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Music News di Augusto Sciarra

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14-02-2017 02:10

Music News di Augusto Sciarra

(ansa.it)
"Buon compleanno Faber", musica e parole. Rassegna dedicata a Pinuccio Sciola, dal 16 febbraio all'8 marzo.
"Buon Compleanno Faber": è un festival itinerante che coinvolge Cagliari, Pirri, Monserrato, Mandas, Isili, Elmas, Lunamatrona e Quartucciu. Il festival si snoda tra 20 serate, 80 appuntamenti, 120 ospiti. Tra gli ospiti, Claudia Crabuzza (Targa Tenco 2016), i musicisti Giovanni Floreani e Michele Gazich, e per la sezione cinema, Paolo Bonfanti.

Time – Note dal Passato: Fabrizio De André
“Mi ha sempre interessato raccontare storie di gente comune per capire di il mondo in cui vivevo. E’ stata una specie di autoanalisi”.

“A quattro anni, quando vivevo in campagna, ero sempre con i contadini. Assimilavo molto più da loro che dai miei genitori. Il discorso si è evoluto quando ho cominciato a chiacchierare con persone che erano di fede anarchica. Questi contatti sono stati decisivi per la mia formazione culturale. Crescendo mio padre mi portava dei dischi di George Brassens dalla Francia. Per me è stato un maestro dal punto di vista musicale, di pensiero e di vita. Mi ha insegnato che la ragionevolezza e la convivenza sociale autentica si trovano di più nella parte umiliata ed emarginata della nostra società che non tra i potenti”.

“Gli artisti che mi hanno in qualche modo ispirato sono: Jacques Brel, Bob Dylan e Leonard Cohen”.

“Una morale la si ricostruisce in un centinaio di anni. Ormai c’è una nuova morale che si fonda su valori perversi: l’arricchimento immediato, il non guardare in faccia a nessuno pur di accumulare capitali”.

“Oggi mi interessano i giovani che stanno recuperando antiche tradizioni popolari, particolarmente in Puglia. Attraverso una musica che in certi casi è rap, quindi d’importazione, ma in altri casi ha radici nella cultura musicale. Alcuni giovani stanno raccontando storie di tutti i giorni nella loro lingua originale. Ce ne sono un po’ dappertutto. Questa è la cosa più interessante. Bisogna tenere presente che una canzone per essere riuscita dovrebbe avere due possibilità di lettura. Quindi canzoni che lì per lì possono sembrare canzoni di evasione, di amore, scavando puoi trovare anche il sociale”.

“La Canzone di Marinella è la storia di una ragazza che a sedici anni ha perduto i genitori. E’ una ragazza di campagna dalle parti di Asti, che viene cacciata dagli zii e si prostituisce lungo le sponde del Tanaro. Un giorno incontra uno che le porta via la borsetta dal braccio, la buttata nel fiume, e non potendo fare niente per restituirle la vita cerca di cambiarle la morte. La chiave di lettura è quella di un amore disgraziato. All’origine c’è una gravissima problematica sociale. Certi fatti della realtà, soprattutto quand’ero giovane, mi davano un grande fastidio, allora cercavo di mutare la realtà”.

“Ho deciso di vivere in Sardegna perché le varie etnie sarde, malgrado le differenze di lingua e di cultura, hanno in comune il rispetto di valori fondamentali in cui credo anch'io. Mi trovo bene con la gente sarda. Inoltre, l'ambiente è uno dei più spettacolari e dei più puliti d'Europa. Qui ho un'azienda agricola che va in seguita. Anche perché un domani non posso dire ai miei figli: vi lascio cinquanta canzoni per uno. Nel mio repertorio non ci sono canzoni come Blue Moon o Star Dust, che dal punto di vista dei diritti d'autore riescono a rendere ricche due o tre generazioni”.

“Benedetto Croce diceva che fino all'età di diciotto anni tutti scrivono poesie; dai diciotto anni in poi continuano a scriverle due tipi di persone: i poeti e i cretini. Io, precauzionalmente, preferisco considerarmi un cantautore. Non ho mai pensato che esistessero arti maggiori o arti minori ma, casomai, artisti maggiori e artisti minori”.

“Mi fa paura la morte. Non tanto la mia, che in ogni caso quando arriverà mi farà provare la mia buona dose di paura, quanto la morte che ci sta attorno. Parlo dello scarso attaccamento alla vita che noto in molti nostri simili, che si ammazzano per dei motivi molto più futili di quanto non sia il valore della vita”.

“Un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, senza passioni e senza slanci, sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio”.

“Il mare separa e unisce popoli e continenti. Nel momento in cui li separa stimola il sogno e la fantasia. Nel momento in cui li unisce mette in rapporto costante con la realtà. Per quanto mi riguarda la complicità con il mare è duplice: poetica e giornalistica”.

“La canzone è come una vecchia fidanzata con cui passerei ancora molto volentieri buona parte della mia vita, sempre soltanto nel caso di essere benaccetto”.

Time – Note dal Passato: Peter Hammill (Van Der Graaf Generator)
“Ho iniziato come compositore. Quando sono entrato a far parte dei Van Der Graaf Generator ho cercato di adattare la mia voce al suono particolare degli strumenti”.

“Le influenze presenti nel nostro sound erano diverse: jazz, Archie Shepp, John Coltrane, rock, pop, soul, blues, rhythm & blues, Beatles, Jimi Hendrix. musica classica”.

“Il nome è stato scelto dal batterista Chris Judge Smith,fondatore del gruppo, mio amico dai tempi in cui frequentavamo la Manchester University. Robert Van Der Graaf era uno scienziato americano che aveva inventato una macchina per la generazione e l'accumulazione di cariche elettrostatiche. L'esemplare più grande del mondo si trova al museo delle scienze di Boston”.

“Il pubblico italiano ha sempre amato la nostra musica. Siamo arrivati nel vostro Paese nel momento migliore per la scena prog, in cui c’erano alcune delle band più interessanti d’Europa come: Premiata Forneria Marconi, Banco Del Mutuo Soccorso, Le Orme, Osanna e molte altre”.

“In passato la sperimentazione era permessa e richiesta sia dai musicisti che dal pubblico. Negli anni ’70 la musica aveva un significato del tutto diverso. Era "posseduta" dal pubblico. Non era un “arredamento” delle loro vite, come accade oggi”.

“La musica oggi è un'industria globale, il che rende le cose difficili per i nuovi musicisti. Al giorno d'oggi promuovere qualcosa costa tanti soldi. Nella maggior parte dei casi i discografici preferiscono andare sul sicuro. Ai musicisti non viene dato il tempo necessario per svilupparsi e per trovare la propria identità e il proprio pubblico come invece è stato possibile a noi”.

augusto.sciarra@rai.it

 

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