti cerco di capire i loro sogni. Facciamo delle lunghe conversazioni sperando di approdare a un luogo magico. E’ un processo non facile, la magia non è può essere misurata. Ci si arriva in modi imprevisti, attraverso il talento, per caso, per scambi fatti di sfumature. Questa magia è capitata anche quando lavoro da solo”.

“Il mio è un sound riconoscibile. E’ una firma sonora che cambia. Ma non abbandono mai il mio passato, o porto nelle cose nuove che faccio. Se lavoro con Bob Dylan, un po’ di lui vivrà dentro di me in futuro; se lavoro con Jimmy Cliff in Giamaica, un uomo molto spirituale, un po’ di Jimmy rimarrà in me e un po’ di Daniel Lanois rimarrà in lui. Questa è la parte fenomenale dello scambio”.

“Oh mercy, di Bob Dylan, è un disco che amo. Le canzoni sono nate mentre  eravamo seduti in cucina”.

Richard Lester (regista, The Beatles – A Hard Day’s Night)
“Volevamo fare un film a buon prezzo, velocemente, che fosse pronto entro il mese di luglio 1964. Avevamo sei settimane per girare. Usammo la tecnica del documentario per presentare al pubblico il gruppo mentre interpretava sé stesso”.

“John, Paul, George e Ringo si fidavano solo di loro stessi e del loro istinto. Da quando cominciammo a girare fino alla loro apparizione all’Ed Sullivan Show, durante la prima tournée negli Usa, avevano acquisito una fiducia che pochissimi artisti inglesi potevano vantare”. 

Volevo presentare i quattro musicisti nel modo più attraente e realistico, nel loro stile surreale e nella loro musica. Ci hanno messo grande energia, facilitando il mio lavoro: Paul Mc Cartney era quello a caccia di ragazze, John Lennon il sarcastico, Ringo Starr quello che si cacciava nei guai. Il miglior attore era George Harrison, il più efficiente nell’esprimersi in poche parole”. 

“Con i Beatles condividevamo passioni come quella per Peter Sellers e per il surreale. Erano straordinari. Io ho solo cercato di catturare e restituire il loro modo di essere”.

DJ Paul Kalkbrenner
“La mia musica ha bisogno di grandi spazi e grandi numeri. E’ con un sound system potente, spazi grandiosi, molta gente davanti che essa dà il suo meglio”.

“Non mi considero un DJ. Non salgo sul palco mixando e basta. Costruisco della musica da zero, rielaboro le mie registrazioni in modo sempre diverso. Mi piace regalare ai fan nuove emozioni e nuova musica”.

"A Berlino, quando ho esordito circa 30 anni fa, esistevano solo piccoli club in cui venivano a ballare poche centinaia di persone. Era una dimensione diversa rispetto ai concerti rock. Ora i due mondi si sono avvicinati. Oggi mi ritrovo a fare la stessa cosa di una rock band, ma con strumenti diversi. Il palco è un segno del gradimento e del successo che questo tipo di musica ha incontrato nel pubblico".

Tom Harrell (tromba)
“Il jazz ha sempre fatto parte del mio mondo. A 13 anni ho tenuto i primi concerti. Da allora ho capito che quella era la mia dimensione”.

“Il pianista Horace Silver  è stato uno dei grandi artisti con cui ho collaborato. È stato un’innovatore. Insieme ad Art Blackey, ha inventato il linguaggio dell’hard bop. Aveva una filosofia osmotica della musica e della vita. Eravamo in perfetta sintonia sul concetto di armonia”.

Maldestro
"Ivano Fossati e Giorgio Gaber “mi hanno rovinato” in senso buono. Il cantautorato è l’inizio, il “teatro canzone” vorrei fosse il mio approdo futuro. Recito da sempre e tra i tanti spettacoli fatti ho alle spalle anche ventuno repliche di Novecento di Alessandro Baricco, di cui ho letto tutto”.

“Le mie radici musicali affondano nelle cantine. Quando sono arrivato a Sanremo ho conosciuto ragazzi che provenivano dai talent che non avevano alle spalle neppure un live. E rimanevano a bocca aperta quando gli raccontavo che avevo fatto anche 150 concerti in un anno, in giro per l’Italia”.

Roger Waters (voce, basso; Pink Floyd)
“Mi capita di ripensare al mio passato con i Pink Floyd, al nostro periodo d’oro, quando eravamo dei giovani musicisti. Insieme eravamo veramente grandi. La band era la combinazione di quattro diversi talenti, una cosa speciale. Tutto è filato liscio fino a “Dark Side Of The Moon”. Poi purtroppo i rapporti non sono stati più gli stessi. Dopo il “Live 8” saremmo potuti tornare insieme per un tour, ma David Gilmour non ne ha voluto sapere. Il batterista Nick Mason ed io siamo rimasti buoni amici e ogni tanto ci vediamo”.

“Non vedo all’orizzonte dei nuovi Bob Dylan e John Lennon. Nel rock non credo ci saranno grandi rivoluzioni”.

“Dark Side Of The Moon è un album attualissimo, musicalmente sofisticato, anche se la struttura delle canzoni è semplice. L’opera attraversa innumerevoli generazioni di persone. Mi emoziona ancora eseguirla dal vivo”.

Iggy Pop
“Essere famosi è come cucinare con tanto olio e la fiamma alta. Se non fai attenzione rischi di bruciarti”.

“La cultura occidentale poggia su quattro importanti pilastri: chiesa, stampa, mercato, governi. Oggi è il mercato a dettare legge. E’ tutto business”.

“Per ottenere il successo bisogna essere disciplinati, sinceri e fortunati. Per anni sono stato molto indisciplinato. Ma, probabilmente, se non fossi stato in quelle condizioni psicofisiche non sarei riuscito a comporre le canzoni dei miei esordi. Ora gestisco meglio la mia vita personale e artistica. Purtroppo non ho più l’energia creativa di comporre i grandi successi di un tempo”.

Arthur Brown
“Le mie fonti di ispirazione sono state: danze tribali africane,  sciamani con i loro costumi e il volto truccato, teatro inglese.  I miei idoli: Elvis Presley, John Lee Hooker, Muddy Waters, Nina Simone”.

“Negli anni 60 ho avuto fan importanti: Brian Jones e Mick Jagger (Rolling Stones), David Bowie, Elton John, Jimi Hendrix, Pete Townshend (The Who). Mi esibivo nei club della Londra psichedelica, insieme ai Pink Floyd, Soft Machine, Fleetwood Mac, Jimi Hendrix”.

augusto.sciarra@rai.it

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