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Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

27-02-2017 03:18

Music News di Augusto Sciarra

(ilsecoloxix.it)
Intervista a Gabbani: “Vorrei fare un concerto a Ortonovo”
“Non c’è modo di capacitarsi appieno del viaggio che ha intrapreso “Occidentali’s Karma”. Provo uno stupore che non riesco a descrivere, soprattutto quando penso a milioni di contatti sul web. Sono lo stesso Francesco che va a far la spesa o che al ristorante con la famiglia. Il premio al Festival di Sanremo è una soddisfazione indescrivibile, ma la mia vita è fatta di passeggiate nei boschi o in montagna tra Carrara e Ortonovo, di pedalate in bicicletta e ovviamente di musica”.

“Non ho mai avuto un idolo nella musica e neppure nello sport. Musicalmente sono “onnivoro”, riesco ad ascoltare la musica più disparata, dalla canzone d’autore italiana, all’hard-rock, passando per il pop. Ammiro molti artisti, ma se devo citarne due dico Adriano Celentano e Franco Battiato”.

(amadeusonline.net)
Ritorna il jazz al Teatro La Fenice. Tre appuntamenti firmati Veneto Jazz, il 4, 11 e 18 marzo 2017 ospitati nel tetro veneziano.
Didier Laloy, Martin Tingvall, Markus Stockhausen e Ferenc Snétberger, i nomi di punta della rassegna. I loro concerti saranno introdotti da un incontro con critici e giornalisti del mondo jazzistico e da uno show case di alcuni “Giovani talenti del jazz italiano”. A coronare questi momenti live, “Jazz&. Mostra di locandine e foto del Teatro La Fenice dal 1969 al 2014”.

Time – Note dal Passato: Janis Joplin (Port Arthur, 19 gennaio 1943 – Los Angeles, 4 ottobre 1970)
Janis Joplin nasce il 19 gennaio 1943, a Port Arthur (Texas, USA).  A 17 anni lascia il college e scappa dalla sua “prigione natale”. Decide di dedicare la sua vita alla musica, seguendo le orme di Bessie Smith e Odetta. Muove i primi passi nei club country & western del Texas. Poi si trasferisce a San Francisco, dove si unisce alla Big Brother and the Holding Company. In quel periodo Janis si rende conto delle sue reali potenzialità e intraprende la carriera solista, facendosi accompagnare dalla Kozmic Blues Band. Anni ’70: mentre sta registrando l’album “Pearl” con la Full-Tilt Boogie Band,  “la voce femminile più blues della storia del rock” abbandona questo mondo.

4 ottobre 1970: Il corpo senza vita di Janis Joplin viene ritrovato nella stanza numero 105 del Landmark Hotel, a Hollywood, California. E’ il tour manager John Cooke a fare la scoperta e a dare la notizia. Quando sopraggiungono il manager Albert Grossman e il medico, la causa del decesso è chiara: overdose di eroina. Muore a 27 anni una delle più grandi voci del rock. Per volontà della famiglia le sue ceneri vengono gettate nelle acque dell’Oceano Pacifico. 11 gennaio 1971: esce il disco postumo “Pearl” che raggiunge il primo posto della classifica della rivista Billboard.

Cantare per lei era una salvezza, una redenzione per l’anima, l’unico sfogo che le consentisse di superare la sua profonda tristezza, la malinconia, la fragilità. 1995: il suo nome è stato inserito nel libro d’oro della  Rock And Roll Hall Of Fame (Museo del Rock, Cleveland). 2005: è stata insignita del Grammy Award alla carriera. 2008: la rivista Rolling Stone l’ha piazzata al 28° posto nella classifica dei 100 cantanti più importanti di tutti i tempi.

Laura Joplin (sorella di Janis Joplin)
“Molti considerano “Pearl” il miglior disco di Janis.  E’ la sua opera più definita e completa, il disco che testimonia al meglio l’evoluzione della sua persona dal punto di vista emotivo. Le canzoni parlano di relazioni intime e durature tra uomini e donne. Per me quell’ultimo album esprime un senso di ottimismo e di gioia. Janis era dotata di un’energia straordinaria”.

“Ricordo Janis mentre suonava la chitarra e cantava le canzoni di Leadbelly, Bessie Smith e Odetta, oppure “Highway 61” di Bob Dylan. Ciò che mi colpiva era l’anima che sapeva immettere in quel repertorio folk. Con la mia famiglia siamo andati a trovarla a San Francisco nell’estate del 1967, l’estate dell’amore. Ci siamo recati all’Avalon Ballroom, dove si esibiva con Big Brother and the Holding Company. Ricordo il nostro enorme stupore nel verificare il talento di Janis e l’impatto che aveva sul palco con la band”.

“Eravamo fieri di lei. Ascoltavamo i dischi, leggevamo le interviste, la guardavamo in televisione. Ma quando tornava a casa ci rendevamo conto dei suoi problemi con le droghe, della necessità che aveva di ricostruirsi e di ritrovare sé stessa. A quei tempi nessuno sapeva come affrontare un problema come la tossicodipendenza. Non c’erano le cure mediche e l’assistenza di cui si può beneficiare oggi”.

Seth Joplin (padre di Janis Joplin)
“Janis non è scappata da casa. Non c'è stata nessuna violenta separazione. In realtà ha sempre avuto la nostra approvazione e il nostro appoggio. Non ci siamo mai permessi di ostacolare i suoi desideri. Ma i media l’hanno descritta come una ribelle insofferente che non vedeva l'ora di lasciarsi alle spalle il passato. La vera Janis era una persona adorabile. Ma si sentiva sola e si fidava troppo delle persone. Questo l'ha portata a costruirsi un'immagine pubblica selvaggia, irrequieta, eccessiva. Ma era solo un modo per proteggersi”.

“Da giovane amava cantare in chiesa e dipingere. Era un'artista davvero brava. Era una ragazzina adorabile. Ha avuto un periodo difficile al liceo. Insisteva nel vestirsi e comportarsi in modo diverso dai suoi compagni. Non aveva molti amici. A Port Arthur è stata una delle prime rivoluzionarie”.

Sam Andrew (chitarra, Big Brother & The Holding Company; (December 18, 1941 – February 12, 2015)
“L’abbiamo vista esibirsi per la prima volta verso la fine del 1963, al Coffee And Confusion di San Francisco. Qualche volta, sul palco, l’accompagnava Jorma Kaukonen, che entrerà a far parte dei Jefferson Airplane e degli Hot Tuna”.

“Il 4 giugno 1966 è entrata nel nostro studio di registrazione. Adorava il blues, Big Mama Thornton, Leadbelly. Sei giorni dopo ha debuttato con noi alla Avalon Ballroom”.

“Janis era speciale. Sembrava la reincarnazione delle regine del blues degli anni 20 e 30: Ma Rainey, Victoria Spivey, Bessie Smith. Aveva una voce straordinaria. Era nata per cantare”.

“Io ero il suo amico e confidente. All’inizio del 1970 ho avuto con lei un breve flirt. All’epoca si esibiva con la Kozmic Blues Band. I suoi fidanzati celebri sono stati Country Joe McDonald e Kris Kristofferson”.

“Nel suo ultimo anno di vita ci vedevamo spesso. A casa sua ho conosciuto Kris Kristofferson. Lei e il cantautore texano stavano vivendo una love story. In quei giorni giravamo sulla sua Porsche, che l'amico Dave Richards aveva dipinto con colori psichedelici. Beveva più del solito. Per il resto era la solita Janis, “caciarona”, affettuosa, forse un po’ troppo carica”.

“L'ho vista l'ultima volta un paio di giorni dopo la morte di Jimi Hendrix. Parlando di quello che era successo, diceva che non avrebbe fatto la stessa fine perché veniva da una famiglia di gente sana”.

“John Cooke, il road manager che lavorava con lei, è stato il primo ad entrare nella sua camera al Landmark Hotel, il 4 ottobre 1970, scoprendo il cadavere. Sono stato sorpreso dalla sua morte, ma in qualche modo ero anche preparato. In quel periodo il mondo del rock stava perdendo tanti giovani artisti a causa dell’eroina. Janis però trasudava gioia di vivere. Non era facile immaginarsela in pericolo”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

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