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Music News di Augusto Sciarra

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05-03-2017 21:00

Music News di Augusto Sciarra

(ansa.it)
Lucio Battisti, oggi avrebbe compiuto 74 anni. Il suo mito continua a fiorire a 18 anni dalla sua morte.
Lucio Battisti ha permesso alla canzone italiana di allargare i suoi confini e di misurarsi con quell'approccio creativo e quella voglia di sperimentare che appartengono ai grandi della musica internazionale. Grazie a lui il pubblico italiano ha scoperto canzoni di successo che incorporavano gli elementi più vitali del rock e della musica nera, prima di avventurarsi verso un concetto di elettronica personale  che lo ha portato ai limiti dell'autoreferenzialità.

Time – Note dal Passato: Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) – prima parte
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, piccolo paese sui monti reatini, il 5 marzo 1943, ventiquattro ore dopo Lucio Dalla. I genitori Alfiero e Dea sognano per il proprio figlio un diploma da perito tecnico e un buon lavoro. Il trasferimento della famiglia a Roma accende in lui la passione per la musica. Nel 1962 entra a far parte dei Mattatori, complesso che suona nei night club della Capitale. Successivamente diventa chitarrista dei Campioni, gruppo di Tony Dallara. A Milano conosce una giovane produttrice francese, Christine Leroux, che lo mette in contatto con Giulio Rapetti, in arte Mogol. Battisti ricorderà così quell’incontro: “Un giorno mi sono alzato con un presentimento. Sono andato da  Christine Leroux , che mi ha detto: “Oggi ti faccio conoscere una persona importante, il mio amico Mogol”. Da quel giorno siamo sempre insieme”.

Dal loro sodalizio nascono le prime canzoni: “Per una lira” incisa dai Ribelli del mitico Demetrio Stratos; “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi, e “Dolce di giorno” dei Dik Dik. Il colpo grosso arriva con “29 Settembre” incisa dall’Equipe 84. La svolta della carriera di Battisti è incentrata nella sua decisione di diventare cantante. Cantagiro 1968: presenta “Balla Linda”. E’ la sua consacrazione. Un anno dopo arrivano: “Acqua azzurra, acqua chiara” e “Un avventura”, cantata in coppia con Wilson Pickett al festival di Sanremo. Nel suo primo lp “Emozioni” troviamo delle perle: “7 e 40”, “Anna”, “Fiori di rosa, fiori di pesco”, “Io vivrò”,  “Emozioni”.

1970: Lucio e Mogol iniziano un viaggio a cavallo, da Milano a Roma, facendo i “nomadi” per tre settimane. Albert Moyersoen (istruttore che insegnò a Lucio Battisti a montare a cavallo) e i suoi figli Filippo e Francesca, nel libro “Lucio Battisti. Due ragazzi attraversano l'estate”, ricordano: “Mogol sapeva montare. Battisti partiva da zero. Dopo due giorni era già in grado di galoppare. Aveva instaurato un feeling particolare con il cavallo. Una delle prime volte che venne alla Cascina Longora per esercitarsi c’era anche sua madre. Si sorprese quando scoprì che suo figlio sapeva cavalcare”.

“Una persona alla guida di una Land Rover ci precedeva sulla strada e cercava una cascina disposta a ospitare noi e i cavalli durante la notte. Guidava il musicista Oscar Prudenti, che poi ha litigato con Giulio proprio durante quel viaggio. Lucio Battisti era riservato e non amava la confusione. Oscar Prudente quando giungeva in un paesino si affrettava a far pubblicità, a chiamare gente. Al nostro arrivo c’era sempre una folla di ragazzini desiderosi di vedere Lucio Battisti”.

“I comuni in cui sostavano Battisti e Mogol offrivano un pranzo alla comitiva alla presenza delle autorità locali. Quella sera a un certo punto arriva una donna enorme con un bambino piccolo in braccio. Raggiunge Battisti. Prende la mano del suo bambino e la mette sulla spalla di Lucio. Per i contadini toccare la spalla di Lucio Battisti era un onore. Quasi fosse un santo”.  

Battisti, dopo questa esperienza, decide di inaugurare il suo isolamento, la sua fuga dalla giungla moderna, dai gas di scarico,  rimanendo comunque cittadino del mondo. Scrive “Il Paradiso” per Patty Pravo, “Insieme”, ”Io e te da soli” e “Amor mio” per Mina. Non sbaglia più una canzone o un album, si rimette sempre in discussione fino alla conclusione del rapporto con Mogol, nel 1980. I dischi “Umanamente uomo: Il sogno”, “Il mio canto libero”, “Il nostro caro angelo”, “Anima latina”, “Ancora tu”, “La batteria, il contrabbasso ecc.”, “Una donna per amico”, “Una giornata uggiosa” sono dei capolavori incancellabili. In mezzo c’è di tutto: la sperimentazione dei ritmi sudamericani di “Anima latina”, lo sfortunato lp in inglese “Images”, il mancato rapimento di suo figlio, la trionfale tournèe nel 1976 con i Formula Tre.

Prima di abbandonare il suo pubblico, dichiara: “Tutto mi spinge verso una totale ridefinizione della mia attività professionale. In breve tempo ho conseguito un successo di pubblico ragguardevole. Per continuare la mia strada ho bisogno di nuove mete artistiche ,di nuovi stimoli professionali. Devo distruggere l’immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso. Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare con il suo pubblico solo per mezzo del suo lavoro”. Il matrimonio con Mogol giunge a conclusione con “Una giornata uggiosa”.

1982: nella sua villa di Molteno, assieme a sua moglie Letizia (Velezia), realizza “E già” che si piazza per un mese in cima alla hit parade. 1986: entra in scena Pasquale Panella, paroliere, scrittore d’avanguardia, romano, surreale, provocatorio. Nasce “Don Giovanni”, capolavoro riconosciuto in ritardo. Seguono: “L’Apparenza”, “La sposa occidentale”, “Cosa succederà alla ragazza” “Hegel”.

9 settembre 1998, la notizia: Battisti è morto a Milano in un ospedale. Era malato da tempo. Ancora una volta non aveva voluto mostrarsi sconfitto o in difficoltà.

Lucio Battisti: "Mogol capì subito come valorizzarmi. Cantare solo in determinati locali, fare solo fotografie di un certo tipo, vestirmi in un certo modo, evitare di mescolarmi agli altri cantanti".  

“Se continuassi a girare come una trottola tra manifestazioni e televisione mi brucerei come una candela. Io invece voglio fare le cose per bene: uno o due dischi l'anno , ma ben curati. Poche serate e molto tempo a disposizione per cercare nuovi temi musicali”.

"Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre parlare un linguaggio semplice ti espone a maggiori possibilità di essere giudicato. Più gente ti capisce , più hai potenziali giudici di ciò che fai”.

Christine Leroux: “Rimasi paralizzata, come quando incontri la persona che hai aspettato tutta la vita. Sentivo che quel ragazzo aveva qualcosa da dire. Ne apprezzai la voce, ma nessuno era del mio stesso parere . Fu difficile inserirlo”.

Mogol: "Non fu un colpo di fulmine , all'inizio le cose che faceva non mi colpirono particolarmente . Mi piacque lui , quella sua aria insicura. Io gli dicevo ciò che non mi piaceva e lui umilmente mi seguiva. Sentivo in lui soprattutto uno straordinario potenziale che con pazienza, avremmo potuto tirare fuori insieme . Gli dissi di tornare dopo un mese, due , tre , non appena avesse avuto un'idea.

Pasquale Panella: "Il ruolo della canzone è quello di essere bella , stupida e priva di qualsiasi presunzione d'importanza. La canzonetta deve essere idiota e ballabile. Rappresenta lo scemo del paese e come questo è utilissima in quanto le altre forme cosiddette culturali si relazionano ad essa e si sentono in qualche modo speciali. La canzone è la serva scema alla quale cadono i piatti".

augusto.sciarra@rai.it

 

                    

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

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