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Music News di Augusto Sciarra

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19-04-2017 02:49

Music News di Augusto Sciarra

(huffingtonpost.it)
La passione sconosciuta di Gramsci per la musica
Teatro San Marco di Livorno: fu in quel teatro che ebbe luogo la nascita del Partito Comunista d'Italia. Tra gli artefici della scissione ci fu Antonio Gramsci. Lo stesso Gramsci aveva compreso che esiste un rapporto strettissimo tra la funzione sociale del teatro e della musica, e la costruzione di una cultura nazionale e popolare.

Per Gramsci, il melodramma verdiano, per esempio, segnava l'apertura dei teatri al pubblico, svolgendo una nuova funzione perfino conoscitiva e pedagogica, e politica in senso generale. L'accostamento che propone è quello tra la funzione dell'opera verdiana, con i teatri pieni di "popolo", e il ruolo che svolse in Francia, il romanzo popolare.

Antonio Gramsci: "siccome il popolo non è letterato e di letteratura conosce solo il libretto d'opera ottocentesco, avviene che gli uomini del popolo melodrammatizzino".

Straordinaria l'invenzione del verbo gramsciano: "melodrammatizzare", nel quale è contenuta parte della sua analisi sulla funzione sociale della musica nazional-popolare, e della cultura teatrale.

Gramsci, il compagno definisce la moda europea del jazz: "Questa musica ha veramente conquistato tutto uno strato della popolazione europea colta, ha creato anzi un vero fanatismo. Ora è impossibile immaginare che la ripetizione continuata dei gesti fisici che i negri fanno intorno ai loro feticci danzando, che l'avere sempre nelle orecchie il ritmo sincopato degli jazz-bands, rimangano senza risultati ideologici…”

“… a) Si tratta di un fenomeno enormemente diffuso, che tocca milioni e milioni di persone, specialmente giovani; b) si tratta di impressioni molto energiche e violente, cioè che lasciano tracce profonde e durature; c) si tratta di fenomeni musicali, cioè di manifestazioni che si esprimono nel linguaggio più universale oggi esistente, nel linguaggio che più rapidamente comunica immagini e impressioni totali di una civiltà non solo estranea alla nostra, ma certamente meno complessa di quella asiatica, primitiva ed elementare, cioè facilmente assimilabile e generalizzabile dalla musica e dalla danza a tutto il mondo psichico. Insomma il povero evangelista fu convinto, che mentre aveva paura di diventare un asiatico, in realtà egli, senza accorgersene, stava diventando un negro e che tale processo era terribilmente avanzato, almeno fino alla fase di meticcio".

Time – Note dal Passato: Antonio Albanese
“Diversi anni fa sono stato dj in una radio di Lecco. Trasmettevo diversi generi musicali: new wave, Echi and The Bunnymen, Wall of Woodoo, Church, U2, Chet Baker, Joe Jackson, Pino Daniele. E’ importante non fossilizzare il proprio interesse su un unico genere musicale. Mi piace ascoltare artisti nuovi, ma non sempre ho il tempo di fare delle ricerche”.

“La musica per un attore è molto importante. Ti dà il senso del ritmo, che nel teatro è fondamentale. Salire su un palco comporta una buona dose di coraggio e un notevole senso del ritmo, particolarmente sviluppato in chi suona dal vivo e in chi recita”.

“I miei artisti preferiti sono: David Sylvian, Rolling Stones, Chet Baker, Pino Daniele”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

 

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