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Music News di Augusto Sciarra

Notizie dall’Italia e dal Mondo

17-01-2017 19:42

Music News di Augusto Sciarra

(riviera24.it)
Sanremo e Matera unite da musica e cultura, torna la seconda edizione di “SanremoSol”. Il Patto verra' ufficialmente sottoscritto a Sanremo nel corso della settimana del Festival della Canzone Italiana.
“Promozione di azioni di confronto tra la città di Sanremo, culla della cultura musicale italiana, e Matera, capitale europea della cultura nel 2019″: è la novità principale della seconda edizione di “SanremoSol”, vetrina organizzata durante il Festival 2017 (7-11 febbraio). “Per la prima volta vi e’ la volonta’ di sancire un Patto d’azione tra la citta’ di Sanremo e la Basilicata – spiega Giuseppe Grande, ideatore e direttore di “SanremoSol” – al fine di accrescere la conoscenza, la fruizione e la promozione del patrimonio storico-artistico, culturale e musicale, con il coinvolgimento della scuola. I giovani studenti sono il futuro, bisogna supportarli e stimolare le loro capacità”.

(ilcorrieredellacitta.com)
Ardea: torna il grande Jazz, c’è Ardeajazz Winter con Fabrizio Bosso
L’Associazione Filarmonica è pronta per Ardeajazz Winter con un evento che vedrà protagonista uno dei maggiori jazzisti della scena mondiale: il trombettista Fabrizio Bosso. Lo ascolteremo esibirsi con: Antonio Caps all’organo Hammond, Elio Coppola alla batteria, Walter Ricci alla voce. L’appuntamento è giovedì 16 febbraio, presso “La Pineta dei Liberti”.

Time – Note dal Passato: Patti Smith
“Non ho più l’arroganza giovanile della Patti Smith degli anni ’70. Mi sento più coinvolta dai problemi della gente. Le mie preoccupazioni sono più universali di prima. Mi sento impegnata nella battaglia contro chi sta uccidendo il nostro pianeta. Sul palco posso continuare a dividere con il pubblico delle emozioni estreme, ma nella vita reale faccio attenzione a me stessa. Nel mio lavoro cerco sempre di abbandonarmi, ma nella vita quotidiana sono più equilibrata”.

“Rimbaud mi ha insegnato molto. All’inizio non capivo come avesse potuto lasciare Parigi per l’Etiopia. Ma, a modo mio, ho fatto un viaggio simile. Ho lasciato New York per andare a vivere nei pressi di Detroit. Il Michigan è diventato la mia Etiopia. Negli anni ’80 non ho smesso di lavorare, ho scritto cinque libri. Io e mio marito Fred abbiamo lavorato duro, ma in privato. Abbiamo condotto una vita semplice. Nell’81 siamo stati in Guyana, nell’Isola del Diavolo, a Sain Laurent, a visitare la prigione di cui ha parlato Genet”.

“Prima avevo l’abitudine di scrivere la notte e di dormire il giorno. Da qualche anno mi sveglio alle sette. Prima passavo da una stanza d’albergo a Parigi a un’altra di New York. Il palco non mi è mai mancato. Di quel periodo mi mancano i viaggi e gli amici: Lenny Kaye, Robert Mapplethorpe, mio fratello. Se potessi tornare indietro, non cambierei niente”.

“Sono grata per il mio lavoro e per avere la fortuna di scrivere. E’ una visione delle cose che ho acquisito da Robert Mapplethorpe, quando avevamo vent’anni. Ho avuto dei momenti di depressione in cui non ce la facevo ad alzarmi dal letto. Ma ho capito che essere vivi è un privilegio. Vedere morire Robert Mapplethorpe me lo ha ricordato. Nell’87 ha saputo di avere l’AIDS. Da quel momento ha fatto di tutto per restare in vita: cure, medicine, senza mai perdere la fiducia. Nei suoi ultimi giorni, anche se con fatica, ha continuato a disegnare e a scrivere. Non ha mai smesso di dare valore alla sua vita. Quando mi sento male penso a lui e ritrovo la forza per andare avanti”.

“Diffido di ciò che è diventato il business della musica, dello spirito di competizione, della vanità. Non dobbiamo perdere il nostro spirito ribelle, dobbiamo continuare a essere in qualche modo dei rinnegati. Il rock viene dalla strada, appartiene alla gente, è un mezzo di comunicazione. Non dovrebbe essere un affare controllato dalle grandi compagnie o dalle istituzioni”.

“Negli anni ’70 ero molto ispirata da Rimbaud, Bob Dylan. Ora trovo più eroica Madre Teresa di Calcutta. E’ stato difficile superare l’adolescenza. In quel periodo ero disadattata, non mi identificavo con nessuno, soffrivo di solitudine. Grazie alla musica eall’arte ho capito che non ero sola. Arthur Rimbaud mi ha aiutato a superare i miei quindici anni, con il suo lavoro, le sue opere, la sua energia, le sue idee”.

“Oggi non mi considero un’eroina. La fine degli anni ’70 è stata molto eccitante per me, avevo una grande energia e tanta passione. Ero me stessa, non recitavo. Tra gli anni ’60 e ’70 alcuni miei miti sono morti o erano in brutte condizioni: Brian Jones, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Bob Dylan, Rolling Stones. In quel momento ho temuto che il lato eroico del rock & roll sparisse. Mi sono sentita risollevata quando sono arrivati i Sex Pistols, i Clash, i Television. Ho pensato che rappresentassero il futuro. Noi eravamo la vecchia guardia che aveva aperto loro la strada. E’ importante che una generazione sia sempre pronta a rinunciare alla sua posizione per lasciare il posto ai più giovani. Il rock appartiene a tutti, ma fondamentalmente riguarda la gioventù”.

“Sono cresciuta negli anni ’50 e ’60, un’epoca in cui il rock era accessibile solo agli uomini. Ascoltavo Edith Piaf, Maria Callas, Nina Simone. Sognavo di diventare una cantante lirica, ma non ero dotata vocalmente. Ho visto per la prima volta Bob Dylan nel 1963 e i Rolling Stones nel 1965, ma non ho mai avuto l’ambizione di entrare nel mondo del rock. E’ successo tutto in maniera naturale. I miei genitori ascoltavano Duke Ellington, Stan Kenton, Helen Morgan, Frank Sinatra, per loro il rock non esisteva. A 6 anni ho sentito per la prima volta Little Richard. Ho visto nascere il rock & roll, sono cresciuta con lui”.

“Sognavo di diventare scrittrice, viaggiare. Amavo i poeti beat, Burroughs, il jazz, John Coltrane. Quando ho scoperto Rimbaud ho capito che c’era stato qualcuno che sentiva le mie stesse cose, e parlava una lingua che capivo. Poi ho sentito Jim Morrison alla radio, e in quel momento mi sono sentita meno sola. La poesia, grazie a Bob Dylan e ai Doors, cominciava a essere parte integrante del rock”.

“Gli studenti del mio liceo erano per la maggior parte neri. Sono stati loro a farmi conoscere Coltrane e Nina Simone. A dodici anni mi hanno portato a visitare un museo di Philadelphia dove ho potuto ammirare delle opere di Manet, Picasso, Modigliani, Salvador Dalì. Passavo il mio tempo a sfogliare libri d’arte. Adoravo la cultura e la letteratura francese. Sono passata dal classico al moderno, da Gerard de Nerval ad Albert Camus. Nel ’69 sono stata per la prima volta a Parigi, passando qualche mese a Montmartre e a Montparnasse. A vent’anni ho abbandonato il sogno di diventare pittrice. Nel ’67 ho conosciuto Robert Mapplethorpe che mi ha incoraggiato a concentrarmi sulla scrittura. E’ difficile raccontare la magia e la bellezza della nostra storia. Eravamo giovani, senza esperienza, innocenti, volevamo conoscere il mondo. Ci adoravamo, eravamo felici. Qualche anno dopo ho preso coscienza della sua omosessualità”.

“Non ho mai aderito a nessuna religione nel senso dogmatico del termine. Ho studiato la Bibbia. Ci sono cose interessanti in tutte le religioni: la preghiera islamica, la meditazione buddista, certi precetti cristiani”.

augusto.sciarra@rai.it

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