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Music News di Augusto Sciarra

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18-05-2017 17:16

Music News di Augusto Sciarra

(today.it)
E' morto Chris Cornell, voce degli Audioslave e Soundgarden. Una scomparsa improvvisa su cui non emergono ancora dettagli. Il cantante aveva 52 anni.
La carriera di Chris Cornell inizia nel 1984 con i Soundgarden, uno dei principali gruppi musicali della scena grunge di Seattle con cui è salito alla ribalta della scena rock mondiale, per poi sciogliersi nel 1997. Dal 2001 al 2007 è la voce solista degli Audioslave, con cui ha pubblicato tre album. Nel 2010 la reunion con i Soundgarden, ed è con loro che ha cantato sul palco del Fox Theatre di Detroit la sera prima di morire.

(repubblica.it)
È morto Chris Cornell, voce dei Soundgarden e degli Audioslave. Il rocker aveva 52 anni ed era in tour con la storica band grunge di Seattle. Ancora ignote le cause, la polizia di Detroit parla di possibile suicidio. Il suo agente: "Evento improvviso e inaspettato".
Soltanto poche ore prima del decesso Cornell aveva tenuto un concerto con i Soundgarden al Fox Theater di Detroit. L’ultimo post sul profilo Twitter dell'artista risale alle 20,06 di Detroit (le 2 e 06 in Italia):"#Detroit finally back to Rock City!!!!", ha scritto Cornell postando una foto dell'esterno del teatro. Nel concerto venti canzoni nelle quali la sua voce non aveva tradito problemi.

Nel 1990, dopo la morte per overdose di eroina del suo amico e compagno di stanza Andrew Wood, cantante dei Mother Love Bone, Cornell formò i Temple of the Dog con membri dei Soundgarden e due futuri membri dei Pearl Jam, Stone Gossard e Jeff Ament.

Quando nel 1997 l'esperienza Soundgarden chiuse il suo primo capitolo, Cornell realizzò con Tim Commerford (basso), Brad Wilk (batteria) e Tom Morello (chitarra) (dei Rage Against the Machine) il supergruppo Audioslave. Fiorente anche la sua attività solista e come autore di musiche e canzoni per il cinema.

(corriere.it)
Morto Chris Cornell dei Soundgarden: "Possibile suicidio". Una delle più grandi voci del rock. Frontman dei Soundgarden, e poi negli Audioslave, aveva 52 anni. Una morte “improvvisa e inaspettata” dopo l’ultimo concerto a Detroit.
Chris Cornell si aggiunge a una lunga scia nera che accompagna il genere: Kurt Cobain morto a soli 27 anni, Layne Staley degli Alice in Chains, Scott Weiland degli Stone Temple Pilots. Del grunge, insieme a Kurt coi Nirvana e Eddie Vedder coi Pearl Jam, fu uno dei tre lati del triangolo magico che all’inizio degli anni’90 partì da Seattle (dove Chris era nato, da famiglia piuttosto problematica) per conquistare il mondo.

(rollingstone.it)
La polizia indaga sul possibile suicidio di Chris Cornell. Una morte "improvvisa e inaspettata" aveva dichiarato questa mattina un portavoce della rockstar, ora le indagini prendono una svolta ancora più tragica.
Sono di pochi minuti fa le notizie riportate dal Mirror, per cui Cornell sarebbe stato ritrovato senza vita nel bagno della camera d’hotel dove soggiornava, e di come un portavoce del dipartimento di Detroit abbia riferito che le indagini si stiano indirizzando sul sospetto che il musicista si sia suicidato. La chiamata d’emergenza è arrivata circa a mezzanotte da un amico di Cornell, con gli agenti che, una volta sul posto, hanno dovuto forzare la porta della camera in cui si trovava il cantante, privo di conoscenza nel bagno dove è in seguito stato dichiarato morto.

(rumoremag.com)
L’ultimo concerto di Chris Cornell prima della sua morte
Quello al Fox Theatre di Detroit è stato l’ultimo concerto di Chris Cornell con i Soundgarden.

La scaletta della serata
1. Ugly Truth
2. Hunted Down
3. Non-State Actor
4. Searching With My Good Eye Closed (Intro)
5. Spoonman
6. Outshined
7. Kickstand
8. Black Hole Sun
9. By Crooked Steps
10. The Day I Tried to Live
11. My Wave
12. Been Away Too Long
13. Fell on Black Days
14. Mailman
15. A Thousand Days Before
16. Burden in My Hand
17. Blow Up the Outside World
18. Jesus Christ Pose
19. Rusty Cage
20. Slaves & Bulldozers (w/ “In My Time of Dying” refrain)

Time – Note dal Passato: (cantante; (Seattle, 20 luglio 1964 – Detroit, 17 maggio 2017)
“La morte di Kurt Cobain ha rappresentato l’atto più estremo possibile contro quella contraddizione con cui molti di noi si sono trovati a combattere. Quello in cui credevamo, le canzoni che inserivamo nei nostri album, le problematiche che quella generazione condivideva andavano a scontrarsi all’interno di ognuno di noi con le dinamiche legate al successo. Sostanzialmente ognuno di noi voleva essere conosciuto e apprezzato, ma contemporaneamente l’idea di diventare un fenomeno di massa ci umiliava, perché portava ad una serie di fraintendimenti continui e faceva sì che un sacco di gente che nemmeno conosceva i nostri testi venisse a vederci dal vivo per moda. Kurt viveva malissimo la situazione e ha reagito peggio di chiunque altro. Ma sarebbe potuto succedere a ognuno di noi.”

“Nella vita di ogni artista c’è un momento in cui si appassiona ai Beatles. Alcuni aspetti della loro musica restano ancora oggi irriproducibili. Insieme a Jimi Hendrix hanno influenzato  la musica dalla fine degli anni sessanta ad oggi. Paul McCartney è un mito. Però, i testi di Lennon restano tra le cose più intense che siano mai state scritte”.

“Mi capita di fare dei viaggi con la mente,  tornare indietro nel tempo, rivivere le esperienze, anche quelle traumatiche. Non sono un nostalgico. Ho sconfitto i fantasmi che rovinavano la mia esistenza. Non ho mai avuto problemi a  parlare dei miei problemi con stupefacenti e alcol”.

“Sono stato un grande fan dei Nine Inc Nails e del movimento Industrial in generale. Ogni band di quel periodo influenzava le altre. Regnava un’atmosfera incredibile e c’era tanta creatività. Penso agli U2, ai R.E.M.”.

“Non ho mai sopportato l’etichetta Grunge, inventata dai media e dalle case discografiche. I Soundgarden vengono spesso affiancati ad altri gruppi: Nirvana, Pearl Jam, Alice In Chains. Ma non abbiamo molto in comune, se non la provenienza e alcune influenze musicali”.

“Nel mondo del rock c’è un revivalismo che genererà nuovi suoni. Il merito va a musicisti come: Jack White e Dan Auerbach dei Black Keys. Il rock & roll è sempre stato la voce della gente comune. Lo spirito del rock adesso rivive nell’hip hop”.

“Da giovane sono stato un grande appassionato di classic rock, in particolare dei Led Zeppelin. Per quanto riguarda la composizione, sono stato molto influenzato dai Pink Floyd”.

Non mi sono mai sentito parte della cosiddetta Generazione X. Quando abbiamo esordito si parlava di Generazione Slacker, pigra, senza la voglia di combattere. Ma si trattava di una generalizzazione, con tutti i limiti del caso”.

“Le droghe uccidono la creatività, non la potenziano. E’ vero che grandi artisti come Miles Davis e John Coltrane erano tossicomani. Ma questo non deve sviare. Con gli eccessi ci si illude di tamponare certe difficoltà personali, profonde, ma si sbaglia”.

augusto.sciarra@rai.it

 

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