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Music News di Augusto Sciarra

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08-05-2017 18:48

Music News di Augusto Sciarra

(lagazzettadelmezzogiorno.it)
La luce è musica con Brian Eno
Brian Eno torna al Castello Svevo di Trani con un’altra mostra (Light Music). Interverrà all’inaugurazione di domenica 14 maggio, alle 19. La mostra di Eno si fonda sull’armonia tra le visioni create attraverso i light boxes, strutture quadrangolari che generano immagini mutevoli, ed i suoni provenienti dagli speaker flowers, sculture “musicali” a forma di fiore, che ospitano minuscoli altoparlanti per la diffusione del suono.

“La pittura e la musica – spiega l’artista - sono sempre state connesse per me. Ho iniziato a sperimentare con le luci nello stesso momento in cui sperimentavo il suono, quando ero teenager. Quando riguardo quello che ho fatto negli anni successivi mi sembra che io abbia tentato di rallentare il suono in modo che diventasse più come un dipinto, animando i dipinti in modo che diventassero come una musica, nella speranza che le due attività si potessero fondere fra loro”.

Parole & Musica: Brian Eno (ex-Roxy Music; collaborazioni: John Cale, Robert Wyatt, David Bowie, Ultravox, Talking Heads, U2, Peter Gabriel, Bryan Ferry, James, Sinead O’Connor, Coldplay, Paul Simon, Grace Jones e molte alter)
Brian Eno ha inventato la musica ambientale. Precursore della new wave e della new age, ha trasformato il linguaggio del suono. Pioniere del glam-rock, videoartista, filosofo della musica, scultore, cantante, polistrumentista, maitre-à-penser della cultura pop, padrino della "no wave", della dance elettronica e della new age, produttore, talent-scout. E’ stato tutto questo, un autentico guru della scena musicale.

“Io non sarei mai stato musicista prima dell’avvento dello studio di registrazione. Raffaello non sarebbe mai stato un pittore prima dell’avvento della tecnica della pittura ad olio. Ogni nuova tecnologia crea nuovi artisti”.

“Con l’arte si possono avere quelle esperienze che sarebbe pericoloso avere nella vita reale. L’arte è sicura. E’ una forma di esercizio. L’arte è empatia. Il talento creativo deve essere esercitato continuamente”.

“Intrattenere il pubblico con suoni, immagini e forme che hanno un sapore antico è molto rassicurante. Ma senza il coraggio della innovazione l’arte muore”.

“I rumori della città se ascoltati da vicino risultano duri, pieni di rabbia e dolore. Ma alla giusta distanza si trasformano in sussurri. Invece in campagna rumori che apparentemente sembrano piacevoli e pastorali, a volte sono degli allarmi lanciati da qualche animale”.

“Sono sempre alla ricerca di un singolo linguaggio che permetta di parlare di moda, decorazione di torte, pittura astratta, architettura, musica”.

(avvenire.it)
Dulce Pontes: tra note e fede, il mio pellegrinaggio in musica. Nel nuovo doppio album “Peregrinação” la cantautrice portoghese riassume il suo percorso musicale e spirituale tra fado, Pessoa e Piazzolla. “Ora salirò sul palco con Morricone”.
In Peregrinação Dulce Pontes si esprime in più modi: compositrice, pianista, autrice di testi, adattatrice di opere letterarie in musica, attrice e interprete: di Aznavour e Alfonsina y el mar, brani popolari e altri inediti, religiosità intensa e umanità vera. Con nel futuro la gioia di accompagnare Ennio Morricone lungo il suo tour di addio alle scene (7 luglio a Roma, 9 luglio a Lucca, 30 agosto a Verona).

È stato complesso mettere in musica Pessoa? “Ci conosciamo da anni. Ho sempre avuto grande amore per poesia e teatro, qui mi è parso naturale metterne in musica dei passaggi, lavorando sulle sonorità e tenendo fermo il senso delle opere”.

Da regina del fado sta diventando pure grande interprete di tango. “C’è anche un poco di flamenco. C’è un ponte fra me e l’Argentina fatto da amici, musicisti, letture, ascolti. Ho scoperto tanti autori che volevo portare nel mio mondo e volevo anche avvicinarmi al Sudamerica tutto, in questi cd”.

Time – Note dal Passato: Francesco De Gregori
“La mia era una famiglia di bibliotecari, di stampatori. Mio fratello è stato il primo musicista della famiglia. E’ stato lui a recuperare dalla cantina una vecchia chitarra del nonno e si è messo a suonare. Senza di lui difficilmente avrei intrapreso questa strada”.

“Non ho fatto il ‘68 e il ‘68 non ha fatto me. Ho visto degli amici impazzire, sostenere cose e negarle poche settimane dopo. Non ho mai simpatizzato per le frange alla sinistra del PCI, anche quando era normale farlo”.

“La RCA era una specie di castello medievale a Roma dove c'era tutto: presse per la stampa dei dischi, uffici, studi di registrazione, campetto di pallone, mensa, bar dove passavano Rubinstein e Lou Reed. E’ stato lì che ho avuto il mio primo e unico incontro con Lucio Battisti. C'erano Baglioni, Cocciante, Renato Zero. Stavamo tutti insieme senza barriere culturali”.

“L'immagine di “Alice che guarda i gatti” appartiene a Lewis Carroll e alle illustrazioni di John Tenniel. Quella bambina con gli occhi sgranati è stato il primo impatto visivo quando da piccolo ho letto il libro. Era un periodo in cui ero attratto da tutto ciò che nell'arte non seguiva un filo logico. Sono stato innamorato degli scrittori dadaisti, Tristan Tzara, la scrittura automatica. Ho letto Joyce, lo stream of consciousness, Freud e l'interpretazione dei sogni"

"Mi piace leggere. Non ho apprezzato solo Kafka, Melville e Proust. Devo gratitudine anche a Grisham, Stieg Larsson, Ken Follett, alla narrativa di genere”.

"Ho amato “Blow up” di Michelangelo Antonioni. Ma soprattutto “Otto e mezzo” di Fellini. Questo film ha influenzato il mio lavoro. Ho importato nel mondo della canzone quel modo di narrare".

“Bob Dylan mi ha fatto capire come andavano scritte le canzoni: lo stile, l’invenzione, la libertà espressiva. E’ un importante punto di riferimento”.

“Quando ascolto Bob Dylan e Leonard Cohen non trovo un granello di falsità nella loro musica. Bob Dylan non stravolge le canzoni, come dicono, le reinterpreta. La sua voce è cambiata, ha mutato lo stile, ha passioni musicali differenti rispetto al passato”.

“Verso l’inizio degli anni 70, a parte alcuni esempi fantastici tipo Gino Paoli o Sergio Endrigo, il mondo della musica leggera era fatto di autori e di interpreti. C’erano i grandi autori di canzoni, i grandi parolieri, poi c’erano gli interpreti, come: Iva Zanicchi, Caterina Caselli, Mina. E poi c’era una pattuglia di autori che andavano da Pallavicini, a Mogol. C’erano poi Paoli, De André che era poco conosciuto. I cantautori, con me, Edoardo Bennato, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, diventano la parte dominante del mercato e dell’attenzione del pubblico giovanile. E’ in  quel momento la musica leggera italiana volta pagina”.

“Tra il 1971 e il 1972, i miei coetanei volevano suonare la chitarra ed esprimersi attraverso la scrittura di una canzone.  I giovani erano attratti dai cantautori come oggi sono attratti dall’hip hop o dal rap. Iva Zanicchi, Gianni Morandi, Caterina Caselli divennero appartenenti al passato musicale. Sono convinto che Lucio Battisti sia stato il più grande cantautore. La sua parte autorale nelle cose che faceva è predominante. È stato un autore che ha sparigliato”.

“Per me la politica è una cosa talmente alta che non tollera d’essere discussa frettolosamente. Ho le mie idee, ma non voglio banalizzarle in una conversazione sintetica. Per un artista fare politica significa far bene il suo lavoro”.

“Quando canto “Viva L’Italia”davanti agli italiani all’estero, la canzone assume un nuovo colore. Muove qualcosa. E’ motivo d’orgoglio per la gente che vive lontana da casa. Se la gente non è stanca di una canzone del 1979 e io ho ancora voglia di suonarla significa che trascende il momento in cui è stata scritta. E’ una canzone d’amore e l’amore sfugge ogni datazione”.

“Non potrei vivere lontano da Roma e dall’Italia. Come affermava Flaiano, vorrei che il mio Paese fosse normale, non eccezionale in ogni sua manifestazione”.

“Non vado pazzo per la vita in tournée, ma tutto sommato è piacevole. Si sta insisme, si suona, si beve, si conoscono persone interessanti, si vedono città diverseE’ un bel modo per stringere amicizia con i miei collaboratori, per affinare le canzoni, comporre nuovi brani”.

augusto.sciarra@rai.it

 

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