NOTIZIE

Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

18-01-2017 18:26

Music News di Augusto Sciarra

(diregiovani.it)
Giorno della Memoria, Peppe Servillo: la musica ha sempre valore civile
Sarà una “Serata Colorata”, il concerto del 26 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ad aprire le manifestazioni previste per il Giorno della Memoria. Una serata musicale costruita sulle note composte da ebrei e internati del campo di internamento di Ferramonti, in Calabria. Sul palco: Fabrizio Bosso, il virtuoso della fisarmonica Vince Abbracciante, il contrabbassista Giuseppe Bassi, Seby Burgio, e Andrea Campanella, Daniel Hoffman, Eyal Lerner. Le voci di Lee Colbert, Myriam Fuks, Giuseppe Naviglio e del Coro Petrassi e Coro C.Casini dell’Università di Roma Tor Vergata. A fare da trade union la voce narrante di Peppe Servillo: “Nel raccontare questa vicenda in tutta la sua interezza il dato storico è importante. Ci sono state delle consulenze di ordine storico per poter dire alla platea cose precise riguardo a una vicenda così drammatica. Vogliamo rendere testimonianza di una vicenda così enorme che non vogliamo assolutamente oscurare e dimenticare. Un campo di concentramento, il più grande d’Italia, in Calabria, che era custodito solo da milizie fasciste e quindi da italiani dove nessun ebreo è stato ucciso o torturato e dove la qualità delle relazioni umane all’interno del campo e anche tra gli internati e tra questi e la popolazione circostante è stata degna. La musica in tutto questo ha svolto un ruolo molto importante. Quasi salvifico”.

“Non credo che questa serata per come è stata curata rischi di cadere nel rituale e quindi nello svuotamento del contenuto dovuto alla ripetizione abitudinaria e consolatoria. C’è il desiderio di mantenere integra una memoria perché significa alimentare la speranza di poter rigenerare i valori e opporsi ai disvalori che ancora oggi separano le comunità da un punto di vista religioso, politico, etnico, generale, sociale”.

Time – Note dal Passato: Henry Rollins (Washington, 13 febbraio 1961; cantante, compositore, scrittore, attore,
doppiatore, editore, attivista, conduttore televisivo, conduttore radiofonico)
“Uso delle tecniche di autocontrollo. In particolare seguo la dottrina della “prospettiva”. E’ un metodo che permette di stanziarti da qualunque cosa. Credo che essere contenuti, controllati, e coscienti sia un’ottima cosa. Quando conosci bene te stesso, puoi decidere quando e come lasciarti andare. Quando sono su un palco posso dimenticare quanto sto facendo, evitare di entrare nello spirito degli stessi suoni”.

“La mia musica non trasmette assolutamente emozioni negative. I Duran Duran, Edie Brickell & The New Bohemians, per esempio, cercano di mungerti soldi. Io canto cose vere che vengono dall’anima”.

“Ho scritto diversi libri e registrato alcuni talkrecords, ma non mi considero un poeta. Il mio approccio nei riguardi della letteratura è simile a quello che aveva Lenny Bruce. Non sono uno scrittore di grande talento”.

“Vivo in California, a Los Angeles, ma non ci sto spesso. Ci sono un sacco band, molti club, teatri, discoteche. C’è tanta competizione, ma non mi sembra che si produca grande musica”.

“Odio avere a che fare con ladri e bugiardi. Nell’industria discografica se ne incontrano di continuo. Per rimanere in questo giro bisogna sempre stare in campana. Più piaci alla gente e più sei circondato da squali. Bisogna amare la musica veramente per sopportare tutto questo”.

“La musica può essere un mezzo per raggiungere la conoscenza interiore. In tal senso la Rollins’ Band assomiglia alla Jimi Hendrix Experience. La differenza sostanziale sta nel fatto che Hendrix era un genio”.

augusto.sciarra@rai.it

 

 

 

Seguici su FacebookTwitter

Guida programmi