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Music News di Augusto Sciarra

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21-01-2017 18:22

Music News di Augusto Sciarra

(metronews.it)
Alla Scuola di Testaccio ritorna “Musica & Musica”
Jazz, rock, musica colta e popolare nell'edizione 2017 di “Musica & Musica” in programma da domenica al 26 marzo alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio. La rassegna proporrà ogni domenica alle 18,15 una serie di concerti di alcuni protagonisti di spicco del panorama musicale del nostro Paese. L'apertura è affidata domenica prossima a Gabriele Coen, Natalino Marchetti e Marco Loddo, sul palco con “Tango meets Jazz”.

Alla musica di Frank Zappa e Jimi Hendrix è invece dedicato il secondo appuntamento che il 29 gennaio avrà per protagonisti Antonello Salis ed Egidio Marchitelli, mentre il 5 febbraio sarà la volta del Generation Quartet, sul palco con riletture di classici jazz e pop.  Il 12 in cartellone il live degli Yellow Squeeds con il loro mix di jazz, folk, rock, brass band e musica colta, mentre il 19 ci sarà quello dei Novadì.

Musica classica, popolare e latina sono al centro del concerto di Chitarre Induo in calendario per il  26, mentre a marzo si alterneranno sul palco Ada Montellanico con “Tecnology”, I Remember Massimo Quartet, Anka Vocal Band.  Chiusura il 26 con Quello che la Storia non racconta.

Parole & Musica: Justice
“Non siamo dei dj, ma non siamo nemmeno una band. Siamo due ragazzi che si divertono a fare musica insieme e a suonarla. Siamo diventati dj perché eravamo richiesti dai club”.

“In studio di registrazione la maggior parte delle volte improvvisiamo, facciamo delle jam. Utilizziamo: basso, tastiere, strumenti analogici e digitali”.

“Amiamo la disco music, ma ascoltiamo di tutto: rock, pop, metal, hip hop. Fare musica significa comporre e saper ascoltare per carpire nuovi suoni e idee”.

“Amiamo andare in tournée, esibirci dal vivo, avere un contatto diretto con il pubblico. Abbiamo cambiato parecchio il nostro show col tempo. A volte ci capita di suonare in palchi prettamente rock, altre in palchi con solo esibizioni di musica elettronica. Abbiamo notato che i gusti cambiano in base a dove suoniamo. In Spagna, Inghilterra e Italia il pubblico è formato soprattutto da clubbers. Negli Stati Uniti, invece, c’è un pubblico variegato:  metallari, ragazzine, frequentatori dei rave, e persino fan di Elvis Presley”.

Time – Note dal Passato: Ben Harper
“Sono cresciuto in una famiglia di musicisti. La scuola non mi interessava. Ho sempre pensato che avrei appreso di più attraverso la lettura e la musica. Quando tornavo a casa mi mettevo a suonare la chitarra. A dieci anni volevo muovermi, esprimermi. Quella è l’età in cui si hanno più cose da tirare fuori. Ma il sistema impedisce di farsi notare, uscire fuori dai ranghi. Creatività e spiritualità sono schiacciate”.

“Da giovane suonavo la chitarra per ore. Sbagliavo, commettevo degli errori, ma ero libero di progredire secondo il mio ritmo. Avevo scoperto la mia vera passione: la musica”.

“Quando vivevo a Claremont mi piaceva ascoltare i racconti degli anziani, gli aneddoti sul periodo della loro giovinezza. Ho avuto la fortuna di vivere vicino ai miei nonni. Oggi le famiglie purtroppo vivono separate”.

“A volte mi manca il mio lavoro con il legno, avere uno strumento fra le mani, curarlo, accarezzarlo. Quando mi portavano una chitarra rotta, ero capace di lavorarci per molte notti fino a quando la riparazione era invisibile. Ho persino aggiustato una chitarra finita sotto un camion. Mi piace a volte rientrare nel negozio dove lavoravo solo per toccare il legno delle chitarre e dei mandolini. Mi sono costruito da solo delle chitarre, che per me sono come dei figli”.

“Ho esordito suonando in alcuni bar di Ponoma e Claremont. Guadagnavo venti dollari a sera. Ero felice di potermi esibire davanti al pubblico, comunicare con le persone. Suonavo dei traditionals, brani di Robert Johnson, Taj Mahal, Skip James”.

“La prima volta che ho sentito Jimi Hendrix mi sono detto che non era umano. Era figlio spirituale del blues, di Blind Willie Johnson, Buddy Guy, Muddy Waters. Mi piacevano le sue melodie, la sua scelta delle note”.

“Ho amato moltissimo Bob Marley. Mi piacciono il rap, l’hip hop. I miei gruppi preferiti sono: Disposable Heroes, Public Enemy, Eric B & Rakim”.

“Nelle mie vene scorre sangue indiano. Ho origini Cherokee da parte di mia nonna paterna. I miei antenati sono stati sterminati. So cosa significa sentirsi oppressi, ma ai miei occhi niente giustifica la violenza. Appartengo alla razza che la storia ha cancellato. Ho letto decine di libri sugli indiani e ho pianto venendo a conoscenza della realtà. Avrei tutte le ragioni per coltivare l’odio, ma l’amore è più forte. Girando per il mondo mi sono reso conto che la schiavitù esiste ancora. I neri sono sempre stati degli schiavi delle idee preconcette, delle menzogne pilotate dalla televisione, dal cinema e da certa stampa. Ancora oggi i neri, per dei bianchi americani, sono dei violenti, vendicativi, che rubano e si drogano. In realtà il consumo di eroina tocca molto di più i bianchi delle classi sociali medie e superiori. Di questo nessuno parla. Il Paese funzionerà solo quando saranno rappresentate tutte le classi sociali e razziali: bianchi delle classi popolari, neri, ispanici, asiatici”.

“Mi capita di essere triste nel constatare che l’uomo sta distruggendo il pianeta, che preferisce l’odio all’amore. Si spendono milioni di dollari per andare nello spazio. Ma a cosa serve andare sulla Luna o su Marte se non si può passeggiare liberamente nei centri abitati?”.

augusto.sciarra@rai.it

 

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