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Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

01-04-2017 13:38

Music News di Augusto Sciarra

(spettakolo.it)
Bob Dylan, la rockstar con l’anima jazz
Dylan si diverte a rimetter mani a pezzi che tra il ’30 e il ’50 hanno fatto la storia (As time goes by di Casablanca). “Triplicate” segnerà un preciso momento di un artista che ha sempre avuto voglia di misurarsi con contesti musicali differenti tra di loro. Oggi è il turno del jazz. Ha portato brani leggendari come My one and only love e How deep is your ocean. Ha reso Stardust più frizzante della versione sinatriana e si è superato con These foolish things. Dylan ha dimostrato un amore viscerale per una musica che consideravamo antitetica alla sua.

(online-jazz.net)
Affrancare il Jazz. Con una serie di francobolli sul grande jazz italiano.
Per il 30 aprile 2016 la Repubblica di San Marino ha dedicato alla Giornata Internazionale del Jazz tre valori bollati realizzati dal designer Lucio Schiavon. La ricorrenza è stata adottata dall’Unesco a partire dal 2012 con la motivazione che il jazz è strumento di sviluppo e crescita del dialogo interculturale volto alla tolleranza e alla comprensione reciproca.

(swissinfo.ch)
Il festival di Montreux batte davvero a ritmo di jazz?
Il Montreux Jazz Festival rompe le barriere tra stile e generazioni per la sua 51esima edizione, che dal 30 giugno al 15 luglio 2017 vedrà sfilare sul palco nomi come Grace Jones, Pet Shop Boys, Bryan Ferry e Tom Jones. Musica pop, rock, soul. Lanciato nel 1967, il festival di Montreux era all’origine un appuntamento dedicato esclusivamente alla musica jazz. Negli anni Settanta il suo fondatore Claude Nobs cominciò ad ampliare gli orizzonti, includendo tra gli invitati musicisti blues, soul e rock: Led Zeppelin, Pink Floyd, Frank Zappa, Deep Purple. Oggi a Montreux arrivano artisti di ogni corrente musicale.

(avvenire.it)
Paolo Jannacci: io e mio padre, dinastia bop. Il figlio di Enzo Jannacci racconta la passione jazzistica del padre e la propria vita al pianoforte. “Sono un artista che cerca di essere onesto”.
“Enzo mi raccontava di una Milano punto d’incontro di grandi. Andava a sentire live Monk, suonò con Powell e Clarke. Lui e i suoi colleghi impararono dai dischi. In un clima generale in cui il jazz era detto volgare da chi sosteneva che la vera musica fosse Puccini. Papà ricordava le scarpe lanciate a Chet Baker durante un veglione di Capodanno”.

Quali erano jazzisti e dischi prediletti da Jannacci? “Bud Powell, Thelonius Monk e Oscar Peterson. Il suo Blues Etude del ’66, col brano L’impossible, abbiamo passato vent’anni in casa ad ascoltarlo. Ne andava pazzo”.

Time – Note dal Passato: Ricky Lee Jones
“Fare un disco è come dipingere. Poco alla volta si crea il quadro, mettendoci la sensibilità e le emozioni che si desiderano tradurre in musica. Il concerto è una cosa più spontanea, che nasce e vive in quello stesso momento. Realizzare un disco è una cosa complessa perché ci tengo a controllarlo interamente: parole, musica, grafica, foto di copertina e promozionali”.

“L’inserimento di personaggi cinematografici nelle mie canzoni servono per ricostruire la situazione e un certo feeling. Leggo molto. Non guardo molto la tv. Non mi interesso molto di cinema, a parte i film di Marlon Brando. Mi piacciono i film tipo West Side Story”.

“Sono una persona abbastanza chiusa e introversa. Ho avuto un’esistenza molto solitaria. Per questo mi sono abituata a progettare dei dialoghi dentro di me, che porto allo scoperto quando mi metto in relazione con il  mondo”.

“Temo i contatti umani. Questa paura quando sono sul palco diventa produttiva. Mi serve da carica emotiva per mettermi in relazione con il pubblico”.

“Quando compongo non bevo mai alcolici. Le canzoni nascono da diverse emozioni. Raramente scrivo quando sono felice, perché in quei momenti sono talmente occupata da non potermi dedicare ad altre cose. Preferisco scrivere di situazioni felici quando in realtà non lo son o, quando sto attraversando un brutto momento”.

“Con Tom Waits e Chuck E. Weiss non ho avuto nessun rapporto di tipo musicale. Il nostro è stato un vivere insieme quotidiano che portava da un bar all’altro, da un club di Hollywood a uno di Santa Monica, da una notte insonne e un giorno chiusi in una stanza di un Motel. La macchina era il nostro regno. Bevevamo e cantavamo il nostro swing quotidiano. La sera, a casa, cercavamo di dare corpo a quelle idee musicali che ci avevano accompagnati durante il giorno”.

“Ho amato molto Van Morrison, in particolare l’album “Astral Weeks”. Mi piacciono anche Marvin Gaye, Laura Nyro e i Police. Sting mi piace molto, non per motivi musicali”.

“Vivevo a Hollywood, poi mi sono trasferita a New York. Vivo negli alberghi, per il mio lavoro e perché mi piace viaggiare”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

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