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Music News di Augusto Sciarra

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27-04-2017 15:16

Music News di Augusto Sciarra

(ilpost.it)
Lo Xanax sta cambiando la musica americana. L'influenza dell'uso di oppioidi e psicofarmaci sui cantanti moderni è sempre più evidente, un po' come succedeva in passato con i generi musicali più popolari, scrive il Washington Post.
Nell’America di oggi il legame tra suoni e stupefacenti sembra essere dilagante. I nomi dei marchi dei medicinali continuano a spuntare nelle canzoni, soprattutto nella musica rap, dove Xanax, Percocet e altri vengono lodati per la loro capacità di anestetizzare l’agonia dell’esistenza. Anche il “pop da pasticca” del 21esimo secolo ha un suono. Lo si può sentire nel falsetto sedativo di The Weeknd, nella rilassatezza imperturbata di Rihanna, nelle strofe più morbide di Drake e persino negli angoli più smussati di Justin Bieber. Sulle piste da ballo emerge in maniera più evidente nel ritmo smorzato della tropical house, uno stile che Kygo e altri importanti produttori hanno usato per mitigare l’intensità di diversi festival di musica dance elettronica degli ultimi anni.

Nella musica rap c’è chi ha tentato di ricreare gli effetti del psicotropia contemporanea, mentre altri hanno lottato per disintossicarsi. In “Coloring Book” Chance the Rapper ha messo in rima l’abbandono della sua dipendenza da Xanax. Schoolboy Q ha raccontato le sue sperimentazioni con un intero armadietto di farmaci da prescrizione: “Percocets, Adderall, Xanny bars, get codeine involved/Stuck in this body high, can’t shake it off”. Isaiah Rashad ha parlato della dipendenza da Xanax che gli è quasi costata la carriera.

Future si è sempre presentato come un rinnegato, ma dal momento che le sostanze di cui pare abusi (Xanax, Percocet, Vicodin, Actavis, eccetera) sono tutte accessibili anche ai non-rinnegati, le sue spacconerie sui narcotici hanno un’aria più intima.

Il ruolo che i farmaci da prescrizione hanno avuto nelle morte di alcune  popstar fa riflettere. Michael Jackson, Whitney Houston e Prince sono morti con antidolorifici, ansiolitici, o un mix dei due.

(spettakolo.it)
Al Club Tenco torna “Complice la musica”: protagonista Patti Smith
Il 7 maggio, al Teatro Ariston di Sanremo, seconda edizione di Complice la musica – Musiche da New York, manifestazione organizzata dal Club Tenco. Cinque gli artisti protagonisti della serata, che vedrà come sfondo le luci di New York. Patti Smith terrà un concerto orientato sul tema dell’edizione. Giorgio Conte porterà sul palco dell’Ariston due brani per presentare il jazz degli anni ’20. Dargen D’amico: il rap. Vittorio De Scalzi, festeggerà i 50 anni di carriera cantando una canzone di Lou Reed in italiano. Mauro Ermanno Giovanardi proporrà un brano tratto dal suo Chelsea Hotel, spettacolo teatrale.

Parole & Musica: Vittorio De Scalzi (voce, tastiere, chitarra, flauto; New Trolls)
“Da bambino i miei miti erano Beatles e Rolling Stones. L’idea dei New Trolls è venuta a me e Nico Di Palo. Abbiamo aperto i concerti dei Rolling Stones,  suonato progressive-rock, poi siamo passati al pop”.

“Eravamo quattro musicisti diversi per estrazione sociale, studi e preparazione musicale. Crescendo sono emerse purtroppo delle incompatibilità caratteriali. A vent’anni avevamo successo e soldi. Abbiamo sperperato tanto denaro, e qualche problema ce lo siamo anche cercato. Ma suonavamo bene, eravamo apprezzati per la nostra musica che veniva prima di ogni altra cosa”.

“I primi anni sono stati i più belli. La musica fluiva come un fiume in piena. Ci ispiravamo a Jimi Hendrix e ai Beatles. Poi abbiamo creato un nostro stile. L’incontro con De Andrè è stato determinante per dare un impulso culturale ai nostri pezzi”.

“Nlla Genova degli anni ’60 c’era un grande fermento creativo. In via Cecchi c’era un bar frequentato dagli artisti: il poeta Riccardo Mannerini, Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, il Maestro Giampiero Reverberi. Mio padre aveva aperto un ristorante (Da Gianni), a Sturla sul mare, nella zona di via del Tritone. Ci venivano molti musicisti, che si fermavano a suonare, in una sala che avevo allestito con degli strumenti. Ricordo la Premiata Forneria Marconi e i Rokes. C’era un’atmosfera fantastica, magica”.

“Oggi il grande porto è internet.  Non bisogna aspettare che arrivino le novità dall’America, come accadeva negli anni ’60. In quel periodo ci portavano i dischi in anteprima, prima che arrivassero sul mercato italiano. Il porto ha creato molta vivacità musicale”.

“Andavo al mare nello stesso stabilimento di Fabrizio de André. Aveva 10 anni più di me. Gli suonavo le mie canzoni con una chitarra a batterie. Mai avrei immaginato che qualche anno più tardi avrebbe scritto i testi del primo album dei New Trolls. Fabrizio era un genio, un poeta. Era straordinariamente bravo a mettere insieme le parole, ed aveva una voce bellissima. Non lasciava niente al caso. Approfondiva le sue ricerche prima di scrivere un pezzo”.

“Sergio Bardotti è stato il motore trainante del progetto “Concerto Grosso”. Luis Enriquez Bacalov era un apprezzato autore di colonne sonore. Il Concerto è nato come commento musicale del film “La vittima designata”. Sul retro abbiamo inserito “Nella sala vuota”: suite che proponevamo dal vivo. L’abbiamo registrata come se fossimo a un concerto”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

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