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Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

16-01-2017 21:54

Music News di Augusto Sciarra

(fantascienza.com)
Cinquant'anni fa nasceva lo space rock. Breve viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta delle radici del connubio tra musica rock e fantascienza.
Il 1967 è un anno cruciale nella storia del rock. A caratterizzarlo è il rock psichedelico. Uno dei "manifesti" dell'epoca è la beatlesiana Lucy in the Sky with Diamonds .Tra i pionieri dello space rock c’è un gruppo: i Pink Floyd. Guidati da Syd Barrett, pubblicano The Piper at the Gates of Dawn. Astronomy Domine, brano che apre il disco, è incentrato sull'immensità dell'universo e sulla magnificenza delle stelle.

Negli stessi giorni esordisce sulla scena musicale: Jimi Hendrix. Nativo di Seattle, si trasferisce a Londra per formare la Jimi Hendrix Experience, band con cui incide l’album d’esordio Are You Experienced? Tra i brani figura Third Stone from the Sun, in cui viene immaginato un viaggio alieno alla scoperta del pianeta Terra. Fan dichiarato di Star Trek, Hendrix si ispira alla fantascienza anche nel secondo album Axis: Bold As Love. Il disco si apre con EXP, un dialogo tra un presentatore radiofonico e uno studioso chiamato a esprimere il proprio parere su “le assurdità riguardo astronavi e gente dello spazio”. Lo studioso si rivela un alieno con sembianze umane. Segue Up from the Skies, racconto in musica in cui sono narrate le vicende di un alieno preoccupato per le condizioni in cui ha trovato la Terra rispetto all’ultima volta in cui aveva visitato il pianeta; a causarne la rovina sono stati gli esseri umani. Their Satanic Majesties Request è considerato la risposta dei Rolling Stones a Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

(avvenire.it)
Il rapper sordo che canta nella lingua dei segni. "Ho sempre sognato di cantare" racconta Francesco Brizio, in arte Brazzo, sordo dalla nascita. Ora ci riesce "seguendo i tempi, il ritmo e le vibrazioni musicali".
“I miei occhi sono fatti per sentire, leggo il labiale e per comunicare uso una lingua manuale”: canta Francesco con la sua bella voce, reinterpretando il testo nella lingua dei segni. “Nonostante il mio problema uditivo ho sempre sognato cantare ed ero anche imbarazzato del fatto che un sordo potesse cantare con la voce”.

“Vedo spesso che gli udenti ascoltano la musica per sfogarsi. Penso che anche noi avremmo bisogno di questo, solo che la musica non la conosciamo e non la sentiamo. Ed è per questo che ho cantato e “segnato” sia per i sordi sia per gli udenti come sinonimo di integrazione. Un sordo può fare tutto, non solo nella musica ma anche competere nello sport in massima serie, entrare nel mondo della televisione, dello spettacolo e della moda perché come dice la canzone: in fondo siamo tutti esseri umani”.

(quinewsarezzo.it)
Parole e musica in carcere. Nuovo appuntamento con la rassegna “Parole nomadi in un tempo sospeso”. Un pomeriggio da trascorrere con le note di De Andrè.
Arezzo – Giovedì  19 gennaio, alle 17.00, nell'ambito del progetto “Parole nomadi in un tempo sospeso” è in programma l’evento “De André e la filosofia” che vedrà alternarsi la lettura di poesie scritte dai detenuti stessi con le canzoni di Fabrizio De André eseguite da Alessandro Ristori voce e chitarra, Lorenzo Rossi violino, Elisa Pieschi violoncello e Andrea Nocentini batteria.

(abruzzoweb.it)
Omaggio a Pino Daniele con Tony Esposito a Villa Paris di Roseto
Serata tributo a Pino Daniele, giovedì 19 gennaio, a Villa Paris di Roseto degli Abruzzi (Teramo). Tony Esposito, percussionista napoletano, ricorda il cantautore partenopeo a due anni dalla sua scomparsa in una serata in cui si rivivrà il periodo musicale tra gli anni '70 e '80 definito il "Rinascimento napoletano".

Time – Note dal Passato: Bob Dylan
“Molti giornalisti vorrebbero parlarmi, ma per qualche strano motivo alla fine non lo fanno. Forse questo alone di mistero intorno a me aiuta a vendere i giornali. Quando penso a qualcuno o qualcosa di misterioso non penso certo a me, ma all’Universo, al sorgere e al tramontare del sole, ai bruchi che si trasformano in farfalla. Non mi sono mai sentito un “recluso”. Non ho avuto contatti con la stampa per anni perché dovevo affrontare delle vicende personali. In genere non mi piace parlare di me stesso. Le cose che ho da dire su argomenti come i boss del ghetto, la salvazione, il peccato, gli assassini a piede libero, i bambini senza speranza, in pochi vogliono pubblicarle”.

“Mi sono sempre piaciuti gli occhiali scuri. Ricordo che i primi che ho comprato ricordavano Batman. Mi piacerebbe averne un paio che permettono di vedere attraverso i muri”.

“Molti mi chiedono com’erano gli anni ’60. Consiglio a tutti di leggere “Le Armate della Notte” di Norman Mailer, Marshall McLuhan e Abraham Maslow. I musicisti sono stati solo un aspetto di quella decade”.

“Quando penso a un artista freddo, distaccato, mi viene in mente Miles Davis. Mi piaceva vederlo nei piccoli club, fare i suoi assolo, voltare le spalle al pubblico, posare la tromba e uscire di scena, lasciando la band a suonare, e poi tornare per il finale. Ho provato a farlo anche io, ma la gente ha pensato che fossi malato”.

“Il nome sulla mia patente è: Bob Dylan. Con i primi soldi guadagnati ho comprato una Mustang decapottabile del ’65. Ma un mio collaboratore la distrusse, andando a finire contro un camion”.

“Non guardo mai lo sport in tv. Ricordo di aver visto il match di tennis tra John McEnroe e Jimmy Connors a Wimbledon, mentre ero in tour in Inghilterra. Da ragazzo giocavo a hockey. Non ho scelto il baseball perché non ci vedevo bene e volevo evitare di prendermi la palla in faccia. Non ho giocato nemmeno a football perché non amo farmi male”.

“A 18 anni ho scoperto Ginsberg, Gary Snyder, Frank O’Hara. Poi ho cominciato a leggere Rimbaud, François Villon, cercando di adattare delle melodie alle loro poesie. La scena folk e jazz era molto viva”.

“Ho suonato per la prima volta la chitarra elettrica dal vivo al Festival Folk di Newport, nel 1965. Mi sono accorto che la gente litigava, ma non ho capito subito il perché. A distanza di anni confesso che quelle “contestazioni” mi seccavano molto”.

“A Phoenix, in Arizona, nel 1972, ho ascoltato in radio “Heart Of Gold” di Neil Young. E’ stata l’unica volta in cui mi ha dato fastidio che qualcuno mi rassomigliasse”.

“Non amo girare video, non hanno niente a che fare con il mio personaggio. Quelli che ho fatto con Dave Stewart sono buoni. Sono convinto che arriverà il giorno in cui la gente si stuferà di questa roba, e tornerà a vedere gli artisti dal vivo”.

“Non ho mai letto Freud. Secondo me ha dato il via a un mucchio di sciocchezze, con la psichiatria e tutto il resto. Non credo che la psicanalisi possa aiutare qualcuno e l’abbia mai fatto. Non ho mai avuto problemi con i miei genitori, come John Lennon in “Mother”. In effetti è stata mia nonna a crescermi. Era una donna fantastica. Sono cresciuto nel Minnesota. Non so come sarei stato se fossi nato nel Bronx, in California, in Etiopia o nel Sud America. Non ho grandi storie da raccontare sulla mia giovinezza”.

“Una volta ho barattato un “Elvis Presley” di Andy Warhol con un divano. Ho cercato di dire a Andy quello che avevo fatto, ma non ne ho avuto il coraggio. Oggi certamente non commetterei una simile stupidaggine”.

“La politica è cambiata. Io l’ho assimilata, vissuta nelle strade. Oggi la gente pensa più a sé stessa. Non c’è unità. I tempi stanno cambiando”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

 

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