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Music News di Augusto Sciarra

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11-03-2017 16:01

Music News di Augusto Sciarra

(repubblica.it)
Le origini dei Soundgarden e la preistoria del grunge. La band pubblica una nuova edizione di “Ultramega Ok” il disco del 1988 che rappresenta uno dei primi "documenti" della scena di Seattle.
Ultramega Ok – insieme a Bleach dei Nirvana – è il documento più efficace per descrivere la preistoria del grunge. La nuova versione è remixata per cercare di ritornare al quel suono delle origini. Le canzoni ritrovano oscurità e densità, anche grazie al lavoro di Jack Endino (già in studio con i Nirvana) che ha potuto lavorare sui nastri originali ritrovati dal bassista dell’epoca Hiro Yamamoto. Il risultato è un "nuovo" disco, una porta temporale che rimette in movimento il momento in cui il rock stava approntando la sua ultima rivoluzione.

Time – Note dal Passato: Chris Cornell (Soundgarden, Audioslave)
“Nel mondo del rock c’è un sano revivalismo che genererà nuove sonorità sempre più interessanti ed esaltanti. Per me il rock&roll è sempre stato la voce della gente comune, di quelli che non comandano. Lo spirito del rock adesso vive nell’hip hop”,

“I Soundgarden erano una delle band in cui veniva identificato il grunge di Seattle. Con “Superunknown” ci siamo piazzati al primo posto della hit parade USA. Tre anni prima, nel 1991, “Badmotorfinger” era stato oscurato dal successo di “Nevermind” dei Nirvana. Con quell’album avevamo intrapreso un percorso alternativo all'hard rock, partendo dall'amore per i Led Zeppelin e i Black Sabbath”.

“A Seattle non esisteva una sola band che suonava grunge. Ogni gruppo aveva il proprio mondo. Nessuno suonava come noi, noi non suonavamo come nessun altro. Abbiamo scoperto di essere parte di un qualcosa di enorme, che andava ben oltre l'avere una base geografica. Era bello provenire da una scena considerata così vitale, capace di cambiare il volto del rock e della cultura popolare in ogni suo aspetto. Oggi il grunge è considerato uno dei più grandi e qualificanti momenti della storia del rock”.

“Il grunge non era uno stile unico come lo speed metal o il progressive. Era una realtà più complessa legata a un’epoca e alla città di Seattle. Ogni band cercava di emergere facendo molti concerti. Essere un gruppo indipendente significava essere l’amministratore delegato del proprio destino. Nessuno propagava un’ideologia e aveva un manifesto, come reazione al periodo hippie. Tutti i guru della controcultura sono diventati avvocati, manager e giocano nella stanza dei bottoni”.

Non ci siamo mai sentiti parte di una generazione. Quando abbiamo esordito si parlava di Generazione Slacker, pigra, senza la voglia di combattere. Ma si trattava di una generalizzazione, con tutti i limiti del caso”.

“Le droghe uccidono la creatività, non la potenziano. E’ vero che grandi artisti come Miles Davis e John Coltrane erano tossicomani. Ma questo non deve sviare. Con gli eccessi ci si illude di tamponare certe difficoltà personali, profonde, ma si sbaglia”.

“La morte di Kurt Cobain dei Nirvana ha rappresentato un atto estremo contro quella contraddizione con cui molti di noi si erano trovati a lottare. Volevamo essere conosciuti e apprezzati, ma l’idea di diventare un fenomeno di massa ci umiliava. Kurt viveva malissimo la situazione e ha reagito peggio di chiunque altro”.

“Da giovane sono stato un grande appassionato di classic rock, in particolare dei Led Zeppelin. Per quanto riguarda la composizione, sono stato molto influenzato dai Pink Floyd”.

“Nella vita di ogni musicista pop e rock c’è un momento in cui si ascoltano soltanto i Beatles. I loro dischi sono unici e irripetibili. Insieme a Jimi Hendrix hanno avuto la maggiore influenza sulla produzione dalla fine degli anni ’60 ad oggi. Paul McCartney è un mito. I testi di John Lennon sono tra i più intensi mai scritti”.

“Sono stato un grande fan dei Nine Inch Nails e del movimento industrial. In quegli anni le band si influenzavano e ispiravano a vicenda, come accadeva negli anni 60 e  70. A questo rinnovamento hanno contribuito gli U2 e i R.E.M., forse la band più coerente del rock”.

(ansa.it)
Macy Gray in concerto a Firenze. Regina dell'urban soul all'Obihall il 14 marzo
La regina dell'urban soul sarà all'Obihall il 14 marzo, a pochi mesi dall'uscita di 'Stripped', album nel segno di una fusion di straordinaria qualità. Lavoro che l'ha riportata al primo amore, il jazz.

Parole & Musica: Macy Gray
“Non sono una diva e non sono neanche sicura di sapere cosa significhi questa parola. Mi chiedo invece perché debbano esistere la morte e la distruzione. Sono una sostenitrice della Peace Society. La gente vuole la pace, che porti serenità nelle famiglie e nelle case della gente comune”.

“Odio quei fenomeni adorati dai media come la “tv verità”. Quando sei un’adolescente tutti ti consigliano di essere te stesso. Crescendo comprendi che questo può crearti tante difficoltà. La verità esige sempre un prezzo troppo alto da pagare. Io non ho mai avuto paura di cambiare. Nel corso della mia vita sono sempre stata solo me stessa. Non mi sono mai appoggiata alle star della black music, preferendo seguire il mio istinto naturale”.

(ilgiornale.it)
Toscanini, quella "star" classica che illumina ancora la musica. I suoi concerti furono eventi mondiali e il suo carisma non conobbe ostacoli. In un libro tutta l'arte del Maestro.
Gli eventi risalgono al 1936 e si riferiscono all'ultimo spettacolo americano del maestro Arturo Toscanini. In programma c'erano pagine di Beethoven e Wagner e il grande violinista Jascha Heifetz eseguì il Concerto per violino di Beethoven. La serata fu un trionfo. Toscanini fu preso d'assalto dai fotografi che lo accecarono letteralmente con i loro flash. Lui se ne andò stizzito e oltraggiato e non volle più tornare sul palco a raccogliere applausi e ovazioni.

Oggi è pazzesco immaginare scene del genere per un concerto di musica classica, ma qui si parla di Arturo Toscanini, del quale si celebrano i 150 anni dalla nascita con una lunga serie di eventi nel mondo e con lo splendido libro “Toscanini. The Maestro: A Life in Pictures” di Marco Capra. Nel libro troviamo una rara lettera del 1931 in cui il Maestro scrive a Mussolini avvertendolo di essere stato “aggredito e colpito ripetutamente al viso da una masnada inqualificabile” a Bologna. Curiosa anche la lettera inviata da Albert Einstein a Toscanini, in cui il grande scienziato lo prega di prendere a cuore la causa degli ebrei. Non a caso Toscanini diresse più volte, gratuitamente, l'Orchestra Sinfonica di Palestina e fu protagonista del film propagandistico “Hymn of the Nations”.

(ilrestodelcarlino.it)
Concerto di Pasqua a Ravenna, Paolo Olmi dirige lo Stabat Mater di Rossini. Ventesimo anniversario dell'evento promosso da Emilia Romagna Concerti, in programma il 12 aprile alle 21.15 nella basilica di Sant’Apollinare Nuovo.
Sul podio, oltre al maestro ravennate, ci saranno il coro del Teatro Comunale di Bologna (maestro: Andrea Faidutti) e la Young Musicians European Orchestra integrata da musicisti della Teheran Symphony Orchestra.

(genovatoday.it)
Italian Jazz Institute, un nuovo archivio per ospitare oltre 50mila pezzi da collezione. La giunta Comunale ha approvato la realizzazione di una nuova sede nell'ex Biblioteca Franzoniana, spazi che si aggiungono a quelli di Palazzo Ducale.
La nuova sede, in via del Seminario 10, ospiterà circa 50mila pezzi tra LP, 78 giri, dvd, video, audio cassette, libri, riviste, materiale in gran parte donato da soci appassionati di musica jazz.

(iltempo.it)
Umberto Tozzi festeggia 40 anni di "Ti amo" e duetta con Anastasia
Per celebrare il 40° anniversario del brano "Ti Amo", Umberto Tozzi ha ricantato il suo grande successo discografico del 1977 in duetto con Anastacia. Il singolo anticipa l'uscita di “40 anni che TI AMO” . Il nuovo disco conterrà tutte le maggiori hit di Umberto Tozzi registrate dal vivo e due inediti: uno scritto dallo stesso cantautore e uno scritto da Eros Ramazzotti, Claudio Guidetti, Kaballà e Francesco Bianconi.

Dal 14 aprile, dal Teatro Dal Verme di Milano, partirà l'omonimo tour. Dopo il debutto milanese, il tour toccherà: il 20 aprile Torino (Teatro Colosseo), il 21 aprile Sanremo (Teatro Ariston), il 5 maggio Bologna (Teatro Duse), il 12 maggio Roma (Auditorium Conciliazione), il 13 maggio Montecatini (Nuovo Teatro Verdi), il 14 maggio Lugano (Palazzo dei Congressi), il 15 maggio Verona (Teatro Filarmonico), il 18 maggio Brescia (Palabanco), il 19 maggio Padova (Gran Teatro Geox), il 24 maggio Pordenone (Teatro Comunale Verdi).

Parole & Musica: Umberto Tozzi
“Il mio modo di pensare e fare musica non è cambiato. Ci sono stati anni in cui non sentivo di avere cose forti da dire, e sono stato zitto. Nella mia carriera si sono alternati grandi successi, e anche vistosi insuccessi”.

“Bigazzi è stato il mio grande maestro. Mi ha insegnato a mettere le note insieme, a semplificare le melodie. È stata una collaborazione felice, la sua scuola mi è servita”.

“Ho suonato due anni con Patrick Samson e la sua big band che aveva dei fiati pazzeschi. Eravamo spesso in giro per concerti. Grazie anche a quella chance sono riuscito ad avere dei contatti professionali con molta gente del settore”.

“Sono stato un fan di Lucio Battisti. Conoscerlo di persona è stato un piacere enorme. Amavo la sua musica e quello che faceva. Ho anche fatto dei provini per registrare con lui “Il mio canto libero”, ma non sono stato scelto. E’ stata comunque una esperienza positiva che mi ha lasciato dei bei ricordi”.

“La mia cultura musicale è anglosassone, nasce dai Beatles.  Da piccolo volevo fare il calciatore, ma mio papà mi ha bocciato l’idea. E così ho  scelto la musica. Ho cominciato a scrivere canzoni. All’inizio la mia voce non mi piaceva. E’ stato il produttore Alfredo Cerruti a convincermi a cantare”.

“La Francia è il paese che mi ha accolto per primo con “Ti amo”. Sono felice di aver ottenuto all’estero tutta la considerazione che non sempre ho avuto in Italia “.

augusto.sciarra@rai.it

 

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